Mozambico. Suor Maria De Coppi uccisa in un attacco armato

Mozambico. Suor Maria De Coppi uccisa in un attacco armato

Loading

Un gruppo probabilmente affiliato all’Isis ha assaltato la missione comboniana di Chipene

 

Un gruppo armato ha attaccato nella notte la missione comboniana di Chipene, un piccolo villaggio al confine fra le province di Cabo Delgado e Nampula nel nord del Mozambico. Suor Maria De Coppi, una religiosa trevisana di 83 anni e nel Paese dal 1962, è stata uccisa da colpi di arma da fuoco nella fasi più concitate dell’assalto. Suor Maria si sarebbe rifugiata nel dormitorio femminile insieme ad alcune ragazze per nascondersi ai terroristi, poi sarebbe uscita per cercare di capire cosa stesse succedendo e proprio in uno di questi spostamenti sarebbe stata raggiunta da una raffica di colpi alla testa.

DON LORIS e Don Lorenzo, i due sacerdoti friulani della missione, hanno invece trovato rifugio nella boscaglia insieme ad alcuni giovani mozambicani che vivevano a Chipene. Anche un’altra suora sarebbe in salvo, mentre mancano all’appello altre due religiose, una italiana e una sudamericana, che potrebbero essere anche state sequestrate dagli assalitori. Ancora da stabilire la matrice degli assalitori, ma tutto fa pensare all’estremismo islamico che sta dilagando nel Mozambico settentrionale. Questa provincia fino ad oggi era stata poco toccata dai durissimi scontri fra il gruppo jihadista di Ahalu Sunna Wal Jammah, detta anche Isis Mozambico vista la sua affiliazione allo Stato islamico, e le forze armate del Mozambico coadiuvate da mercenari sudafricani e rinforzi da Ruanda e dai paesi confinanti, ma evidentemente il raggio d’azione di questi feroci islamisti si sta allargando a macchia d’olio. Ieri sera alcuni religiosi avevano visto strani movimenti e avevano avvertito di possibili incursioni, ma non era preventivabile un attacco di questa portata. Organizzato e deciso questo gruppo armato ha incendiato diversi edifici della missione, saccheggiando tutto quello che potevano e terrorizzando la popolazione locale, un altro classico modus operandi degli islamisti di Cabo Delgado. Una conferma sull’identità degli assassini di Suor Maria arriva dall’arcivescovo di Nampula mons. Inacio Suare a cui fa riferimento la missione di Chipene che ha dichiarato che, anche senza una rivendicazione ufficiale, appare chiara la matrice islamica.

LE AZIONI del governo di Maputo per cercare di arginare l’estremismo islamico a Cabo Delgado ha spinto parte dei fondamentalisti verso sud sia nella provincia interna di Niassa, che in quella costiera di Nampula. Alcune migliaia di rifugiati del nord avevano trovato rifugio proprio in questa regione, comprese un centinaio di famiglie accolte proprio dai missionari comboniani a Chipene. Il Presidente Felipe Nyusi ha subito inviato uomini e mezzi a Nampula, a testimonianza che non si tratta di semplici banditi, ma le Forze Armate Mozambicane si sono sempre dimostrate poco efficaci nella lotta contro questi gruppi armati. Nonostante le dichiarazioni ufficiali lo Stato islamico riesce a fare proselitismo nella poverissima popolazione del nord dell’ex colonia portoghese e i missionari italiani avevano più volte lanciato appelli per avvertire di continui rapimenti di giovani e giovanissimi che venivano trasformati in bambini-soldato.

IL MOZAMBICO resta un gigante malato con enormi possibilità di sviluppo, ma senza una guida e uno stato centrale in grado di garantire la sicurezza dei propri cittadini. Le grandi multinazionali stanno cercando di stabilizzare le province del nord per sfruttare i giacimenti di gas liquefatto, ma da quando gli islamisti di Cabo Delgado, che prima erano male organizzati e peggio armati, si sono affiliati allo Stato islamico la regione è diventata incontrollabile. L’obiettivo dei terroristi dell’Isis è creare un califfato che partendo dal Mozambico inglobi la Tanzania, la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda, mettendo così le mani su enormi giacimenti di materie prime.

* Fonte/autore: Matteo Giusti, il manifesto



Related Articles

Donne velate

Loading

Una giornalista italiana intervista una donna che porta il velo integrale. «Come fa al ristorante? A pensarci, non può neanche prendere un caffè al bar». «Come immagina, sono poco mondana». «Impossibile così incontrare un uomo, immagino». «La vita è piena di coincidenze inimmaginabili». L’intervistata è anche lei italiana, una donna quarantenne, descritta come colta, divorziata, vivace, che si è convertita all’Islam. La giornalista si sente a disagio. Non riesce a vedere le labbra e il volto dell’altra.

“Sbarchi in aumento solo dell’8 %” I veri numeri sull’emergenza profughi

Loading

In Veneto 5mila rifugiati, in Sicilia il triplo. Il Viminale: “I primi cittadini disertano le riunioni con i prefetti e poi protestano”

Diritti Lgbt, attivista italiano fermato a Mosca

Loading

Russia. Yuri Guaiana è stato espulso dal paese. Insieme a quattro attivisti russi, voleva consegnare al Procuratore Generale due milioni di firme contro la persecuzione dei gay in Cecenia

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment