Gaza, Israele fa strage in una scuola mentre a Doha riprendono i colloqui

Gaza, Israele fa strage in una scuola mentre a Doha riprendono i colloqui

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L’esercito israeliano avrebbe approvato un piano per evacuare i soldati nel caso di tregua. In Cisgiordania attacchi dei coloni. E a Jenin l’Anp «ha superato tutti i limiti»

 

Ieri pomeriggio Israele ha bombardato la scuola Zainab al-Wazir, diventata rifugio per decine di famiglie a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza sotto assedio da più di tre mesi. L’attacco ha ucciso otto persone, di cui due bambini e due donne. Non era la prima volta che l’esercito colpiva l’edificio.

Nel nord di Gaza chiunque giri per strada è un bersaglio, che può trovare la morte per mano dei cecchini, sotto i colpi dei mezzi militari israeliani o dei droni. Ma non è detto che chi prova a rifugiarsi e sopravvivere in qualche rifugio nonostante la carenza di acqua e cibo, sia al sicuro. L’esercito ha ammesso la propria responsabilità, dichiarando tuttavia di aver colpito un «centro di comando e controllo» di Hamas.

LE BOMBE non risparmiano nemmeno il sud e il nord della Striscia. Si sono tenuti ieri i funerali del giornalista Saed Abu Nabhan, ucciso venerdì da un cecchino israeliano a Nuseirat. Un telefonino ha registrato l’assassinio: mentre alcune persone soccorrono un uomo anziano trasportandolo su una barella di fortuna, un cecchino apre il fuoco. Nella fuga, il reporter con la pettorina Press cade ferito. Inutili i tentativi di salvargli la vita.

Sempre nel centro di Gaza, a Deir el-Balah, una ragazza insieme a suo nonno e a un altro uomo anziano hanno perso la vita ieri nel bombardamento di una tenda per sfollati. La municipalità di Gaza City ha fatto sapere che il 75% dei pozzi d’acqua e circa 100mila metri di condutture idriche sono stati distrutti o danneggiati dagli attacchi israeliani, lanciando un appello alla comunità internazionale perché fornisca i materiali necessari a ripristinare le strutture che potrebbero salvare diverse vite. All’ospedale Al-Awda la situazione è sempre più disperata. I medici inviano messaggi angoscianti che raccontano di bombe e spari contro i reparti della struttura ospedaliera di Gaza nord.

Le autorità palestinesi hanno dichiarato che, grazie allo sforzo delle organizzazioni internazionali, una certa quantità di carburante è stata consegnata agli ospedali ancora funzionanti, dopo che la carenza di combustibile aveva causato lo spegnimento di macchinari medici salvavita e la chiusura di interi reparti. Ma l’arrivo di aiuti umanitari rimane estremamente limitato: in uno degli ultimi tentativi di ingresso, su 21 camion organizzati dall’Onu solo 10 hanno avuto l’autorizzazione di consegna da parte delle autorità israeliane.

ANCHE IN CISGIORDANIA la situazione si fa sempre più difficile. A Jenin, testimoni hanno riferito ad Al Jazeera che le forze dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno bloccato i giornalisti che intendevano entrare nel campo profughi e impedito loro di riportare le notizie degli scontri con i combattenti. Un giornalista è stato arrestato. La città è completamente assediata dall’Anp, le forniture di acqua e di elettricità sono state tagliate nel campo, non arrivano neanche cibo e medicine.

In un comunicato, la Commissione stampa di Jenin ha dichiarato che gli uomini di Abu Mazen hanno «superato tutti i limiti», che non risparmiano neanche gli ospedali, trasformati «in caserme militari» dove i feriti vengono trascinati via dalle sale operatorie per essere arrestati. L’esercito israeliano, intanto, ha attaccato ieri i villaggi palestinesi nella zona di Nablus e bloccato le vie di accesso della città. Raid anche in diverse zone di Ramallah: i coloni hanno assaltato i villaggi, danneggiando auto e proprietà palestinesi.

Intanto, Netanyahu ha inviato a Doha una delegazione guidata dal capo del Mossad, David Barnea, e composta da importanti membri di esercito e intelligence. Nella capitale del Qatar sono ripresi i colloqui per un accordo di pace tra Israele e Hamas.

ACCORDO CHE potrebbe essere, stavolta, davvero vicino. Notizie sullo smantellamento di strutture militari di Tel Aviv lungo il corridoio Netzarim sono confermate dalle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui l’esercito avrebbe di recente approvato un piano per l’evacuazione veloce dei militari dalla Gaza da usare, probabilmente, nel caso si raggiungesse un’intesa vantaggiosa con Hamas.

* Storica, esperta di Paesi Islamici, documentarista

Fonte/autore: Eliana Riva, il manifesto



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