Qatar. Pressing sulla Fifa per indennizzi agli operai morti

Qatar. Pressing sulla Fifa per indennizzi agli operai morti

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Dopo Amnesty si pronuncia anche il Parlamento Ue: soldi alle famiglie dei lavoratori migranti periti per costruire gli stadi. Si E sulla campagna “One Love” cresce il fronte anti-Infantino. In Iran il regime si vendica arrestando il calciatore Voria Ghafouri, non convocato ai Mondiali, per aver criticato la repressione delle proteste

 

Cresce, giorno dopo giorno, il fronte anti Fifa sulla questione dei diritti umani violati in Qatar. Dopo la bocca silenziata della nazionale tedesca e l’asse anti-Infantino con Danimarca e Olanda, si muove qualcosa anche in Francia.

Il ministro dello Sport francese, Amelie Oudéa-Castèra, ha invitato la nazionale transalpina a schierarsi, dopo la censura della campagna “One Love” da parte della Fifa. L’esempio è rappresentato dai tedeschi, con una protesta silenziosa e potente. E quindi – l’invito del ministero dello Sport – a una presa di posizione destinata a creare un piccolo terremoto. Infatti, nella Francia che si è sempre spesa per la tutela delle libertà fondamentali, il centrocampista del Marsiglia e della nazionale Matteo Guendouzi ha risposto al ministro dello Sport sostenendo che i calciatori sono in Qatar solo per giocare a pallone.

LA FEDERCALCIO FRANCESE è invece in una terra di mezzo. Non potrebbe essere altrimenti: si ritrova a Parigi lo sceicco Al Khelaifi, il vertice del fondo Qatari Sports Investment, che anche in vista dei Mondiali casalinghi, ha investito oltre un miliardo di dollari in dieci anni sul Paris Saint Germain. Era dunque difficile pensare a un allineamento sulle posizioni tedesche e danesi, schierate contro Infantino al punto da comunicare pubblicamente che non sosterranno la sua candidatura per il terzo mandato al vertice della Fifa (elezioni nel 2023). La spaccatura in casa francese è evidente, ora sono attese altre prese di posizione di un certo peso. Tipo quella inglese: la Football Association è l’altro totem (la Premier League è il torneo più rappresentato ai Mondiali) che sinora ha giocato in difesa. Il ct dell’Inghilterra, Gareth Southgate, non ha escluso che i calciatori possano inventarsi qualcosa che possa essere di impatto, come ripescare la fascia arcobaleno che il capitano Harry Kane non ha indossato contro l’Iran.

DALLE AUTORITÀ QATARIOTE arrivano intanto segnali di distensione. Non saranno più sequestrati sugli spalti gli oggetti con i colori arcobaleno. Via libera, per esempio, ai cappelli arcobaleno dei tifosi del Galles, finiti nelle mani della polizia durante la gara contro gli americani. Due giorni fa un cronista al seguito della nazionale a stelle e strisce, Grant Wahl, è stato allontanato dallo stadio perché indossava una maglia in onore della comunità omosessuale. E ci sono stati scontri tra alcuni tifosi olandesi (prima di Olanda-Senegal) e la polizia qatariota: gli appassionati orange indossavano i braccialetti arcobaleno con la scritta “One Love”, campagna che è stata ideata proprio in Olanda, due anni fa.

Non sono però terminate le cattive notizie di giornata per Infantino: il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui indica alla Fifa di stabilire un indennizzo per le famiglie dei migranti deceduti per le disumane condizioni di lavoro sui cantieri di Qatar 2022. Nel testo della risoluzione sono indicati tutti i “peccati” della Fifa. Strasburgo ha invitato le federazioni e l’Uefa (acerrimo nemico della Fifa) a cooperare per il rilancio e per il cambio radicale dei criteri da parte della Fifa nell’assegnazione delle competizioni internazionali. Dunque, un indennizzo per le famiglie dei migranti, che in buona parte dei casi non è stata neppure informata dei motivi del decesso del familiare.

TROVA COSÌ UNA SPONDA istituzionale la richiesta di Amnesty International di fissare un risarcimento danni (420 milioni di euro, che corrisponde al montepremi fissato dalla Fifa per le 32 federazioni) per le famiglie degli stranieri morti in Qatar.

L’unica voce consolatoria per Infantino arriva da Eden Hazard, stella del Belgio, che ha criticato la bocca silenziata della nazionale tedesca. Pensiero diametralmente opposto a quello dei calciatori iraniani, rimasti polemicamente in silenzio durante l’esecuzione dell’inno nazionale prima della partita con l’Inghilterra.

Mentre in Iran uno degli atleti iraniani non convocati per i Mondiali, Voria Ghafouri, è stato arrestato per aver criticato la repressione delle proteste di piazza con l’accusa di «propaganda contro lo stato».

* Fonte/autore: Nicola Sellitti, il manifesto

 

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