Ucraina. Putin rilancia la sua strategia, fine d’anno di fuoco
Raid su vasta scala per saturare i sistemi di difesa. E Lavrov paragona la Russia a Israele
Massacro di fine anno lungo tutta l’Ucraina: almeno 30 morti e oltre 160 feriti in quello che è stato uno dei maggiori attacchi missilistici da parte dell’esercito russo (dati del Ministero dell’Interno di Kiev, aggiornati nel tardo pomeriggio di ieri). Nella notte fra giovedì e venerdì, infatti, sono stati lanciati su diverse città e villaggi ucraini almeno 90 Cruise, 36 droni Shahed, 14 missili balistici fra S-300, S-400, Iskander-M e 5 Kinzhal – riferisce sul suo canale Telegram il comandante delle forze armate di Kiev Valerii Zaluzhnyi.
L’impatto è stato devastante e ha coinvolto soprattutto civili. Nella capitale (8 morti, 30 feriti), secondo le autorità locali, in vari quartieri numerosi edifici e strutture danneggiati, tra cui appartamenti e complessi residenziali, magazzini, uffici e una stazione della metro; a Odessa (4 morti, 22 feriti) è stato colpito un condominio e nell’attacco sono rimasti coinvolti dei bambini; nei centri orientali più vicini al fronte come Karkhiv (3 morti, 13 feriti), Dnipropetrovsk (6 morti, 30 feriti) e Zaporizhzhia (8 morti, 13 feriti) la distruzione si è abbattuta anche su sedi amministrative e su strutture ospedaliere, ma anche la più lontana e “relativamente tranquilla” Leopoli (1 morto, 30 feriti), nell’ovest del paese, ha sperimentato una mattinata di terrore. Per riassumerla con le parole del portavoce dell’Aeronautica militare Yurii Ihnat: «I nostri monitor di controllo erano praticamente tutti illuminati di rosso. Mai visti così tanti obiettivi sotto tiro».
L’ATTACCO DI MOSCA è riuscito infatti a saturare le difese ucraine, che hanno intercettato – sempre secondo l’Sbu – 114 missili su 158 totali. Difficile sapere al momento se siano stati colpiti anche bersagli militari (il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, ha fatto sapere che nell’ultima settimana «tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti», menzionando attacchi contro le sedi delle unità delle forze armate ucraine e dei mercenari stranieri). Quello che è certo è che molti dei missili utilizzati sono di scarsa precisione e che l’attacco di ieri ricalca la strategia dell’inverno scorso da parte di Mosca, tesa a sfiancare il morale della popolazione e a danneggiare infrastrutture civili critiche.
AL DI LÀ DELLO SHOCK e del dolore per le morti e le devastazioni, era da un po’ che dalle parti di Kiev si temeva uno sviluppo di questo genere: all’inizio di novembre, per esempio, il rappresentante dell’intelligence Andriy Yusov dichiarava che la Russia stava accumulando circa 800 unità missilistiche e che questo rendeva possibile la ripresa di offensive dal cielo su larga scala, come quella appena avvenuta. E, a proposito di «larga scala», sembrerebbe che uno dei missili russi sia entrato per qualche minuto anche nello spazio aereo polacco prima di virare nuovamente verso l’Ucraina – ha rivelato il generale Wieslaw Kukula, ma gli accertamenti sono ancora in corso. Inoltre, non tutto è finito con le prime luci del mattino: in un villaggio dell’area di Cherkasy altre nove persone sono state ferite durante il giorno, a causa di un attacco contro un edificio residenziale.
Insomma, semmai sussistessero ancora dubbi, il Cremlino non pare intenzionato a fermare o ridurre la portata della sua aggressione. D’altronde, non troppo tempo fa le autorità russe avevano ribadito che i loro obiettivi di «denazificazione» e «demilitarizzazione» in Ucraina restavano invariati.
IL MINISTRO DEGLI ESTERI Sergei Lavrov inoltre, con una bizzarra giravolta retorica rispetto alla tradizionale opposizione di Mosca nei confronti di Tel Aviv, ha rincarato la dose in un’intervista concessa giovedì a Ria Novosti, dicendo che l’operazione che Israele sta conducendo a Gaza è «molto simile» a quanto sta facendo la Russia contro Kiev. Dal canto suo il presidente ucraino Zelensky, che si è recato ieri in vista presso il fronte di Avdiivka, ha annunciato che il proprio paese «risponderà al terrore russo colpo su colpo».
APPROSSIMANDOSI AL 2024, la situazione rimane comunque incerta: con l’attacco di ieri Putin ha mostrato di nuovo il potenziale distruttivo del suo esercito, anche se ha dovuto incassare l’affondamento di due navi militari qualche giorno fa; la Russia sembra capace di rimpolpare in continuazione e senza troppi problemi le fila delle sue truppe, ma cresce il malcontento in patria delle madri dei soldati. In Ucraina si fatica a procedere con la mobilitazione, ma chissà che la rabbia di queste ore non cambi qualcosa.
* Fonte/autore: Francesco Brusa, il manifesto
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