Kabul, attentato «alla talebana» contro i barbuti: 25 i morti

Kabul, attentato «alla talebana» contro i barbuti: 25 i morti

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Afghanistan. Colpito l’ospedale militare di Kabul. La branca locale dello Stato islamico è la prima sospettata. Tra le vittime ci sarebbe il mawlawi Hamdullah Rahmani: il 15 agosto 2021 era seduto alla scrivania del palazzo presidenziale appena conquistato

MAZAR-E-SHARIF. Al ristorante Mansoor di Mazar-e-Sharif i clienti sono tutti uomini. Gli sguardi puntano sulla televisione, in fondo alla sala. Le immagini raccontano l’attentato complesso avvenuto ieri a Kabul. Obiettivo l’ospedale militare Sardar Daud Khan, meglio conosciuto come l’ospedale dei «400 letti».

Ha ospitato soldati governativi della Repubblica islamica collassata lo scorso agosto. Poi i militanti talebani, divenuti soldati dell’Emirato islamico annunciato il 7 settembre, insieme al nuovo esecutivo.

Secondo un medico sentito dal New York Times, gli assalitori sarebbero entrati in uno dei padiglioni, sparando sui Talebani ricoverati. L’irruzione è avvenuta grazie a una macchina esplosiva. A cui è seguito uno scambio a fuoco con i soldati dell’Emirato. Il bilancio è grave, ma incerto. I Talebani tendono a ridimensionare. Almeno 25 i morti sicuri, decine i feriti.

Per il portavoce, Zabiullah Mujahed, responsabile è lo Stato islamico. La branca locale, «Provincia del Khorasan», ha intensificato gli attentati da quando i Talebani sono al potere. Quelli più ambiziosi e sanguinosi sono stati condotti in due moschee sciite/hazara, a Kunduz e Kandahar. Poi l’attentato alla moschea centrale di Kabul, proprio mentre era in corso una cerimonia funebre per la madre di Mujahed.

E COME COSTANTE, la campagna di omicidi mirati, soprattutto nella provincia orientale di Nangarhar. I Talebani dicono che va tutto bene. Che la sicurezza è garantita. Diffondono immagini delle forze speciali sugli elicotteri Black Hawk, arrivati all’ospedale Sardar Daud Khan. I comunicati ufficiali sostengono che l’attentato è fallito. Ma rimangono i morti.

L’ingresso in una struttura presidiata, già colpita in passato, ora in mano ai Talebani. Che oggi subiscono le tattiche che prima adottavano nella lotta contro il governo di Kabul e contro le truppe straniere.

Nell’attacco di ieri a Kabul, sarebbe morto anche il mawlawi Hamdullah Rahmani, comandante di alto livello. Una foto divenuta celebre lo mostra seduto sulla scrivania, dentro l’Arg, il palazzo presidenziale di Kabul. Era il 15 agosto 2021, due mesi e mezzo fa.

HAMDULLAH È STATO tra i primi a entrare a Kabul e a mettere la bandierina della conquista. Ora è morto. C’è chi già legge battaglie interne e posizionamenti nell’attentato di ieri. Per i clienti del ristorante Mansoor è un brutto segnale. Scuotono la testa e schioccano la lingua. «Così non va».

I Talebani per ora hanno da rivendicare solo la sicurezza. Gli attentati inficiano la loro narrazione. Alla tivù segue la notizia dell’ultima intervista di Zalmay Khalilzad, l’ex rappresentante speciale Usa che ha condotto il negoziato con i Talebani, dimessosi pochi giorni fa. Rivendica il lavoro svolto.

Gli risponde indirettamente Amrullah Saleh, già vicepresidente e a capo del «fronte della resistenza», alla ricerca di sostegno esterno. Chiede al presidente fuggitivo, Ashraf Ghani, di rendere pubblici i colloqui delle ultime settimane con Khalilzad. Per capire cosa è davvero andato storto. Chi ha portato i Talebani al potere.

* Fonte: Giuliano Battiston, il manifesto



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