Grazia Zuffa e il giacimento di idee sempre controcorrente di ‘Fuoriluogo’

Grazia Zuffa e il giacimento di idee sempre controcorrente di ‘Fuoriluogo’

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Nelle tante battaglie comuni per i diritti hai e abbiamo avuto ragione, pur se “loro” hanno  la forza, il disprezzo per la verità, la repressione del diverso, l’arroganza del potere e li esercitano senza scrupoli

Cara Grazia, sono andato a rileggere i tuoi contributi (anche con lo pseudonimo di Salvina Rissa) sul nostro amato “Fuoriluogo”, cui avevamo dato vita assieme, una vita fa. È un autentico giacimento di idee, tensioni, proposte, collegamenti, passioni, oltre che di ricordi, anche a distanza di un quarto di secolo. Riguardando tuoi articoli mi è tornato in mente il sentimento che ho sempre provato nei tuoi confronti, assieme alla stima e all’affetto.

Un po’ me ne vergogno, perché non è nobile: è l’invidia. Invidia per la tua intelligenza, per la tua rara capacità di sviscerare con rigore scientifico le problematiche attorno cui costruire iniziativa politica trasformativa, di supportare la passione politica ed etica con solide argomentazioni. E forse più di tutto per la sapienza e tenacia, che hai sempre condiviso con Franco, nel creare rete e mettere in sinergia persone e ambiti, assieme sapendo indirizzare e formare nuove leve e competenze.

La tua è davvero una perdita irrimediabile, ulteriore motivo di sconforto in questi tempi cupi in cui la disumanizzazione e la superficialità trionfano e sembrano dare torto all’impegno di tutta una vita, tuo e dei tanti e tante con te che ora ti piangono. Invece dobbiamo dirci e sapere che nelle tante battaglie per i diritti hai e abbiamo avuto ragione, pur se “loro” hanno ed esercitano senza scrupoli la forza, il disprezzo per la verità, la repressione del diverso, l’arroganza del potere.

***

Una volta mi chiedevi che cosa avevo
e non ti rispondevo.
Ma è divenuto molto difficile
parlare delle ultime cose, madre mia.

Eri atterrita di non potere
parlare più
nemmeno dentro di te
della sola cosa.
Ora il rumore è così violento
così furioso lo scotimento di tutta la realtà
che perfino laggiù
deve venirne il tremito
come nelle cantine della guerra.
Non farò a tempo a fare i conti, non c’è
più il tempo ormai.

Questo dunque è
quello che ancora non sapevo.
Ora lo sai anche tu
lo sappiamo
mentre stiamo per rinascere.

(Franco Fortini, In memoria I)

 

* Fonte/Autore: Sergio Segio, l’Unità

 

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