Soddisfazione di Unai Sordo e Pepe Álvarez, segretari generali rispettivamente di Ccoo e Ugt; l’accordo raggiunto con il governo è della massima importanza, sostengono, perché sarà di beneficio a 2 milioni e mezzo di lavoratori, la gran parte donne giovani tra i 16 e i 34 anni di età, con contratto a tempo determinato nei settori dell’agricoltura e del terziario, contribuendo quindi anche alla riduzione del divario salariale tra uomini e donne. Contrarietà invece da parte della Ceoe, la confederazione delle imprese, che considera troppo elevato l’aumento proposto e non si è neppure seduta al tavolo del negoziato.

La misura che verrà approvata nella prossima riunione del Consiglio dei ministri, compenserà l’aumento dei prezzi per i lavoratori con salari più bassi, che lo scorso anno è stato mediamente dell’8,4%. Proprio per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione, anche le pensioni aumentano quest’anno dell’8,5% e lo stipendio dei dipendenti pubblici s’incrementa del 2,5% (più un punto in funzione degli obiettivi).

In Europa, altri paesi hanno già annunciato aumenti significativi del salario minimo: in Olanda crescerà del 10,1%, in Portogallo dell’8,7%, in Francia del 6,6%, in Germania del 15%. La Spagna è il secondo paese nella Ocse che ha più aumentato il salario minimo dal 2018. Assieme all’istituzione del minimo vitale e all’introduzione di un meccanismo di cassa integrazione per evitare i licenziamenti (Erte), lo Smi è stato uno strumento fondamentale nella strategia di “scudo sociale” voluta dal governo di coalizione progressista per combattere le conseguenze della crisi pandemica e della guerra in Ucraina. E oggi la Spagna, secondo il Fmi, guida la ripresa economica nei paesi della zona Euro.

In Spagna il salario minimo fu introdotto con legge del 1963 e dal 1977 un Real decreto del governo ne fissa la quantità annua. Con l’avvento del governo tra Psoe e Unidas Podemos, lo Smi si è incrementato anno dopo anno in maniera importante. Il 2019 fu l’anno in cui si ebbe un balzo nel suo ammontare passando da 735 a 900 euro mensili. La sua fissazione per legge obbliga tutti i settori produttivi ad applicarlo, per i sindacati lo Smi rappresenta una soglia minima salariale che ben si armonizza con la contrattazione sindacale, senza schiacciarla verso il basso. Nei settori ove la contrattazione è più debole, come quello dei multiservizi, l’incremento dello Smi si traduce piuttosto in un aumento del salario dei lavoratori di quel settore.

* Fonte/autore: Elena Marisol Brandolini, il manifesto[1]