Fight Impunity all’Europarlamento: i diritti umani nel mondo arretrano

by AskaNews | 16 Giugno 2022 9:48

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Bruxelles, 15 giu. (askanews) – C’è una preoccupante tendenza all’arretramento dei diritti umani nel mondo, dovuta in particolare all’azione di potenze come la Russia e la Cina che ne contestano l’universalità, delegittimandoli come valori propri dell’Occidente, a cui oppongono modelli alternativi, basati su una concezione illimitata del principio di sovranità nazionale. Più in generale, questa tendenza negativa è rafforzata poi dalla globalizzazione che privilegia gli interessi economici e commerciali sulla tutela dei diritti; una colpa, questa, che è anche dello stesso Occidente, Europa compresa.

Sono alcune delle questioni di cui discuterà domani e venerdì nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles nella seconda Conferenza internazionale annuale sul Futuro dei diritti umani, un originale evento che mette insieme politici (pochi), intellettuali, giuristi e academici , Organizzazioni non governative e responsabili di organizzazioni internazionali attive nella difesa dei diritti fondamentali.

L’iniziativa è stata presentata ieri in una conferenza stampa da tre dei suoi organizzatori: la presidente della sottocommissione per i Diritti umani del Parlamento europeo, Maria Arena (socialista belga), l’ex eurodeputato Pierantonio Panzeri, fondatore e presidente dell’organizzazione “Fight Impunity” per le giustizia transnazionale, e il direttore generale dello European Parliamentary Research Service, Anthony Teasdale.

“Non c’è solo la guerra russa in Ucraina; ci sono altre guerre, nello Yemen, in Siria, c’è l’Afghanistan oggi in mano ai talebani, ci sono conflitti a bassa intensità come in Congo, dove ci sono stati 6 milioni di morti dagli anni ’90, e poi situazioni meno spettacolari, difensori dei diritti umani e giornalisti imprigionati, minacciati, assassinati”, ha ricordato Maria Arena.

Il Trattato Ue, ha sottolineato, “afferma che l’Unione europea deve occuparsi dei diritti umani nella sua azione internazionale, e Parlamento Europeo lo fa con la sua sottocommissione sui Diritti umani. Sono valori universali, e noi li difendiamo alle Nazioni Unite, nella Corte penale internazionale. Ma la Russia e la Cina oppongono i loro contro-modelli e cercano di prendere spazio a livello internazionale. Proteggerli all’esterno è parte del nostro Dna ma significa anche difenderli all’interno dell’Ue”.

Questa azione internazionale a difesa dei diritti umani, ha continuato, “abbiamo visto che si è cercato di limitarla per ragioni di “realpolitik”, con l’applicazione di un doppio standard che porta a critiche nei confronti dell’Unione europea. Questa è una minaccia ai nostri valori fondamentali. Non si può dire, ad esempio, che negli scambi commerciali non c’entrano i diritti umani e i diritti ambientali”.

In questo contesto bisogna promuovere e applicare le norme europee sulla “due diligence”, la responsabilità delle imprese, “che devono rispettare i diritti umani all’interno ma anche fuori dell’Ue”.

Arena ha raccontato la sua esperienza durante una recente missione in Qatar, dove le imprese europee che stanno partecipando ai lavori in preparazione dei campionati mondiali di calcio del prossimo autunno ” non vogliono rispettare le condizioni che lo stesso Stato del Qatar ha stabilito”, riguardo al rispetto dei diritti del lavoro. Per l’Europa è una questione di credibilità e coerenza. “E’ importante che abbiamo una legislazione come quella sulla due diligence per difendere i diritti umani non solo a parole ma con i fatti”.

Panzeri ha rilevato che “c’è un decisivo arretramento” dei diritti umani, che sono “attaccati dalla guerra, dalla pandemia, dai processi economici e finanziari, e anche dalla tecnologia. Dopo il 1948 l’Europa era la culla dei diritti, ora sta segnando il passo”, ha lamentato, citando poi una metafora del presidente cinese Xi Jinping, durante un recente incontro con il presidente russo Putin: “L’unica persona che sa se un paio di scarpe gli vanno bene è colui che le indossa”. Questo per dire, ha spiegato Panzeri, “che ognuno misura sulla base dei propri interessi e delle proprie regole del gioco che cosa significa diritti e che cosa significa impunità”.

All’Onu, alla Corte penale internazionale, all’Oms, si cerca di far passare questa concezione dei diritti umani. “E’ un processo che dobbiamo cercare di identificare e arrestare”, ha sottolineato Panzeri. E ha aggiunto: “Ci siamo posti la domanda: come mai tanta gente che sta male vota poi per ‘le persone forti’? Forse non basta una battaglia sui diritti umani se non è collegata ai diritti sociali. Chi lo dà abbastanza da mangiare, come primo pensiero a quello di riempire la pancia”.

“Un altro elemento su cui riflettere – ha aggiunto – è il fatto che “gli spazi di giurisdizione della giustizia internazionale per i diritti umani vengono spesso usati o abbandonati dai governi secondo i propri interessi”.

Questo dimostra che “la sovranità è il problema: Dobbiamo mettere in campo delle politiche adeguate per passare dalla sovranità illimitata a una sovranità contenuta, per consegnare alla giustizia i responsabili dei crimini, come quelli a cui abbiamo assistito di recente”, con l’invasione russa dell’Ucraina.

“Occorre coerenza, e transanazionalità, in tutti i campi, ha detto il presidente di “Fight Impunity”, ricordando che “la Corte penale internazionale, istituita nel 1998 con lo Statuto di Roma, ma subito dopo molti Stati hanno cercato di svuotarla di non darle tutti i poteri che le occorrevano. Bisogna ridare slancio, forza e peso alla Corte penale internazionale”.

“Bisogna destare l’attenzione della pubblica opinione internazionale dormiente, prima che sia troppo tardi”, ha concluso Panzeri.

La conferenza si articolerà in cinque sessioni: “lo stato dei diritti umani nel mondo”, “i crimini di guerra e la lotta contro l’impunità”, “le interconnessioni fra diritti umani e diritti sociali”, “le minacce alla pace e alla democrazia”, e infine “un nuovo approccio ai diritti umani a livello Ue e globale”.

 

* Fonte/autore: AskaNews[1]

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