Messico, uccisi tre attivisti indigeni. Ezln: «Chiediamo giustizia»

Messico, uccisi tre attivisti indigeni. Ezln: «Chiediamo giustizia»

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Lottavano contro il Corridoio transistmico, mega progetto di trasporto merci

 

OAXACA DE JUAREZ. Nel giorno, il 13 febbraio, in cui i movimenti sociali messicani lanciavano la campagna per chiedere verità e giustizia per l’omicidio di Samir Flores Soberanas, ammazzato in Morelos il 20 febbraio di 6 anni fa, in Oaxaca tre attivisti dell’Unión de Comunidades Indígenas de la Zona Norte del Istmo (Ucizoni) venivano assassinati.

«DENUNCIAMO che questa violenza non è un evento isolato, ma fa parte della guerra di sterminio che i mal governi, i cacicchi e gli interessi capitalisti impongono contro i nostri popoli. Cercano di espropriare le nostre terre con il terrore, la persecuzione e la morte, al servizio di oscuri interessi» hanno scritto immediatamente il Congresso nazionale indigeno (Cni) e l’Esercito Zapatista di Liberazione nazionale (Ezln). «Chiediamo giustizia per i nostri fratelli caduti, il rispetto dell’autonomia delle comunità indigene e la garanzia di sicurezza per la popolazione di El Platanillo. Riteniamo i governi statale e federale responsabili della loro omissione e complicità in questa escalation di violenza», proseguono le due organizzazioni indigene.

Nel Messico di Morena, prima di Andres Manuel Lopez Obrador (Amlo) e ora di Claudia Sheinbaum, i megaprogetti estrattivisti e infrastrutturali si impongono con la forza e quando serve con la repressione, tanto che si muore per difendere il territorio. Samir Flores lottava contro il Progetto Integrale Morelos (Pim) e solo poco settimane prima del suo omicidio aveva detto in faccia al presidente Lopez Obrador che era un «traditore».

AMLO IN CAMPAGNA elettorale aveva detto no al Pim e poi, appena eletto, aveva cambiato posizione. Proprio per questo il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra e dell’Acqua ha da sempre assegnato la responsabilità al governo federale per quanto accaduto a Samir. Wilfrido Atanacio, Victoriano Quirino e Abraham Chirino lottavano contro il Corridoio transistmico, mega progetto di trasporto merci che dovrebbe collegare il Golfo del Messico all’Oceano Pacifico attraverso l’istmo di Tehuantepec. Sono stati ammazzati, secondo l’organizzazione a cui appartenevano, con la scusa del conflitto per la definizione dei confini tra le comunità di Santo Domingo Petapa e San Juan Mazatlán. L’Ucizoni chiede in un comunicato stampa «che il governo dello stato agisca in modo imparziale e fornisca garanzie alla popolazione per evitare una tragedia; chiediamo che la Procura Generale dello Stato di Oaxaca agisca nel rispetto della legge e applichi la legge ai responsabili degli eventi violenti che si sono verificati. È questa la governance che viene propagandata?».

EZLN E CNI hanno scritto: «Chiunque non abbassi la testa e diventi un servo delle 4T (le quattro trasformazioni del Messico: il programma politico di Amlo e ora del nuovo governo, ndr) viene perseguitato, sfollato, imprigionato e ucciso. Di fronte ai loro colpi: resistenza e ribellione! In difesa della madre terra e dei suoi guardiani. Siamo solidali con l’Ucizoni e con tutte le comunità indigene che, nonostante la repressione, continuano a lottare, difendendo la vita e la dignità».

* Fonte/autore: Andrea Cegna, il manifesto

 

 

ph Congreso Nacional Indígena



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