Vertenza Whirlpool Napoli, lavoratori bloccano l’autostrada contro i licenziamenti

Vertenza Whirlpool Napoli, lavoratori bloccano l’autostrada contro i licenziamenti

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Vertenze Irrisolte. A un mese dall’invio delle lettere, gli operai occupano l’autostrada. Il prefetto al governo: convochi un tavolo subito

Ieri mattina i lavoratori della Whirlpool di Napoli hanno bloccato l’autostrada tra Napoli e Salerno alle spalle dello stabilimento via Argine. «Chiediamo con urgenza una convocazione sia del tavolo al ministero dello Sviluppo che al ministero del Lavoro per far ritirare la procedura a Whirlpool. Mancano 30 giorni alla fine della procedura non possiamo perdere ancora tempo in attesa di una convocazione», spiega il segretario generale della Fiom Cgil Napoli, Rosario Rappa. A rischio ci sono 340 lavoratori diretti e 500 indiretti. Lo scorso 14 luglio il presidente del consiglio Mario Draghi si era impegnato con loro a contattare il board della multinazionale americana, ma poi è calato il silenzio.
Dopo lo sblocco dell’autostrada una delegazione Fim, Fiom e Uilm Napoli ha incontrato il prefetto di Napoli Marco Valentini ha scritto una lettera ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti, e ha telefonato alla vice ministra al Mise, Alessandra Todde, per chiedere una data disponibile in breve tempo per discutere della vertenza.
Intanto sempre ieri i sindacati al Mise hanno bocciato il progetto di ricollocazione di 200 lavoratori della Whirlpool di Carinaro – anch’esso chiuso da Whirlpool nel 2018 – nel fantasmagorico progetto di gigafactory di batterie di Seri – soluzione ventilata anche per assorbire personale Whirlpool Napoli: «A tre anni dall’accordo solo 75 persone hanno trovato ricollocazione», denunciano i sindacati.

* Fonte: Massimo Franchi, il manifesto

 



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I pensionati e il conto obbligatorio

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Ci siamo. Addio pensioni in contanti. Per sempre. Niente più euro ma solo accrediti sul conto corrente. Con luglio è scattato l’obbligo di accredito degli assegni superiori ai 1.000 euro su conto bancario o postale o su libretto di risparmio. Un’altra tappa nella strada della tracciabilità  dei pagamenti indicata nel decreto «Salva Italia».

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