Golfo. Due vittime nella battaglia navale tra Iran e Israele

Golfo. Due vittime nella battaglia navale tra Iran e Israele

Loading

Uccisi da un drone iraniano due membri dell’equipaggio di una petroliera israeliana, un britannico e un rumeno. Prosegue così lo scontro a distanza tra i due paesi, mentre Teheran si prepara al passaggio di poteri tra il moderato Rohani e il conservatore Raisi

Israele accusa l’Iran di essere dietro all’attacco di giovedì scorso a una petroliera in cui hanno perso la vita un cittadino britannico e uno rumeno, membri dell’equipaggio. Senza carico, la petroliera MV Mercer Street stava procedendo da Dar es Salaam (Tanzania) nell’Oceano indiano settentrionale in direzione degli Emirati arabi.

Si trovava nei pressi dell’isola omanita di Masirah, al largo delle coste dell’Oman, nel mare Arabico. Di proprietà giapponese, batte bandiera liberiana e le sue operazioni sono gestite dalla società Zodiac Maritime con sede a Londra e di proprietà del magnate israeliano dei trasporti Eyal Ofer.

L’autorità navale britannica sta facendo luce sull’incidente e rende noto che «le forze della coalizione» stanno garantendo la sicurezza della nave che si sta spostando verso un porto sicuro. Venerdì il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, ha puntato il dito contro «il terrorismo iraniano» e ha aggiunto che «l’Iran non è solo un problema di Israele, il mondo non deve essere silenzioso».

Ora, Israele sta facendo pressione affinché vi sia un’azione internazionale nei confronti dell’Iran. In particolare, Yair Lapid ha scritto su Twitter: «Ho dato indicazioni alle ambasciate a Washington, Londra e presso l’Onu di lavorare con i loro interlocutori al governo e le rilevanti delegazioni al quartier generale del Palazzo di Vetro a New York».

Intanto, un’emittente televisiva iraniana in lingua araba avanza l’ipotesi che si sia trattato della vendetta di Teheran in seguito a un attacco israeliano a un aeroporto in Siria, alleata dell’Iran.

Da anni, Israele e Iran si stanno facendo la guerra con varie modalità. In questi anni il Mossad è riuscito a uccidere una serie di scienziati nucleari di Teheran. L’ultima vittima era stato Mohsen Fakhrizadeh lo scorso novembre.

Più di recente, a metà aprile 2021, i servizi segreti dello Stato ebraico avevano messo in atto un attacco informatico che aveva fatto saltare la corrente nello stabilimento nucleare di Natanz, destinato all’arricchimento dell’uranio.

E sono stati numerosi i bombardamenti dell’aviazione israeliana verso postazioni militari iraniane in Siria. Gli iraniani hanno ovviamente risorse decisamente inferiori rispetto alle forniture militari made in the Usa in possesso all’esercito israeliano.

Ma se gli iraniani si erano finora dimostrati succubi della forza militare israeliana, pare che in questo caso siano riusciti a colpire davvero, grazie ai droni. Sarebbe stato proprio uno di questi droni esplosivi ad avere ucciso i due membri dell’equipaggio sulla petroliera MV Mercer Street. Il risultato di questo ennesimo attacco è l’escalation in una regione già caldissima.

Nella pericolosa battaglia navale in corso in questi ultimi anni tra Iran e Israele, finora c’erano stati diversi incidenti ma senza vittime. Si era trattato di scaramucce, seguite da reciproche accuse. Ora, invece, c’è scappato il morto, anzi due. Il morto che «conta» davvero pare essere il cittadino britannico.

Intanto, sul fronte interno gli iraniani si preparano al passaggio di testimone alla presidenza tra il moderato Hassan Rohani e l’ultraconservatore Ebrahim Raisi, previsto per il 3 agosto. Si teme il peggio, ma c’è comunque una buona notizia: il leader supremo ha concesso la grazia a 2.825 prigionieri in occasione di due commemorazioni religiose.

Il 21 luglio ricorreva Eid al-Adha, la festa del sacrificio celebrata da tutti i musulmani. E giovedì scorso gli sciiti hanno celebrato Eid al-Ghadir ricordando il giorno in cui il profeta Maometto aveva designato suo erede il cugino e genero Ali.

Non è la prima volta che l’Ayatollah Khamenei dimostra clemenza nei confronti dei carcerati: in occasione dell’anniversario della nascita dell’Imam Reza aveva dato ordine di liberare 5mila prigionieri. Da questo gesto restano però esclusi i prigionieri politici.

* Fonte: Farian Sabahi, il manifesto



Related Articles

Cina, democrazia e diritti civili: ecco i “vizi” dell’Occidente

Loading

Svelato il “documento n. 9” stilato dai dirigenti del Partito comunista con le maggiori minacce per la Repubblica popolare. Sono sette e tra queste l’indipendenza dei media, il web libero e la società civile: cioè gli ideali riconosciuti universalmente Cina   

LA CACCIA AL TESORETTO

Loading

  UNA buona e una cattiva notizia. La prima, attesa, riguarda la chiusura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo formalizzata dalla Commissione Ue. La seconda, meno scontata, viene dalle più aggiornate previsioni dell’Ocse che danno in peggioramento le stime della crescita e della disoccupazione.

Dopo la vittoria, la nuova era di San Suu Kyi

Loading

Rangoon è in festa. Aung San Suu Kyi e il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, hanno stravinto le elezioni tenute domenica, conquistando 43 o 44 (i risultati sono ancora ufficiosi) dei 45 seggi in gioco.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment