Gaza, Israele fa una strage di civili e bambini

by Michele Giorgio * | 10 Maggio 2023 10:11

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Operazione a Gaza, tra le vittime donne e bambini. Le fazioni palestinesi: risponderemo

 

Nel clima cupo che annuncia una nuova guerra, sanguinosa e distruttiva, tanti a Gaza ieri hanno versato lacrime vere per la morte di un uomo stimato da tutti, morto lunedì notte assieme alla moglie Mervat e al figlio maggiore Yusef nel bombardamento israeliano della loro casa nel centro di Gaza city. Non si tratta di uno dei comandanti del Jihad islami – Jihad al Ghanam, Khalil al Bahtini, Tareq Ezzedin – presi di mira e uccisi nella prima fase dell’operazione israeliana «Scudo e Freccia». Bensì un medico stimato, un dentista, Jamal Khaswan, 52 anni, palestinese in possesso di un passaporto russo ottenuto durante gli studi di medicina fatti nella ex Urss. Khaswan, che lascia altri due figli orfani, ha avuto il «torto» di abitare con la sua famiglia nell’appartamento sottostante a quello di Tariq Ezzedin, le cui sorelle, Dania e Iman, di 19 e 14 anni sono state trovare senza vita sotto le macerie. Senza dimenticare i quattro bambini, sui 15 palestinesi uccisi fino a ieri sera, che hanno pagato a caro prezzo il fatto di essere figli o parenti dei bersagli dell’attacco israeliano. Nel corso del bombardamento contro la casa di Al Bahtini, è morta anche la figlia di cinque anni, Hajar, rimasta uccisa insieme alla cugina Laila. Nell’attacco a Tareq Ezzedin, sono rimasti uccisi i suoi figli di nove e i dieci anni, Ali e Mayar el Din. Nell’attacco contro Ghannam è stata uccisa la moglie Wafa. Tra i feriti ci sono tre bambini e sette donne.

Questo bilancio salirà nei prossimi giorni. L’attacco a sorpresa su Gaza conduce inevitabilmente a un conflitto più ampio, non solo con il Jihad Islami ma anche con Hamas e le altre fazioni armate palestinesi. Si teme anche con Hezbollah in Libano. Ieri sera tutti si attendevano la risposta delle fazioni armate palestinesi che sono rimaste riunite per ore nella «war room» di Gaza. I media israeliani sostenevano che il governo Netanyahu vorrebbe tenere fuori dal conflitto Hamas, la principale forza militare a Gaza. Ma di fronte a un attacco tanto ampio e sanguinoso il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha fatto immediatamente sapere che «il nemico ha fatto un errore nelle sue stime e pagherà il prezzo del suo crimine» e che «l’aggressione ha preso di mira tutto il nostro popolo e la resistenza è unita nell’affrontarla».

Il premier Netanyahu dando il via libera a «Scudo e Freccia» sapeva che avrebbe scatenato una nuova guerra. Lo provano le sue dichiarazioni. «Siamo nel bel mezzo di una campagna e siamo pronti a qualsiasi possibilità», ha affermato Netanyahu pronto a una «guerra su più fronti», anche con l’Iran. «Dal giorno in cui sono stati lanciati i razzi la scorsa settimana, ho incaricato, insieme al ministro della Difesa, di preparare un’operazione per sconfiggere i leader terroristi. Di fatto, i vertici dell’organizzazione terroristica sono stati decapitati», ha commentato Netanyahu. Lo conferma anche la decisione del governo israeliano di procedere oggi all’evacuazione di 4.500 civili dalla città di Sderot, a pochi chilometri da Gaza, in previsione della pioggia di razzi che quasi certamente si abbatterà sul sud di Israele. Nel resto di Israele, tra Tel Aviv e Bersheeva, la popolazione si prepara al conflitto aprendo i rifugi. Gli ospedali sono in stato di allerta. Potrebbe essere coinvolta anche quella che vive a nord, se Hezbollah scenderà in campo. In ogni caso l’ex premier Yair Lapid e l’ex ministro nella difesa Benny Gantz hanno dato la loro approvazione allo scontro. Lo scorso agosto Lapid diede l’ordine di attaccare Gaza e la Jihad islamica nel quadro di offensiva militare che ricorda quella cominciata lunedì notte e che fece una cinquantina di morti.

A Gaza due milioni e 300 mila civili palestinesi non hanno alcun rifugio dove poter cercare riparo da bombe e missili e nemmeno ospedali attrezzati in grado di assistere nel migliore dei modi la massa di feriti che tutti si aspettano. Dalle guerre del 2008, 2012, 2014 e 2021, Gaza è uscita devastata oltre a subire migliaia di morti e feriti. Le conseguenze saranno altrettanto catastrofiche se avrà inizio un nuovo conflitto.

Per ora l’offensiva israeliana non raccoglie gli applausi del mondo. Il coordinatore speciale dell’Onu per il Medio oriente, Tor Wennesland, ha condannato l’uccisione di civili a Gaza. «È inaccettabile», ha detto «Esorto tutte le parti interessate a esercitare la massima moderazione e a evitare un’escalation. Rimango impegnato nel tentativo di evitare un conflitto più ampio con conseguenze devastanti per tutti». La Francia ha ricordato «gli obblighi di protezione dei civili e del rispetto del diritto internazionale umanitario che incombono su Israele». Pronta la replica del ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che ha attaccato l’Europa dopo la decisione di annullare il ricevimento in occasione della «Giornata dell’Europa» prevista ieri per impedire a Ben Gvir di partecipare come rappresentante del governo israeliano.

* Fonte/autore: Michele Giorgio, il manifesto[1]

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