Torino. Il Tar boccia la questura e revoca i fogli di via agli ecoattivisti

L’azione di Extinction Rebellion era costata diverse denunce e quattro provvedimenti amministrativi
Il Tar del Piemonte ha annullato in via definitiva i fogli di via che il questore di Torino aveva comminato a quattro attivisti di Extinction Rebellion che il 29 novembre del 2023 avevano appeso uno striscione sul tetto dell’Oval del Lingotto per protestare contro l’Aerospace and Defense Meeting, convention del settore spaziale e tecnologie con più di un addentellato con l’industria militare. Gli stendardi dei contestatori finiti nel mirino delle denunce e dei provvedimenti restrittivi portavano la scritta: «Qui si finanzia guerra e crisi climatica».
Diffondendo la notizia, da Extinction Rebellion, spiegano che, nella sentenza, il giudice del Tar ha evidenziato «come la decisione del questore fosse caratterizzata da ‘eccesso di potere per carenza di istruttoria, difetto e illogicità della motivazione’. Le persone colpite da foglio di via, infatti, ‘non possono essere definite pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica’, ovvero il requisito essenziale per poter notificare un foglio di via, ‘poiché non sono dedite alla commissione di reati, non hanno precedenti condanne e i reati ipotizzati dalle forze dell’ordine sono stati archiviati dalla procura di Torino’». Sia la procura e che il Tar inoltre «sono unanimi nel sottolineare la natura nonviolenta della protesta e il diritto costituzionale al pacifico dissenso come ulteriore elemento di valutazione per la non sussistenza dei reati».
«Le motivazioni di questa sentenza sono l’ennesima conferma di una gestione repressiva del dissenso in questo paese – commenta Extinction Rebellion – Dai trattenimenti prolungati in Questura fino alle continue denunce pretestuose e le misure di prevenzione illegittime: è evidente che denunciare le politiche di investimento in armi e guerra del governo, piuttosto che su clima e ambiente, è qualcosa che deve essere punito e messo a tacere».
Dopo l’azione di protesta vennero portate in questura nove persone, poi rilasciate con denunce per manifestazione non preavvisata, non ottemperanza con un ordine dell’autorità, invasione e violenza privata. La Procura di Torino aveva poi archiviato, per tutti gli indagati, a gennaio 2024. A quattro delle persone fermate all’Oval, non residenti a Torino e senza legami di lavoro o studio con la città, era stato notificato un foglio di via. Nelle settimane successive, inoltre, a due delle persone fermate, non passibili di foglio di via, era stato notificato un avviso orale del questore. «Anche questa volta, giustizia è stata fatta», ribadiscono. Ma è il caso di dire che la verità giudiziaria è stata ristabilita a caro prezzo, visto che i ricorsi ai tribunali amministrativi, che sono competenti per questo tipo di misure, sono particolarmente costosi: in questo caso la rete ambientalista ha dovuto spendere circa seimila euro, cifra evidentemente al di fuori della portata di molti degli attivisti, che spesso vengono colpiti da misure del genere. Da Extinction Rebellion concludono così: «Chiediamoci quale sia il costo sostenuto dallo stato, e quindi da noi cittadini e cittadine, per un procedimento che non avrebbe mai dovuto iniziare».
* Fonte/autore: il manifesto
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