Ucraina. L’Europa in armi contro la Russia al seguito di Usa e Nato

Ucraina. L’Europa in armi contro la Russia al seguito di Usa e Nato

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Crisi ucraina. Caccia, portaerei, truppe dai Baltici alla Gran Bretagna, alla Spagna. Podemos protesta. Biden in serata ha chiamato gli alleati: l’Italia non appare. I 27 pronti a nuove sanzioni

 

Il presidente Usa, Joe Biden, ha organizzato ieri sera una riunione telefonica sull’Ucraina con Francia, Italia (assente), Germania, Gran Bretagna, Polonia, la Commissione e il Consiglio Ue, per coordinare una risposta alla Russia.

Il segretario di stato Usa, Antony Blinken, ha partecipato via video al vertice dei ministri degli Esteri della Ue, ieri a Bruxelles, per informare i 27 sulla crisi, che viene gestita sopra la testa degli europei, venerdì a Ginevra ha discusso con il ministro Lavrov, senza risultati.

SUL TAVOLO DEI 27 c’è la questione delle sanzioni alla Russia, in caso di attacco, nel dicembre scorso la Ue aveva minacciato «conseguenze importanti e costi severi» (cioè sanzioni più forti di quelle in atto dal 2014, dopo l’annessione della Crimea, e da allora rinnovate ogni sei mesi). In discussione l’esclusione della Russia dal sistema internazionale “Swift”, una vera «arma atomica» finanziaria (con conseguenze per tutto il sistema bancario).

Ma ormai gli Usa premono per un’accresciuta presenza militare nella parte orientale dell’Alleanza. Ieri ha Nato ha annunciato rinforzi sul fronte est: gli europei cominciano a schierare armamenti e uomini, mentre alcuni Stati già indicano ai cittadini di evitare viaggi «non essenziali» in Ucraina – anche se per ora gli europei non ritirano le famiglie dei diplomatici, come Usa e Gran Bretagna, il capo della politica estera Ue, Josep Borrell suggerisce di «non drammatizzare».

Il segretario della Nato, Jean Stoltenberg, ha elencato i nuovi rinforzi europei, dopo gli aiuti diretti all’Ucraina (dai Baltici alla Gran Bretagna): la Danimarca manda una fregata nel Baltico, più 4 caccia F-16 in Lituania per sostenere la missione di polizia aerea nella regione.

LA SPAGNA PREVEDE di inviare navi per unirsi alle forze navali Nato e aerei da combattimento in Bulgaria, e Podemos protesta e chiede l’uscita dalla Nato. L’Olanda ad aprile invierà 2 caccia F-35, una nave e metterà unità terrestri a disposizione della Nato. Anche la Francia, il paese che più insiste per un’autonomia strategica europea, valuta l’invio di truppe in Romania sotto comando Nato. «Nei prossimi giorni» è prevista una telefonata tra Macron e Putin.

Di fronte al Parlamento europeo, la scorsa settimana Macron ha insistito sulla necessità di un dialogo con la Russia per «un nuovo ordine di sicurezza in Europa»: «Dobbiamo costruirlo tra europei, poi condividerlo con gli alleati nel quadro Nato, in seguito proporlo al negoziato con la Russia».

I paesi dell’est non condividono questo approccio, «ci indebolisce». Il sottosegretario agli Affari europei, Clément Beaune, spiega che Putin privilegia i rapporti diretti con gli Usa con l’intenzione di «dividere gli europei», mentre la Ue «non fa abbastanza»: domani è prevista una riunione «Formato Normandia», il dialogo con Usa-Russia, Francia e Germania, istituito dal 2014, dopo la Crimea, che ha portato agli accordi di Minsk nel 2015. Oggi, Macron è a Berlino, per incontrare Scholz. La Germania resta nel vago, ci sono tensione nel governo.

BERLINO FINORA non ha approvato l’invio di armi all’Ucraina – addirittura, la Gran Bretagna, in prima linea nell’escalation, non ha sorvolato la Germania nei voli che dal 17 gennaio riforniscono l’Ucraina di armi, per timore di un veto. Il cancelliere Olaf Scholz propugna «saggezza», ma ha annunciato che la Russia pagherà «un prezzo elevato» in caso di invasione.

Scholz cerca di seguire la linea Merkel – mandare armi e militari contro la Russia sarebbe un grande imbarazzo storico per la Germania, la questione è stata sollevata nel governo a Berlino. Scholz ha riaffermato che la pipeline North Steam 2 è «un progetto privato».

Per il momento North Stream 2 è in sospeso, ma la questione della dipendenza europea dal gas russo non vale solo per la Germania: dalla Russia nel 2021 è arrivato il 46,8% del gas consumato nella Ue (3 punti in più del 2020, la dipendenza era del 43,9%) e sembra difficile che il Qatar, sollecitato dagli Usa, possa sostituirsi. L’economia Ue teme la penuria di gas, tanto più in un periodo di forti tensioni sui prezzi.

LA UE HA ANNUNCIATO IERI nuovi aiuti finanziari all’Ucraina che dal 2014 ha già ricevuto da Bruxelles 17 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti. «La Ue sarà al fianco dell’Ucraina» ha ripetuto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: è stato varato un «nuovo pacchetto finanziario» a favore di Kiev, di 1,2 miliardi «per finanziamenti legati al conflitto», «contiamo su Consiglio e Parlamento europeo per adottare l’ aiuto macro-finanziario di emergenza nei tempi più brevi possibili», ha affermato von der Leyen.

* Fonte/autore: Anna Maria Merlo, il manifesto



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