Migranti. Scontro con Francia e Ue: «L’Italia deve rispettare gli impegni»

by Carlo Lania * | 10 Novembre 2022 9:47

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Irritazione di Parigi per i toni trionfalistici usati dal governo: Giorgia Meloni attacca i medici per lo sbarco dalle navi ong

 

Le decisioni prese dal governo Meloni sui migranti rischiano adesso di provocare un incidente diplomatico con la Francia. A Parigi non sono infatti piaciuti i toni di trionfo con cui a Roma è stata commentata la scelta di offrire il porto di Marsiglia come approdo per la nave Ocean Viking con 234 migranti a bordo. Un gesto che per il presidente Emmanuel Macron avrebbe dovuto essere umanitario, ma che invece in Italia è stato presentato dal governo di destra come una vittoria della linea dura imposta sulle navi delle ong. A partire da quel «l’aria è cambiata» di Matteo Salvini, fino alla rivendicazione della premier, più retorica che reale, di aver «difeso i confini» del Paese.

L’irritazione è tale che già al mattino il portavoce del governo, Olivier Véran, non risparmia i toni duri: «L’Italia deve svolgere il suo ruolo e rispettare gli impegni europei accogliendo la nave Ocean Viking su cui sono bloccati centinaia di migranti», dice. Parole che, quando il portavoce ricorda come la nave si trovi ancora in acque italiane, fanno quasi pensare a un ripensamento francese sull’offerta di Marsiglia come porto sicuro. «L’attuale atteggiamento del governo italiano, e in particolare le dichiarazioni e il rifiuto di far attraccare questa barca – conclude Véran – è inaccettabile». In serata è anche circolata la voce, non confermata, su un possibile richiamo a Parigi dell’ambasciatore per consultazioni.

Sulla vicenda interviene anche l’Unione europea, sebbene lo faccia a giochi ormai chiusi. La Commissione Ue sollecita anch’essa lo sbarco immediato e «nel luogo sicuro più vicino» dei naufraghi a bordo della Ocean Viking per «evitare una tragedia umanitaria», vista la situazione drammatica a bordo della nave.

Insomma, sono bastate poche ore e qualche dichiarazione di troppo per trasformare la possibile conclusione della vicenda ong in un pasticcio internazionale. «Noi abbiamo posto un principio europeo» prova a spiegare il ministero degli Esteri Antonio Tajani annunciando di voler affrontare la questione migranti nel Consiglio Affari europei di lunedì. «Perché – spiega – il problema dell’immigrazione è europeo e l’importante è che ci sia una collaborazione e un’intervento dell’Unione europea». Concetti già sentiti decine di volte con i passati governi senza che si sia mai trovata una soluzione definitiva.

Chi sembra non accorgersi di niente è Giorgia Meloni. A bordo delle navi delle ong «non ci sono naufraghi ma migranti», dice la premier. «Le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento e la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggia per ospitarli». Poi, non contenta dello scontro che si sta delineando in Europa, Meloni decide di aprire un fronte interno polemizzando con i medici che hanno visitato i naufraghi a bordo delle navi aprendo la via allo sbarco: «Scelta, quella dell’autorità sanitaria, che abbiamo trovato bizzarra». Parole che provocano la reazione dl presidente degli ordini dei medici Filippo Anelli: «La medicina è cosa diversa dalla politica. Bisogna rispettare l’operato dei medici che hanno operato in scienza e coscienza». Alla premier, conclude Anelli, «risponde dicendo che si rispettino le decisioni che i sanitari hanno preso, perché la valutazione sullo stato di salute è cosa diversa dalle scelte politiche in tema di migranti». Critico anche Pierino Di Silverio, segretario dell’Anaao Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri: «Esiste l’autonomia professionale del medico, che non può essere intaccata da altri fattori».

Sulla vicenda delle ong per mercoledì prossimo è prevista un’informativa al Senato del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Non è escluso che nel frattempo il ministro non sia costretto ad aggiornare la sua relazione. Tra ieri e oggi, infatti, sia la Geo Barents, nave di Medici senza frontiere, che la Humanity One, avranno lasciato il porto di Catania con l’intenzione di riprendere il soccorso dei migranti una volta fatto rifornimento e cambiato gli equipaggi.

* Fonte/autore: Carlo Lania, il manifesto[1]

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