Chi guadagna nell’economia di guerra: Eni, profitti +600%

Chi guadagna nell’economia di guerra: Eni, profitti +600%

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L’utile di Eni «o meglio extraprofitto, deriva dalla speculazione sui prezzi dell’energia che sta mandando in fallimento le imprese e portando alla disperazione milioni di famiglie» ha commentato Angelo Bonelli di Europa Verde

 

Dopo avere visto i dati sul prodotto interno lordo (Pil) italiani (+1% nel trimestre e +4,6% tendenziale sull’anno) e dell’Eurozona (+0,7% nel trimestre e +4% sull’anno), quelli delle ricche trimestrali delle maggiori aziende e banche italiane, le borse ieri hanno fatto festa. L’ultima seduta di luglio ha segnato un effimero riscatto dopo mesi passati sull’ottovolante. Milano ha chiuso a +2,15%, sul mese +5,2%. Brindavano anche Parigi, Francoforte e Londra. Stessa situazione negli Stati Uniti dove i giganti del capitalismo digitale (Amazon, Apple & Co.), o del petrolio, hanno esibito la loro insultante salute, più forte dell’avvertimento lanciato ieri sulla recessione tecnica e l’inflazione record. I guadagni positivi del 74% delle aziende quotate hanno mandato un messaggio: la società è preoccupata di una crisi che sente arrivare, loro invece si mostrano ancora capaci di soddisfare, o superare, le stime di vendita. Davanti a questo spettacolo feroce Wall Street è sembrata più cauta degli europei. L’indice Dow Jones, il Nasdaq e l’S&P500 hanno chiuso poco sopra la parità. Come sempre, e mai come oggi, la distanza con la questione sociale si rafforza,

Vista dall’Italia la giornata di sussulti finanziari colpiva la distanza tra la vita materiale di chi è bombardato dai numeri sull’aumento dei prezzi dell’energia e l’utile di Eni, multinazionale del gas e del petrolio, di 7,39 miliardi contro gli 1,1 dei primi sei mesi del 2021, in aumento del 600%. Un risultato che permetterà di «migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a 2,4 miliardi» ha detto l’amministratore delegato Claudio Descalzi. Il titolo ieri è arrivato a guadagnare in borsa più del 5% e ha chiuso a +5,6. Il comunicato del gigante a sei zampe permette di ricostruire l’andamento dell’economia globale dell’energia che è stata trasformata dall’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio che ha influito sull’andamento dei prezzi. Il risultato precedente agli oneri finanziari (Ebit), escluse le componenti straordinarie, è stato di 5,84 miliardi «in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e più che duplicato rispetto al secondo trimestre 2021», «trainato dal favorevole andamento dello scenario prezzi delle commodity, dai robusti margini di raffinazione e dalla costante attenzione al controllo dei costi e alla performance operativa dei business».

Descalzi ha ripercorso anche la strategia di diversificazione delle fonti energetiche voluta dal governo Draghi. «Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell’anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di GNL al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South FLNG operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico».

L’utile di Eni «o meglio extraprofitto, deriva dalla speculazione sui prezzi dell’energia che sta mandando al fallimento le imprese e portando alla disperazione milioni di famiglie» ha commentato il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli – Gli extraprofitti devono essere restituiti al 100% a famiglie e imprese. Questa situazione non è tollerabile come non è tollerabile che, a causa di una scelta sbagliata come quella di sostituire il gas con altro gas, nei prossimi anni gli italiani saranno costretti a pagare l’energia a costi ancora maggiori rispetto. Aumenti che potrebbero essere evitati puntando in maniera decisa sulle energie rinnovabili che abbattono il prezzo rispetto al gas».

Una crescita di fatturato è stata annunciata ieri anche da EssilorLuxottica ( quasi 12 miliardi); Mediobanca ha chiuso i conti al 30 giugno 2022 con ricavi record per 2.851 miliardi; Intesa Sanpaolo con 3,28 miliardi, escludendo 1,1 miliardi di rettifiche di valore per Russia e Ucraina. 500 euro a testa saranno erogati agli 82 mila dipendenti della banca, esclusi i dirigenti, come contributo economico straordinario, pari a 50 milioni di euro.

* Fonte/autore: Roberto Ciccarelli, il manifesto



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