Ucraina. Zaporizhzhia, il mondo in ansia per la centrale nucleare

Ucraina. Zaporizhzhia, il mondo in ansia per la centrale nucleare

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 L’impianto scollegato dalla rete elettrica a causa di un incendio. È la prima volta. Dopo l’attacco russo alla stazione ferroviaria di Chapline, le autorità ucraine parlano di 25 civili uccisi. Mosca: a bordo del treno colpito 200 riservisti dell’esercito ucraino

 

In 40 anni di attività non era mai successo che due reattori della grande centrale nucleare di Zaporizhzhia venissero scollegati dalla rete elettrica. È accaduto ieri, con diverse interruzioni del servizio che hanno provocato diffusi blackout nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson. E rilanciando le preoccupazioni sulla sicurezza dell’impianto, sempre più al centro del conflitto.

L’operatore statale del settore nucleare ucraino, Energoatom, ha indicato in un incendio scoppiato vicino ai cavi dell’alta tensione le ragioni del collegamento saltato, assicurando che comunque i sistemi di automazione e sicurezza stavano funzionando regolarmente. Di incendio e di cortocircuito ha parlato anche la Khersonoblenergo, azienda operante nelle zone occupate.

Le autorità filorusse aggiungono che a provocare le fiamme sarebbero stati i bombardamenti ucraini su Energodar, la città che si trova nei pressi della centrale. Nel pomeriggio l’energia elettrica è progressivamente tornata a Melitopol, Kherson, Novaya Kakhovka e nel distretto di Golopristansky.

Poche ore prima il presidente francese Emmanuel Macron aveva ricevuto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, ribadendo l’appoggio incondizionato di Parigi a una missione Aiea per verificare come stanno le cose nella centrale nucleare. E lo stesso Grossi poco dopo a France 24 dava per «imminente» un accordo in tal senso, prevedendo che il via libera ci sarà appunto «entro pochi giorni».

Sempre nella regione di Zaporizhzhia, a Orihiv, le bombe russe – riferisce Ukrinform – hanno ucciso ieri un ragazzo di 17 anni. Ma ieri teneva ancora banco l’attacco del giorno prima alla stazione ferroviaria di Chapline, nella regione di Dnipropetrovsk. Dalle macerie sono emersi altri due corpi, facendo salire il bilancio delle vittime a 25, tutti civili.

Completamente diversa la versione del ministero della Difesa russo, secondo cui il treno colpito da un missile Iskander trasportava nel Donbass «più di 200 militari della riserva delle forze armate ucraine e dieci unità di equipaggiamento militare».

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GUERRA. 137mila soldati in più: Putin allarga l’esercito

L’esercito russo lievita: ieri il presidente Putin ha firmato un decreto che amplia le fila delle forze armate, dagli attuali 1,9 milioni di militari a 2,04, a partire dal primo gennaio prossimo. L’aumento (+137mila) riguarderà i soldati effettivi, che in totale raggiungono quota 1,15 milioni. Resta invariato il numero di dipendenti civili (890mila).

Nel decreto non si entra nei dettagli, se si tratterà di nuovi coscritti o di volontari, o di una combinazione dei due. Secondo organizzazioni indipendenti e media russi citati da al Jazeera, ad aumentare sarebbero i volontari, i contractor privati e anche prigionieri a cui sarà offerta l’amnistia. Al momento sarebbero solo 270mila i coscritti: negli ultimi anni il Cremlino aveva puntato sui volontari per modernizzare l’esercito e stabilizzarne la struttura.

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DIPLOMAZIA. Di Maio a Kiev: «Maggiori aiuti alla resistenza»

È partita da Irpin la visita in Ucraina del ministro degli esteri italiano Luigi di Maio. Tra le macerie della città in cui si è svolta una delle battaglie più cruente nel primo mese di invasione russa, ieri Di Maio ha ribadito «la massima vicinanza al popolo e al governo ucraini. Siamo stati tra i Paesi che hanno dato più aiuti alla resistenza ucraina, ma dobbiamo fare ancora di più».

A due mesi dalla visita del primo ministro Draghi, secondo Di Maio passo fondamentale ad avviare il lungo processo di adesione di Kiev all’Unione europea, il ministro ha poi incontrato il presidente ucraino Zelensky. «L’Italia è uno dei principali Paesi che hanno sostenuto l’Ucraina», ha poi scritto su Telegram Zelensky pubblicando il video dell’incontro: «Il vostro sostegno è molto importante e prezioso per noi».

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ARMI USA. Vampiro anti-droni e senza fretta: arriva tra tre anni

Nel nuovo pacchetto di aiuti in equipaggiamento militare e munizioni da tre miliardi di dollari a favore dell’Ucraina, approvato mercoledì (giorno dell’indipendenza) dal Pentagono, farà parte anche un nuovo sistema di difesa contro i droni, ribattezzato Vampire, della compagnia L3 Harris. Ovvero «piccoli missili per abbattere missili in cielo», ha spiegato il sottosegretario alla Difesa Usa, Colin Kahl.

Quanti ne saranno inviati non si sa. Di certo non saranno in pronta consegna: a Kiev non saranno inviati sistemi presenti nei «magazzini» statunitensi, ma Vampire realizzati per l’occasione. Significa, ha aggiunto Kahl, che serviranno «mesi per giungere a un contratto (con le aziende produttrici) e uno, due, tre anni in alcuni casi perché arrivino in Ucraina». Si spera che l’invasione non duri tanto.

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SANZIONI. Gas della Total per i jet russi. Parigi: «Indagare»

La risposta governativa all’inchiesta di Le Monde su TotalEnergies, pubblicata mercoledì, è arrivata ieri: il ministro dei trasporti francese Clement Beaune ha chiesto un’indagine per verificare se il gigante petrolifero ha rifornito carburante ai caccia russi attraverso una joint venture locale.

Secondo il quotidiano, TotalEnergies (che ha mantenuto i propri asset infrastrutturali in Russia, pur affermando di non usarli) avrebbe fornito gas condensato per aerei da guerra impiegati dall’aviazione russa per bombardare l’Ucraina, passando per la società russa Novatek. «Si tratta di una questione estremamente seria – ha detto Beaune a France 2 – C’è la necessità di verificare se, volontariamente o meno, sono state bypassate le sanzioni o l’energia che una compagnia, francese o no, ha prodotto».

* Fonte/autore: Ester Nemo, il manifesto



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