Saranno presenti attivisti e attiviste da tutto il mondo, compresa Greta Thunberg dal cui esempio, con i primi scioperi per il clima del venerdì, iniziati nel 2018, è partita una mobilitazione internazionale che ha cambiato la consapevolezza del problema, facendo capire come la crisi climatica non sia una questione che riguardi il futuro «ma sia già qui».

Saranno «cinque giorni di confronto e discussione sul futuro della lotta climatica, di socialità e protesta, in un momento storico in cui le temperature altissime sono chiaro indicatore del fatto che la crisi climatica è già presente e che ci riguarda tutti». A Torino, come nelle altre città del Centro-Nord, le temperature sono roventi e i livelli d’ozono, in questi giorni, oltre la norma. L’inquinamento atmosferico, soprattutto nella stagione invernale, è una piaga. L’impegno anche su questo tema del gruppo locale dei Fridays è stato fondamentale per portare il raduno internazionale sotto la Mole, l’ultimo era stato a Losanna: «Nella nostra città non sono state ancora intraprese azioni necessarie e sufficienti per mitigare e adattarsi alla crisi climatica in atto, ed è importante che ci sia un’accelerazione in tal senso». Martedì, 26 luglio, al Campus Einaudi ci sarà una grande discussione che coinvolgerà scienza e associazionismo. Interverranno, tra gli altri, Luciana Castellina, Carlo Petrini e Michele De Palma.

Fonte/autore: Mauro Ravarino, il manifesto[1]