La Svezia capovolta: tocca al centrodestra, con la grana xenofobi

La Svezia capovolta: tocca al centrodestra, con la grana xenofobi

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Si dimette la premier socialdemocratica Magdalena Andersson. Intervista al giornalista di «Flamman» Leonidas Aretakis

 

L’ufficio elettorale centrale di Svezia ieri sera ha ufficializzato la vittoria del blocco di centrodestra – 176 deputati contro i 173 del centrosinistra – provocando le immediate dimissioni della premier socialdemocratica Magdalena Andrersson che aveva sperato, fino all’ultimo, nei voti postali e dell’estero per ribaltare la situazione che, invece, ha consolidato il suo svantaggio.

Voi conducete da anni una campagna informativa sulle origini neonaziste dei “Democratici svedesi” e sulla loro politica razzista e xenofoba tanto che Sd vi ha vietato di entrare nel loro quartier generale la notte delle elezioni. Come definirebbe il partito di Jimmie Åkesson?

Sd, che domenica è divenuto il primo partito del centro destra con il 21%, si differenzia da altre formazioni populiste di destra per i chiari legami con il neonazismo. Si sono formati nel 1988 come trasformazione del movimento razzista “bevara Sverige svenskt” (date la Svezia agli svedesi). E molti dei loro membri fondatori erano esplicitamente nazisti.

Alle elezioni di domenica l’estrema destra ha raggiunto percentuali superiori al 30% in molte periferie delle grandi città e nelle campagne, anche in zone a forte presenza di migranti. Quali sono le ragioni di questo risultato? C’è un problema di sicurezza e di razzismo in Svezia?

Di recente c’è stato un leggero aumento della violenza delle cosiddette “gang” che la destra ha collegato al grande afflusso di immigrati in Svezia ottenendo, per questo, un grande successo. Quel risultato non sarebbe potuto arrivare, però, se la destra “mainstream” non avesse scelto di presentarsi come loro alleata. L’entrata delle società private nella sanità e nella scuola è estremamente impopolare tra gli elettori svedesi. Queste società hanno un’enorme influenza sui conservatori e hanno investito denaro nelle loro campagne a condizione che formassero una coalizione con i fascisti. Per queste aziende il razzismo è un mezzo per raggiungere un fine: garantire una maggioranza che blocchi qualsiasi tentativo di rinazionalizzare le “industrie del welfare”. Un altro motivo della loro vittoria è la strategia dei socialdemocratici: hanno rincorso gli appelli dell’estrema destra per punizioni severe e l’espulsione degli immigrati, probabilmente influenzati dai socialdemocratici danesi. Si sono anche concentrati sullo spaventare l’elettorato con la minaccia alla democrazia rappresentata da Sd e, invece di presentare una piattaforma elettorale, si sono affidati alla competenza della premier Magdalena Andersson. Ciò ha assicurato che le uniche questioni dibattute per l’intero anno fossero: difesa, criminalità, immigrazione e inflazione, anche se gli elettori vedevano l’assistenza sanitaria come la questione più urgente.

Il risultato del partito della Sinistra è stato deludente: 6,7%. Un punto e mezzo in meno da 4 anni fa, aggravato da numeri sotto le aspettative nelle periferie e nelle aree più povere della Svezia. Come lo spiega?

Vänsterpartiet si è sforzata di raggiungere le aree “marginali”, al fine di recuperare elettori dall’estrema destra. La Sinistra ha una strategia a lungo termine per diventare il vero partito socialdemocratico, attenuando parole ritenute ideologiche come “socialismo” e “classe operaia” e concentrandosi sulla difesa dello stato sociale. Ha anche adottato un approccio “industrialista”, che includeva posizioni controverse come sovvenzionare i combustibili fossili: abbassare il costo della benzina perché l’auto è ancora l’unico mezzo di trasporto per molti lavoratori, in molte parti del paese. Un obiettivo ragionevole ma che gli “attivisti del clima” hanno trovato populista e mal posto. Secondo me hanno alienato alcuni elettori – giovani, lavoratori istruiti – ma non hanno raggiunto i nuovi elettori a cui mirava la strategia. Tuttavia hanno fatto abbastanza bene in molti quartieri di immigrati, che ovviamente fanno anche parte della classe operaia svedese.

I dati definitivi hanno confermato la vittoria del centrodestra. Crede che ci sarà un governo guidato dai conservatori con ministri dei Democratici svedesi?

Il centrodestra ha vinto per tre seggi in più, la coalizione quindi è numericamente molto debole e ha molte divisioni tra i partiti e all’interno degli stessi. Penso che un governo con ministri dei Democratici svedesi alla fine sia improbabile o, forse solo con ruoli minori. La mia ipotesi è che cercheranno di ottenere solo quello della Cultura e dei Media dal momento che gli altri partiti si preoccupano solo dei tagli al welfare mentre Sd vuole provare a influenzare la Svezia a un livello culturale più profondo.

* Fonte/autore: Roberto Pietrobon, il manifesto



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