Padova, la criminalizzazione degli ecoattivisti di Ultima Generazione

by Mario Di Vito * | 16 Aprile 2023 9:48

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Blocchi stradali, scritte e «performance»: dodici ambientalisti di Ultima Generazione indagati per associazione a delinquere. Solidarietà dalla capogruppo di Avs Luana Zanella. Leghisti contenti: «Ottimo lavoro»

 

Da ecovandali a ecocriminali il passo è sin troppo breve per la procura di Padova, che ha iscritto nel registro degli indagati per associazione a delinquere dodici attivisti di Ultima Generazione, di età compresa tra i 21 e i 57 anni.

La decisione è stata presa dal pm Benedetto Roberti, che ha voluto dare questo sbocco alle indagini avviate dalla Digos nel 2020, dopo aver trovato affissi sui muri della città alcuni manifesti contro i «grandi affari distruttivi» delle catene di abbigliamento.

DA LÌ, SECONDO gli investigatori, una serie di «blitz organizzati, discussi e vagliati» da quella che viene considerata come una vera e propria organizzazione. Da qui l’accusa di associazione a delinquere, con tanto di perquisizione a casa del ragazzo identificato come capo della banda criminale: il teorema Roberti, infatti, definisce Ultima Generazione come cellula locale di un’organizzazione internazionale, Extinction Rebellion. Gli altri reati ipotizzati sono interruzione di pubblico servizio, ostacolo alla libera circolazione, deturpamento di beni culturali e imbrattamento di luoghi. L’elenco dei fatti contestati va dal blocco del traffico alla resistenza passiva, dalle scritte sui muri alle manifestazioni non autorizzate, fino alla «performance» del 21 settembre 2022 in cui i ragazzi, mascherati come l’allora ministro della transizione energetica Cingolani e il segretario leghista Salvini, simulavano l’omicidio di una bambina ricoperta di carbone. Due settimane prima i carabinieri – fatti intervenire «per tutelare la riservatezza delle indagini» – avevano fermato alcuni militanti mentre, durante la campagna elettorale, tentavano di imbrattare «con vernici spray» la sede della Lega a Noventa Padovana. «I giovani sono stati fermati con l’attrezzatura pronta all’uso», si legge nel comunicato della questura.

«IN ALCUNE CIRCOSTANZE – sostengono inoltre quelli della Digos – solo l’intervento immediato di personale della polizia di Stato e la capacità di gestione di emergenze viabilistiche della polizia locale di Padova, ha evitato sia che si verificassero episodi di violenza a seguito delle reazioni di protesta da parte degli automobilisti, sia più gravi ripercussioni sul traffico cittadino delle ore di punta».

Questa indagine è una prima assoluta dall’apparizione degli attivisti climatici: al di là delle denunce e delle multe per le varie azioni messe in atto in tutto il paese, mai nessuna procura si era spinta a ipotizzare che Ultima Generazione possa essere un’associazione a delinquere, equiparandola dunque alla criminalità organizzata. Non sfugge, tra l’altro, che l’inchiesta si chiude proprio nei giorni in cui il governo vara sanzioni fino a 60.000 euro per chi imbratta i beni culturali. Ed è anche andata bene, almeno se si considera che all’inizio nel ddl ipotizzato da Fratelli d’Italia si parlava addirittura di carcere.
Una guerra senza quartiere a quella che il governo ritiene essere un’emergenza. Non la catastrofe climatica prossima ventura, ma i ragazzi che chiedono interventi urgenti e fanno azioni dimostrative per cercare di attirare l’attenzione sul tema. Le cronache degli ultimi mesi hanno parlato spesso di blocchi per strada e di lanci di vernice contro palazzi e opere d’arte, dal colorante nero nella Barcaccia del Bernini a Roma fino alle spruzzate su Palazzo Vecchio a Firenze.

La procura di Padova, ad ogni modo, si era già mostrata molto sensibile alle istanze del governo appena cinque giorni fa, quando ha richiesto al Comune gli atti relativi alla registrazione all’anagrafe di trentadue bambini, tutti figli di coppie omogenitoriali.

«CONTINUA LA REPRESSIONE – si legge sulla pagina Facebook di Ultima Generazione -. Dei cittadini nonviolenti trattati come se fossero mafiosi». Secondo il movimento ambientalista, poi, sarebbero state coinvolte anche «persone che non avevano partecipato direttamente all’azione. E una di loro è stata nominata capo in maniera arbitraria. Questa è la legge del Far West, non la legge di uno stato democratico». Solidarietà è arrivata dalla capogruppo alla Camera dell’Alleanza Verdi Sinistra Luana Zanella, mentre la Lega esulta per «l’ottimo lavoro» degli inquirenti padovani.

* Fonte/autore: Mario Di Vito, il manifesto[1]

 

 

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