Germania. Monaco, muro antifascista: 300mila in piazza contro AFD

Oltre 320mila gli antifascisti scesi in piazza ieri per fermare la deriva di destra che in Germania sta facendo a pezzi i diritti non solo dei migranti
BERLINO. L’incessante protesta popolare contro lo sdoganamento dei fascio-populisti di Afd da parte dello Spitzenkandidat Cdu Friedrich Merz si sposta nel cuore della Baviera, da sempre governata dalla Csu, l’altra metà dell’Union democristiana.
A Monaco sono oltre 320mila gli antifascisti scesi in piazza ieri per fermare la deriva di destra che in Germania sta facendo a pezzi i diritti non solo dei migranti. Una partecipazione ancora una volta trasversale sotto il profilo politico e anagrafico, e superiore a qualunque aspettativa: il colossale Theresenwiese – lo spazio pubblico di 420mila metri quadri dove in autunno si svolge l’Oktoberfest – è bastato appena a contenere la massa di tedeschi ostinati a voler difendere il Brandmauer – il “muro tagliafuoco” antifascista – contro Afd.
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«La democrazia ha bisogno di te!» è l’appello che suona come ultima chiamata quando mancano due settimane all’apertura delle urne destinate a partorire l’esito più di nero per la Germania multicolore ereditata dall’era Merkel. Sul palco la giovanissima portavoce del Fridays for Future, Maren Mitterer, rivendica il primato della «resistenza» che non può essere più affidata solo all’argine dei partiti democratici al Bundestag né rimanere appesa ai disinvolti giochi politici del capo della Cdu: «Se il muro antifascista cade o resta in piedi lo decidiamo noi, non Merz».
In totale da inizio gennaio 1.310.000 tedeschi hanno partecipato alle manifestazioni contro i fascio-populisti in tutto il paese. Ieri la lista delle proteste contemporanee da Aachen fino a Zwickau sul sito che riunisce il cartello di associazioni, ong, partiti, sindacati e confessioni religiose riempiva 66 pagine. Tuttavia, nessuno in Germania si fa più illusioni. Nonostante l’enorme moto di repulsione verso Afd e la marea di iniziative spontanee capaci di ritessere dal basso la rete antifascista, il partito di Alice Weidel continua a valere il 21% nei sondaggi, il doppio delle scorse elezioni.
La leader dei fascio-populisti si conferma immune a qualunque dose dell’indignazione popolare che invece ha colpito Cdu, liberali e il Bsw di Sahra Wagenknecht: le tre forze schierate a favore della legge anti-migranti di Merz respinta dal Parlamento. Soprattutto la Cdu-Csu è arretrata fino a finire sotto la soglia del 30% nei sondaggi; e di questo si compiace Weidel che mira a pescare nel bacino di voti dei conservatori doc nell’orbita democristiana. Per lei è un altro muro fino a ieri invalicabile, ora facile da scalare.
* Fonte/autore: Sebastiano Canetta, il manifesto
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