Militari israeliani in Cisgiordania uccidono Mohammed, 2 anni
All’inizio l’esercito ha diffuso la notizia che il bambino fosse stato ferito da un palestinese armato. Poi ha riconosciuto la responsabilità dei suoi militari
GERUSALEMME. All’inizio era stata diffusa la notizia che il piccolo Mohammed al-Tamimi, 2 anni, fosse stato colpito da proiettili sparati da un palestinese in direzione di un insediamento coloniale israeliano. Invece a ferire mortalmente il bambino alla testa sono stati colpi esplosi da soldati israeliani il primo giugno, nei pressi del villaggio di Nabi Saleh, nella Cisgiordania occupata.
Colpi che hanno ferito anche il padre Haitham. Mohammed ieri è spirato in ospedale. Le sue condizioni erano apparse subito critiche, i medici non hanno potuto fare nulla. La versione israeliana del coinvolgimento di palestinesi armati era apparsa subito poco credibile considerando dove e come era rimasto ferito Mohammed.
Le autorità militari, quindi, hanno dovuto riconoscere che ad uccidere il bambino sono stati proiettili israeliani. Il padre aveva raccontato che la sua automobile era stata colpita fuori casa, subito dopo aver fatto salire Mohammed. L’esercito israeliano ha detto di aver aperto una inchiesta ma solo in casi rari la procura militare rinvia a giudizio soldati responsabili uccisioni di civili palestinesi innocenti.
Ieri altri due palestinesi sono stati feriti durante un raid di soldati nelle città di Dayr al-Ghusun e Anabta, vicino Tulkarem.
* Fonte/autore: Michele Giorgio, il manifesto
Related Articles
La Corte dell’Aja: «Sospetto crimine di guerra l’omicidio di Gheddafi»
Sulla morte di Muammar Gheddafi vi sono fondati «sospetti» di crimine di guerra. Lo ha dichiarato Luis Moreno-Ocampo, presidente uscente della Corte penale internazionale (Cpi) dopo aver riferito al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di aver sollevato i suoi dubbi con il Cnt libico.
Nei quartieri arabi la culla della violenza “Abbandonati da tutti così vince l’odio”
Chi vive in questa area è cittadino israeliano ma spesso si sente discriminato La barriera è stata voluta come protezione: però fa crescere la rabbia
Appello. Adolfo Pérez Esquivel: dobbiamo salvare e liberare Julian Assange
L’appello urgente del Premio Nobel per la pace alla giustizia britannica. La sua estradizione negli Stati uniti «sarebbe la condanna a morte di un difensore della libertà di informazione»
