L’ONU sospende gli aiuti a Gaza, troppo pericoloso

L’ONU sospende gli aiuti a Gaza, troppo pericoloso

Loading

Nuove trattative sul cessate il fuoco. Oxfam Italia denuncia: «Israele sta finalizzando il suo piano di pulizia etnica»

 

«Non è sicura da mesi» la linea di confine a cavallo del valico di Kerem Shalom, tra l’est della Striscia e Israele, e così il passaggio degli aiuti umanitari è stato sospeso. Ieri l’annuncio su X di Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi messa al bando dalla Knesset poco più di un mese fa: «La consegna degli aiuti umanitari non deve mai essere pericolosa o trasformarsi in un calvario», ha commentato in riferimento ai continui saccheggi ai camion d’aiuti da parte di bande armate. Dopo la chiusura a maggio del valico di Rafah, al confine egiziano, quello di Kerem Shalom era rimasto l’unico passaggio tra Israele e Gaza per le consegne di aiuti.

CIRCA 24 MILIONI di dollari di aiuti umanitari per Gaza arriveranno presto dal Regno unito, che nelle parole della ministra Anneliese Dodds ha esortato Israele a «garantire l’accesso senza ostacoli». Scuse terminate pure, secondo Tobias Lindner, vice ministro tedesco degli affari esteri: «Il diritto di Israele alla legittima autodifesa trova i suoi limiti nel diritto umanitario internazionale».
E corre alle giustificazioni la Cogat, l’unità del governo israeliano che coordina le attività nei Territori occupati, facendo sapere con una nota di continuare «a lavorare con la comunità internazionale per aumentare la quantità di aiuti sia attraverso il valico di Kerem Shalom che attraverso gli altri quattro valichi».

Sembra fiducioso anche il ministro Antonio Tajani, presente ieri al Cairo alla Conferenza per rafforzare la risposta umanitaria a Gaza, dove ha rivendicato che «il governo italiano è stato in grado di fornire 40 tonnellate di medicine e cibo pochi mesi fa, oltre a 15 veicoli per gli aiuti umanitari e la loro distribuzione».

SEPPUR VERO, una goccia nel mare: l’Unrwa e diversi rapporti di ong locali riferiscono che nell’ultimo mese sono entrati a Gaza solo 65 camion di aiuti al giorno, rispetto alla media di 500 prima dell’invasione del 7 ottobre. E 100mila tonnellate di aiuti, che sarebbero sufficienti a sostenere Gaza per quattro interi mesi, sono attualmente bloccati fuori dalla Striscia, come riporta il consulente dell’Unrwa alla tv Al-Araby. Ancora in Egitto, domenica sera una delegazione di Hamas ha incontrato il capo dell’intelligence generale egiziana e alcuni suoi funzionari, insieme al generale maggiore Hassan Rashad. Sul tavolo, le ennesime trattative per un possibile cessate il fuoco, per l’ingresso degli aiuti e la riapertura del valico di Rafah.

PROPRIO a est del valico egiziano ieri l’esercito israeliano ha aperto il fuoco uccidendo almeno 12 persone, riporta Al Jazeera Arabic. Preso di mira da un attacco aereo un negozio nel mercato di Al-Zawiya, a Gaza City, diversi i morti e i feriti. Nelle immagini riportate dai media locali, i residenti tentano di spegnere le fiamme utilizzando mezzi di fortuna, vista la totale impossibilità per le squadre di soccorso civile di raggiungere l’area. Oltre 200 palestinesi uccisi nelle ultime 48 ore sono ancora sotto le macerie delle abitazioni distrutte a nord, secondo la testimonianza di Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan.

Sulla catastrofe umanitaria, materiale e ambientale nel nord di Gaza è arrivato pochi giorni fa l’allarme di Oxfam Italia: «Israele sta finalizzando il suo piano di pulizia etnica», e i dati non sembrano smentire. A oltre 60 giorni dell’assedio israeliano via terra, mare e cielo, l’ufficio dei media di Gaza conta già 3.700 persone uccise o disperse. Di queste, 2.400 sono ancora sotto le macerie. Superano quota 10mila i feriti, e 1.750 palestinesi sono stati arrestati nel corso dell’offensiva che ha colpito ferocemente le infrastrutture idriche, e settori vitali come quello sanitario.

L’ONG Action for Humanity ha denunciato che nell’enclave palestinese non ci sono più «zone umanitarie» e che l’85% dei palestinesi che si rifugiano a Deir el-Balah e al-Mawasi ha difficoltà a comprendere gli ordini di evacuazione. Il resto non è in grado di evacuare a causa di disabilità o responsabilità di cura verso altre persone.

* Fonte/autore: Enrica Muraglie, il manifesto

 

 

 

 

ph Photo Unicorn Riot
Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Stati Uniti ( CC BY-NC-SA 3.0 USLicenza) 2024



Related Articles

Tunisia. Voto a sorpresa alle presidenziali, premiati un «salafita» e un populista

Loading

Alle presidenziali risultati inattesi: arriva primo l’ultraconservatore Saied, secondo il magnate della tv in prigione Karoui. Ballottaggio entro un mese

L’inquinamento uccide, di più in Italia: 61mila morti in 17 anni

Loading

Non uccide solo il lavoro: 17 mila persone in dieci anni. Uccide anche l’aria che respiriamo. La denuncia dell’Agenzia europea dell’ambiente

Tsipras trova l’accordo ma perde Syriza Il partito è imploso

Loading

La Grecia dice sì all’accordo con l’ex Troika. Ora però ha il problema di trovare un governo in grado di implementarlo. L’esecutivo di Alexis Tsipras e Syriza sono usciti a pezzi

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment