Ddl sicurezza: passa il giro di vite su occupanti di case e attivisti
Il Ddl sicurezza alla camera. La destra rimuove le divisioni interne e dichiara guerra ai nuovi nemici pubblici
Prosegue alla camera l’esame del Ddl sicurezza: per ogni passaggio e a ogni comma si snocciolano i delitti, le pene e l’identikit dei nuovi nemici pubblici costruiti dalla destra.
Ieri è stata la volta dell’articolo 10 che introduce il nuovo reato, il 634 bis, di «l’occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui». La pena prevista è il carcere da 2 a 7 anni, che colpisce anche chi si organizza per solidarizzare e bloccare uno sfratto o uno sgombero. Si introduce anche una procedura d’urgenza: l’articolo 321-bis del codice consente, su indicazione del giudice, alle forze dell’ordine di intervenire rapidamente. «Se pensate tutto ciò estinguerà il problema delle occupazioni e eliminerà i cosiddetti furbetti che certi programmi televisivi hanno creato per difendere la grande rendita vi sbagliate di grosso – denuncia Silvia Paoluzzi, segretaria di Unione inquilini – Il ddl Sicurezza non se la prende con chi occupa una casa abitata da un legittimo proprietario o inquilino. Reprime con pene tra 2 e 7 anni chi occupa per necessità un immobile lasciato vuoto e inutilizzato e in degrado e apre la strada per applicare la medesima sanzione a chi è sotto sfratto e non ha soluzioni alternative». Il fatto che si faccia un favore alla rendita è confermato dall’entusiasmo per le nuove norme espresso dalle associazioni di categoria degli immobiliaristi, che da tempo chiedevano un giro di vite. È in fondo anche la dimostrazione che le campagne mediatiche, anche quelle che appaiono particolarmente gratuite e grottesche e che sfidano l’evidenza dei bisogni sociali, possono produrre effetti reali dal punto di vista legislativo.
È stato approvato anche l’articolo 14, quello che prevede che chi blocca una strada o una ferrovia rischia il carcere fino a un mese. Se nel farlo si è in più persone riunite pende una pena che va addirittura dai 6 mesi a 2 anni. Gli attivisti di Ultima generazione, che si mobilitano in forme non violente per denunciare l’emergenza climatica, l’hanno chiamata «Norma anti-Gandhi». Per Gianni Cuperlo del Pd «se un migliaio di studenti occupa la sede stradale rischia di incorrere in un reato penale». Sempre dai dem Arturo Scotto ricorda che con questa legge le storiche forme di lotta dei lavoratori vengono duramente represse.
Quanto alle questioni che nei giorni scorsi erano sembrate incrinare la maggioranza, si procede con la rimozione più o meno palese. Tutta la destra (compresa Forza Italia) ha votato contro gli emendamenti che introducevano lo Ius scholae. «È stata proprio Forza Italia a promuovere questa estate un confronto sul tema della cittadinanza – dice nel suo intervento il forzista Paolo Emilio Russo – Proprio il segretario Antonio Tajani lo ha detto a più riprese con chiarezza e per questo stiamo lavorando a un testo per riformare le norme che regolano la concessione della cittadinanza italiana. Vogliamo semplificare e velocizzare le procedure, andando incontro alle mutate esigenze dei nuovi italiani. Questo però è un tema di democrazia e di diritti, non certo di sicurezza nazionale». L’emendamento presentato dagli azzurri che ripristinava alcune parziali garanzie per le mamme detenute, e che rischiava di passare con l’appoggio delle opposizioni e il no di Lega e Fratelli d’Italia, è stato invece improvvisamente ritirato. «Si tratta dell’ennesimo voltafaccia del partito di Tajani – fa sapere Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs in commissione affari costituzionali – In cambio di questa figuraccia accettano di aggiungere una innocua frase al testo in base alla quale il governo è tenuto a presentare al parlamento una relazione annuale sul fenomeno».
* Fonte/autore: Giuliano Santoroil manifesto
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