Ddl sicurezza. Scontro al senato, sabato corteo a Roma
I 1500 emendamenti e i tentativi della destra di accelerare. La piazza di sabato a Roma potrebbe sparigliare le carte. Intanto Maurizio Gasparri se la prende con Elio Germano: «È un cattivo maestro»
In attesa della grande manifestazione nazionale di sabato 14 dicembre a Roma contro il Ddl sicurezza, il testo continua a essere all’esame delle commissioni congiunte giustizia e affari costituzionali del senato.
IL DISEGNO di legge si compone di 38 articoli, la commissione ha approvato i primi 9, che sono quelli meno densi e per i quali sono stati presentati meno emendamenti. In tutto, gli emendamenti sono circa 1500, mille dei quali presentati da Avs, gli altri dalle altre forze di opposizione. Molti di questi sono esplicitamente ostruzionistici: servono a prendere tempo e a sperare che nel frattempo cresca una mobilitazione nella società che possa impedire l’approvazione definitiva.
LA MAGGIORANZA, dal canto suo, ha i numeri per arrivare al sì definitivo e spinta da questi rapporti di forza prova ad accelerare. Sono stati dichiarati improcedibili o inammissibili un centinaio di emendamenti, perché considerati fuori tema. Contro questa decisione le opposizioni hanno presentato ricorso prima alla commissione stessa (rigettato) e ora al presidente del senato. A questo punto, col procedere dell’esame nel merito, si capirà come intende porsi la maggioranza. Potrebbero utilizzare trucchi ed escamotage, come il «canguro» (il meccanismo che consente di accorpare gli emendamenti uguali o simili) o la tagliola.
RESTA IL FATTO che se una modifica dovesse passare, il Ddl dovrebbe andare alla camera per la terza lettura. Tutti gli occhi sono puntati sull’articolo 18, quello che impedisce la vendita di Cbd o cannabis light. La destra si è fatta prendere la mano e ha scritto un articolo che sradica l’intera filiera della cannabis, anche quella che produce tessuti o sedie impagliate: si tratta di migliaia di lavoratori, centinaia di aziende e un valore di mercato potenziale stimato attorno ai 500 milioni di euro. Alcuni nella maggioranza, anche in seguito alle proteste delle associazioni di categoria, se ne sono accorti e stanno pensando a qualche correttivo. Potrebbe essere particolarmente sensibile al tema la Lega, visto che a nordest ci sono molte aziende del settore. Ma qui sta l’inghippo: la maggioranza potrebbe far ricorso a una leggina interpretativa ex post per modificare il Ddl senza dover ricorrere alla terza lettura.
INSOMMA, il catalogo di nemici pubblici indicati dalla destra negli articolo che compongono il Ddl assomiglia sempre di più, per la concretezza delle questioni che investe e per lo scontro che sta generando, alla quarta riforma dell’era Meloni: dopo autonomia differenziata, premierato e separazione delle carriere ecco il «modello Ungheria» contro le lotte sociali e le forme di vita considerate non compatibili. «Anche in questo caso – riflette Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi Sinistra, che sta conducendo la battaglia in commissione – Se la legge dovesse passare si potrebbe pensare sia al referendum che al ricorso alla Corte costituzionale, visto che molti di questi articoli hanno parecchi problemi di compatibilità con la Carta».
MA PRIMA, c’è la possibilità di fermarli con le mobilitazioni. La presa di posizione degli artisti in difesa del dissenso e contro il Ddl ha colpito nel segno: ieri il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri se l’è presa con Elio Germano, colpevole di aver sottoscritto l’appello a manifestare. «Ha interpretato un ruolo da comunista in un film e, ormai prigioniero di quel personaggio, parla a ruota libera – dice Gasparri – Sono le persone come Elio Germano che, dicendo cose non vere, alimentano la disinformazione, che colpisce la coscienza di giovani. I cattivi maestri come Elio Germano sono davvero negativi».
* Fonte/autore: Giuliano Santoro, il manifesto
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