Mediterraneo. Salvata Yasmine, bambina sola in mezzo al mare, 44 scomparsi
Il veliero Trotamar III ha portato a Lampedusa l’11enne ritrovata appesa a due camere d’aria. Nessuna traccia degli altri migranti. Alarm Phone: un barcone con 130 persone si è ribaltato davanti alle coste tunisine
L’hanno sentita gridare nel buio del Mediterraneo. Era sola. In acqua. Aggrappata a due camere d’aria. «Stavamo navigando alla ricerca di un barcone in pericolo, segnalato in un punto più lontano, quando a bordo sono arrivate le urla della bambina», racconta Katja Tempel, di Compass collective. L’organizzazione nasce dal movimento anti-nucleare tedesco, attivo nella Bassa Sassonia dagli anni ’80, e gestisce un veliero che fa ricerca e soccorso, il Trotamar III.
PRIMA DELL’ALBA di ieri, quando l’orologio segnava le 3.20, il suo equipaggio ha assistito a poche miglia da Lampedusa a una scena difficile da credere, persino da immaginare. L’incrocio tra un film dell’orrore e uno sul miracolo di Natale. Una bambina, che dalle prime informazioni avrebbe 11 anni e sarebbe originaria della Sierra Leone, galleggiava nel mare di dicembre, di notte, ma viva.
«Non aveva con sé né acqua potabile né cibo ed era ipotermica, ma reattiva e orientata. Ci siamo presi cura di lei e l’abbiamo consegnata al servizio di soccorso di Lampedusa alle 6 del mattino», rende noto lo skipper Matthias Wiedenlübbert, alla guida del Trotamar III.
DELLE ALTRE 44 PERSONE che viaggiavano con lei, della barca su cui era partita dalla città tunisina di Sfax nessuna traccia. «Era buio, abbiamo cercato, ma nulla», raccontano i soccorritori. Dopo il salvataggio hanno perlustrato l’area circostante senza esito. La bambina aveva detto subito degli altri naufraghi, tra i quali c’è anche suo fratello (il padre, invece, è ancora in Tunisia in attesa di partire).
Un paio di compagni di viaggio, prima di essere risucchiati chissà dove, sarebbero stati in acqua nelle vicinanze della sopravvissuta. Almeno per un po’: lei dice «il primo giorno», raccontando di aver combattuto tra le onde, aggrappata alla plastica, per due giorni. Qui l’orrore si mischia di nuovo al miracolo perché è difficile credere sia possibile rimanere vivi così tanto nel mare invernale. Secondo i medici che l’hanno visitata al poliambulatorio di Lampedusa è verosimile sia stata a mollo per diverse ore. Resta comunque un evento straordinario: generalmente in questo periodo ipotermia e morte per assideramento arrivano molto più rapidamente, a volte in appena 15-20 minuti. «Le condizioni di salute sono buone. La bambina è stata tenuta sotto osservazione e poi ha fatto un colloquio con la psicologa della Croce rossa presente nell’hotspot», ha dichiarato Francesco D’Arca, responsabile del poliambulatorio di Lampedusa.
SUL CASO la procura di Agrigento ha aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Fino a ieri sera non era arrivata invece nessuna comunicazione dalle autorità che si occupano dei soccorsi. Stranamente tre motovedette della guardia costiera impegnate a pattugliare l’area hanno acceso l’Ais, il segnale che permette di tracciarle, mostrando i percorsi a pettine realizzati in questi casi. Nell’operazione sarebbero stati impegnati anche mezzi della guardia di finanza e due aerei.
Secondo l’ong Mediterranea nelle ultime due settimane sono mancati all’appello tre barconi partiti dalla Tunisia per cui Alarm Phone aveva lanciato l’Sos (160 persone in totale). Il centralino ieri ha comunicato che un’imbarcazione di legno si sarebbe ribaltata davanti alle coste tunisine. Almeno due i morti confermati, ma non è chiaro cosa sia accaduto a tutti gli altri.
INTANTO tra lunedì e martedì a Lampedusa sono sbarcati quasi 600 migranti. Molti i siriani. L’Oim afferma che nel 2024 lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono scomparse oltre 1.500 persone. Altre 20.894 sono state riportate con la forza in Libia.
* Fonte/autore: Giansandro Merli, il manifesto
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