Tentato attentato contro Trump? Lui se la prende coi democratici
In Florida. L’uomo fermato dagli spari degli agenti. Ma l’accusa farà fatica: troppo distante dal tycoon
NEW YORK. Domenica pomeriggio Donald Trump stava giocando a golf nel suo club di Palm Beach in Florida, e si stava muovendo tra le buche cinque e sei, circondato dai servizi segreti, insieme al suo amico e mega donatore repubblicano Steve Witkoff, quando si sono uditi degli spari. Ad aprire il fuoco era stato un agente dei servizi segreti che aveva individuato una canna di fucile tipo AK-47 spuntare da dei cespugli, a 300-500 metri dal bordo del percorso che avrebbe dovuto fare Trump per la partita. Gli agenti hanno sparato almeno quattro colpi in quella direzione. Non è chiaro se l’uomo abbia risposto al fuoco prima di scappare a bordo di una Nissan nera, lasciando dietro di sé l’arma, due zaini, una giacca antiproiettile e una telecamera GoPro.
UNA PERSONA che era fuori dal golf club, insospettita dalla frenesia dell’uomo alla guida della Nissan, ha fotografato la targa e ha informato le forze dell’ordine che, grazie a questo intervento, poco dopo hanno fermato l’uomo in fuga in auto. L’identità del (tentato ) attentatore è stata rivelata poche ore dopo: Ryan Wesley Routh, 58 anni, originario del North Carolina ma residente alle Hawaii dove lavora come muratore. Sui suoi canali social sono stati trovati numerosi e appassionati post relativi all’Ucraina, dove sarebbe andato nel 2022 per combattere a fianco degli ucraini e reclutare soldati per unirsi alla guerra.
ROUTH è anche un sostenitore di Taiwan e, secondo la Cnn, è stato arrestato otto volte per reati minori, ma anche per possesso di un’arma da mass shooting, una mitraglietta semi automatica. Lo sceriffo della contea di Palm Beach ha detto che «quando è stato arrestato il sospetto era calmo e non armato». Ora è accusato di crimini federali per possesso di armi, nonostante fosse già stato condannato per un’arma che aveva il numero di serie parzialmente cancellato. Routh rischia 15 anni di prigione per la prima accusa e altri cinque per la seconda.
Una seconda udienza è fissata per il 23 settembre ma, ha fatto notare il procuratore statale di Palm Beach, Dave Aronberg intervistato dalla Msnbc, potrebbe essere difficile per la corte federale dimostrare che l’obiettivo di Routh fosse inequivocabilmente Trump, vista la distanza a cui si trovava, troppa per confermare l’ipotesi di tentato omicidio del tycoon.
È LA SECONDA volta in due mesi che qualcuno cerca di uccidere Donald Trump che ha subito puntato il giro contro i democratici che ritiene responsabili di questo clima di violenza nei suoi confronti, nonostante il primo attentatore, Thomas Crooks, votasse per i repubblicani e che Routh nel 2016 abbia votato proprio per lui.
IN QUESTA TORNATA elettorale, invece, aveva sostenuto prima le candidature dei repubblicani Vivek Ramaswamy e Nikki Haley, per poi passare all’allora rappresentante statunitense delle Hawaii Tulsi Gabbard, che nel frattempo ha lasciato il partito democratico e ha appoggiato Trump.
In realtà il presidente degli Stati uniti Joe Biden e la candidata democratica alla presidenza Kamala Harris si sono detti «sollevati» dal fatto che Trump stia bene. «Non c’è spazio per la violenza in America», ha scritto Harris su X. A questo post, però, ha risposto il social media manager della campagna Trump, Dan Scavino, che ha dato ad Harris della «cazzara», full of shit, ribadendo che il clima di violenza sarebbe una sua responsabilità.
Trump non si è risparmiato con continui sms e post sui suoi canali social, incluso uno lunghissimo e per metà in maiuscolo in cui sostiene, fra le altre cose, che «le bugie, come esemplificato dalle false dichiarazioni rilasciate dalla compagna Kamala Harris durante il dibattito Abc truccato e altamente partigiano, e tutte le ridicole cause legali specificamente progettate per infliggere danni all’avversario politico di Joe, poi di Kamala, ME, hanno portato la politica nel nostro Paese a un livello completamente nuovo di odio, abuso e sfiducia. A causa di questa retorica della sinistra comunista, i proiettili stanno volando, e la situazione non potrà che peggiorare! Permettere a milioni di persone, da luoghi sconosciuti, di invadere e prendere il controllo del nostro Paese, è un peccato imperdonabile».
Nonostante entrambi gli attentatori siano statunitensi, Trump ha accusato «terroristi, criminali e malati mentali» che devono essere subito «deportati nei loro paesi di origine».
SONO ARRIVATE reazioni anche dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky che ha scritto su X: «Questo è il nostro principio: lo stato di diritto è fondamentale e la violenza politica non ha posto in nessuna parte del mondo». Da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda sui possibili collegamenti di Routh con l’Ucraina, ha affermato: «Giocare con il fuoco ha le sue conseguenze».
* Fonte/autore: Marina Catucci, il manifesto
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