Austria, al via il governo Kurz II grazie all’accordo destra-Verdi

by Angela Mayr * | 3 Gennaio 2020 10:24

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VIENNA. «Abbiamo unito il meglio di due mondi diversi, proteggere il clima e i confini» ha sintetizzato Sebastian Kurz presentando ieri pomeriggio insieme a Werner Kogler il programma del nuovo inedito governo tra popolari (Oevp) e Verdi. Inedito anche perché le precedenti grandi coalizioni erano tra centro e socialdemocratici, la Oevp turchese di Kurz invece è di destra, i Verdi di sinistra.

NELLE 300 PAGINE dell’accordo, frutto di tre mesi di difficili trattative, si ritrovano le principali promesse elettorali sia di Kurz, già cancelliere con l’estrema destra della Fpoe, sia di Werner Kogler, parlamentare di lunga lena, artefice della riscossa dei Verdi dopo la sconfitta del 2017. Un programma fitto ma poco unitario senza visione comune, che tra forze che si detestavano non poteva certo avverarsi. È piuttosto un contratto che stabilisce competenze e contenuti, anche molto nel dettaglio, dove è preponderante l’impronta popolare, secondo i rapporti di forza elettorali.

Colpisce ma non sorprende il programma sull’immigrazione. Kurz lo ha rivendicato come suo, e infatti è in piena sintonia e continuità con il governo Kurz I con l’estrema destra della Fpoe. Del resto lo aveva promesso nella campagna elettorale di settembre scorso dove la Oevp ha incassato massicciamente i voti di ex elettori della Fpoe.

L’Austria non parteciperà a nessun piano di ripartizione di rifugiati su scala europea si legge nero su bianco. Per i migranti salvati in mare il futuro governo propone la creazione di centri di accoglienza search and rescue in paesi terzi sicuri, chi sa quali sarebbero, in collaborazione con l’Unhcr. Il capitolo asilo prevede inoltre una nuova legge, già voluta dall’ideologo Fpoe Herbert Kickl, ex ministro degli interni, che permette la detenzione preventiva di persone sospettate di presentare un pericolo per l’interesse generale. In passato i Verdi consideravano il progetto un «orrore», ora è leggermente mitigato dalla dicitura «sospetti basati su fatti».

Non è tutto, i servizi di assistenza ai rifugiati verranno trasferiti dalle ong a una agenzia statale che sarà sottoposta al Ministero degli interni. Un punto che è stato oggetto in passato di grandi proteste dei movimenti pro migranti sostenute anche dai Verdi da sempre schierati in prima linea in loro difesa. Tra i più impegnati Rudi Anschober assessore per l’integrazione in Alta Austria famoso per la sua battaglia «formazione anziché espulsione», contro l’espulsione di richiedenti asilo apprendisti che non hanno ottenuto il diritto d’asilo. Una battaglia almeno in parte vinta: ai richiedenti respinti è stato permesso almeno di finire il periodo di apprendistato. Anschober nel nuovo governo sarà ministro per il sociale e per la sanità, dicastero dal quale è stata però scorporata l’agenda importante del lavoro, finita insieme alla famiglia nelle mani dei popolari.

Verde sarà la ministra per la giustizia, Anna Zadic, di origine bosniaca è già diventata oggetto di odio in rete per le fakes della Fpoe. Nel suo dicastero verrà varato un pacchetto trasparenza che abolirà il segreto d’ufficio e un pacchetto anticorruzione. Previsto un controllo della Corte dei conti sull’uso dei finanziamenti pubblici da parte dei partiti, oggetto di vari scandali. Verde il megadicastero per la protezione del clima, dell’ambiente, mobilità, energia, tecnologia e innovazione che occuperà l’attivista ambientalista Leonore Gewessler.

L’IMPRONTA VERDE occupa 60 pagine del programma di governo: interventi immediati sulle tasse dei voli, abbassamento dei prezzi delle ferrovie, incentivi per l’uso dei mezzi pubblici, in prospettiva una riforma fiscale ecologica, investimenti nell’economia verde. L’intento ambizioso è diventare laboratorio e modello europeo nella lotta per il clima. Una ricerca dell’Istituto Market pubblicata ieri indica il cambiamento climatico come la maggiore preoccupazione degli austriaci seguita dalla preoccupazione dell’allargamento della forbice tra ricchi e poveri. L’integrazione dei migranti compare solo al sesto posto.

IL NUOVO GOVERNO avrà per la prima volta una maggioranza di ministre donne. Ci si potrebbe anche rallegrare se non fossero troppe le continuità con il governo Kurz I. Per i Verdi si tratta di rospi giganteschi da digerire che Kogler, diventato vicecancelliere, giustifica invitando a pensare cosa sarebbe stata l’alternativa, un invito rivolto in primo luogo ai delegati al congresso straordinario che sabato prossimo dovranno approvare o bocciare il programma e la lista dei ministri.

* Fonte: Angela Mayr, il manifesto[1]

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