Colombia. Proposta una legge per un ministero dell’Eguaglianza e dell’Equità

Colombia. Proposta una legge per un ministero dell’Eguaglianza e dell’Equità

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Una versione avanzata delle Pari opportunità che assume il criterio dell’intersezionalità. Priorità del nuovo dicastero sarà la protezione integrale delle donne e delle fasce più vulnerabili della popolazione, dal collettivo Lgtbiq alle popolazioni afrodiscendenti e indigene, dai contadini ai bambini

 

«Restituire l’eguaglianza a tutte le persone in Colombia perché la dignità diventi un’abitudine»: questo l’obiettivo espresso lo scorso martedì presso il Congresso della Repubblica, dal presidente Gustavo Petro e la vicepresidente Francia Márquez, nel presentare la proposta di legge per l’istituzione del ministero dell’Eguaglianza e dell’Equità.

È QUESTO IL PRIMO PASSO del governo colombiano per creare il nuovo dicastero delle Pari opportunità che dovrà essere approvato dal Congresso, la cui titolarità sarà della vicepresidente e che avrà per compito garantire i diritti delle popolazioni tradizionalmente escluse, assumendo il criterio dell’intersezionalità. Una promessa fatta in campagna elettorale che arriva in parlamento nei primi 100 giorni di governo, per consolidare il cammino verso quella Colombia «Potenza mondiale della vita», dove «Vivir sabroso» – nelle parole di Márquez – significa che la gente può «vivere senza paura». E affermare la strategia di «Pace Totale» lanciata da Petro per combattere povertà ed emarginazione sociale, perché il conflitto armato che attanaglia il paese da decenni ha prodotto solo miseria e morte.

L’oggetto del nuovo ministero sarà quello di «adottare, coordinare ed eseguire le politiche per promuovere l’eliminazione delle diseguaglianze economiche, politiche e sociali; favorire il diritto all’eguaglianza e applicare il principio di non discriminazione». Il suo ambito di applicazione interesserà le fasce di popolazione più vulnerabili del paese: le donne, il collettivo Lgtbiq, le popolazioni afrodiscendenti e indigene, i contadini, i bambini e le bambine, gli adolescenti e le persone anziane, le persone in situazione di estrema povertà, le vittime di violenze, le persone disabili, senza tetto e migranti.

GARANTIRE I DIRITTI e la protezione integrale delle donne sarà il primo compito del nuovo ministero, sottolinea Petro. Per «un’eguaglianza integrale» di donne e uomini, perché la diseguaglianza è il principale problema e «il cammino giusto perché la società colombiana possa superare la violenza e la mancanza di democrazia è l’eguaglianza».

In Europa, il divieto di qualunque tipo di discriminazione è nell’art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione. In Italia, il primo ministero di Pari opportunità nasce nel 1996 con Anna Finocchiaro. In Spagna, bisognerà aspettare il governo di José Luis Rodríguez Zapatero perché si crei un analogo ministero, con Bibiana Aído, nel 2008. Le sue competenze sono simili a quelle del ministero italiano con un bacino di riferimento prevalentemente femminile; ma col tempo evolvono e attualmente, con la ministra Irene Montero, il ministero spagnolo si occupa di diritti e protezione delle donne e del collettivo Lgtbiq. In Francia, dal 1974, il governo francese ha avuto, sotto diverse denominazioni, una funzione di responsabilità per i diritti delle donne. L’attuale ministra per le Pari opportunità è, dal 2020, Elisabeth Moreno.

LA PRINCIPALE NOVITÀ del ministero che si sta impiantando in Colombia, rispetto alle esperienze di questi paesi europei, è perciò nel suo carattere trasversale. Nel caso sudamericano, l’assunzione della pluriappartenenza delle donne in termini di genere, etnia, condizione sociale permette infatti di immaginare politiche di eguaglianza non limitate a un solo collettivo, ma dirette ai diversi gruppi di popolazione discriminati. E questo è perché in Colombia, come in Cile, come in Iran, le donne sono state e sono all’avanguardia di processi e movimenti di trasformazione generale della società.

* Fonte/autore: Elena Marisol Brandolini, il manifesto

 

 

ph by Departamento Nacional de Planeación, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons



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