Diritto all’abitare: undici città lanciano l’allarme
Alleanza municipalista in piazza a Roma. L’emergenza nasce da affitti brevi e carenza di politiche pubbliche
Si sono riuniti a Roma, in piazza Capranica, gli assessori alla casa di undici città italiane per chiedere un’inversione di tendenza sulle politiche per il diritto all’abitare.
L’iniziativa prende le mossa dalla «Alleanza municipalista» costituitasi negli scorsi mesi. E segnala al governo e al parlamento l’urgenza di affrontare l’aumento dei costi degli alloggi e la mancanza di politiche strutturali per garantire un accesso equo alla casa. Dunque a due passi da Montecitorio, dietro lo striscione «Città per il diritto alla casa» proprio nel momento in cui alla camera veniva approvato l’articolo del Ddl sicurezza che acuisce le pene contro i movimenti di lotta per l’abitare, c’erano Emily Clancy (vicesindaca di Bologna), Nicola Paulesu (assessore a Firenze), Emanuele Manzoni (Lecco), Maria Rosa De Vecchi (Lodi), Guido Bardelli (Milano), Laura Lieto (vicesindaca di Napoli), Francesca Benciolini (Padova), Ettore Brianti (Parma), Tobia Zevi (Roma), Jacopo Rosatelli (Torino) e Luisa Ceni (Verona). A loro si sono uniti alcuni degli esponenti del Social forum dell’abitare, che si è riunito per tre giorni a Bologna nello scorso mese di aprile.
Processi abbastanza uniformi in città grandi e medie dimostrano che anche per nuclei e persone con redditi medi è diventato difficile trovare una casa a prezzi sostenibili. Ciò accade, raccontano gli amministratori, per l’azione delle piattaforme digitali e degli affitti brevi che attraggono il turismo mordi e fuggi, per la mancanza di politiche pensate per gli studenti fuorisede e per la mancanza assoluta di interventi di edilizia residenziale pubblica. Così, l’assessora all’ubanistica e vicesindaca di Napoli Laura Lieto sottolinea la necessità di un intervento di regolazione sugli affitti brevi e di «finanziare una legge nazionale per il social housing e l’edilizia residenziale pubblica».
Il tema è ormai internazionale: diverse città europee conoscono fenomeni analoghi tanto che Ursula Von der Leyen ha annunciato di voler nominare un commissario ad hoc sul tema della casa. «Nell’alleanza con i movimenti sociali e le forze politiche – spiega l’assessore torinese Rosatelli – vogliamo porre al centro dell’attenzione della nuova commissione europea il tema della casa». Anche per questo motivo gli amministratori si vedranno ancora tra sette giorni a Torino, in occasione dell’iniziativa Eurocity, per costruire una mobilitazione su scala Ue.
Ma servono anche politiche nazionali, sul tema il governo Meloni latita e molte idee sono già contenute nella proposta Alta tensione abitativa. Le città chiedono una legge quadro che garantisca l’uniformità territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica e che riconosca il diritto alla casa tra i livelli essenziali delle prestazioni Sociali. «Andiamo incontro ad una bomba sociale – spiega l’assessore romano Tobia Zevi – Chiediamo alla presidente Meloni o al ministro Salvini di riceverci come non è mai stato fatto in questi anni». Tra le proposte: una legge quadro sull’edilizia residenziale pubblica e per gli alloggi sociali, un aumento dei fondi per l’affitto e per le morosità incolpevoli, una norma per recuperare gli edifici pubblici vuoti da troppi anni e una legge che regoli gli affitti brevi.
«Abbiamo messo in campo è un’alleanza municipalistica per il diritto alla casa, tema che per noi è una priorità, cosa che non sembra per il governo – aggiunge da Bologna Emily Clancy – Abbiamo proposto una legge nazionale sulla casa, contro le ventuno attuali leggi differenti per ogni Regione e per le Province autonome, una legge sugli affitti brevi e una per le persone senza fissa dimora affinché vengano dedicati loro spazi e risorse».
* Fonte/autore: Giuliano Santoro, il manifesto
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