Terrorismo euro-psicologico: il kit di sopravvivenza in una borsetta

Crisi ucraina «La strategia della preparazione» all’attacco russo
«Le nuove realtà richiedono un nuovo livello di preparazione in Europa. I nostri cittadini, i nostri stati membri e le nostre aziende hanno bisogno degli strumenti giusti per agire, sia per prevenire le crisi sia per reagire rapidamente quando si verifica un disastro». Con queste parole la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen introduce la Strategia della preparazione, pensata «per prevenire e contrastare le minacce emergenti e le crisi».
Cosa c’è dietro questa retorica? L’idea di fondo, sostengono le vicepresidenti Roxana Minzatu e Hadja Lahbib, chiamate a presentarne i contorni in conferenza stampa, non vorrebbe essere quella di spaventare i cittadini europei, ma al contrario rassicurarli. «Prepararsi in anticipo è l’opposto che seminare il panico», sottolinea la commissaria per la cooperazione internazionale, la belga liberale di origini algerine Lahbib. Ma tra una possibile catastrofe naturale e un’ipotetica nuova pandemia a cui gli europei dovrebbero far fronte, si lascia campo aperto all’inquietudine di un possibile attacco russo su suolo europeo. Così da rendere la Strategia della preparazione una sorta di correlato civile al piano di riarmo messo a punto da von der Leyen. D’altronde dopo le critiche sul nome ReArm, bocciato apertamente dal presidente spagnolo Sánchez, ma anche da Meloni, la presidente della Commissione si è applicata a un fulmineo rebranding. ReArm ora si chiama Readiness2030, cioè prontezza: la convergenza è evidente.
«L’Europa deve essere pronta ad affrontare tutte le minacce e il modo migliore per farlo è anticiparle», commenta la responsabile della politica estera Ue Kaja Kallas. Ma da cosa è minacciata la sicurezza del Vecchio continente? Risponde ancora Lahbib, che indica Kiev come termine di paragone e anche come modello: «Negli ultimi tre anni in Ucraina abbiamo visto un campo di battaglia con proiettili, droni, aerei da combattimento, trincee e sottomarini». E ancora, a mettere in pericolo «stile di vita europeo e democrazia» ci sono una quantità di insidie nascoste «nei nostri telefoni, nei computer, nelle centrali elettriche o nelle banche, nei media e nei social media». Anche per queste parole, la delegazione 5S (gruppo Left) all’Eurocamera, definisce il piano della Commissione «puro terrorismo psicologico».
Senonché la commissaria Lahbib è stata anche protagonista del video, diventato virale, sul kit di sopravvivenza. Lei stessa lo ha diffuso attraverso i propri canali social, guadagnandosi uno squarcio di popolarità inconsueto per le alte cariche europee. Ha provato così a far passare in secondo piano il contenuto minaccioso della Strategia. Nel video, l’ex ministra belga degli Esteri – prima ancora giornalista e presentatrice televisiva – mostra l’improbabile contenuto della sua borsa: acqua, medicine, coltellino svizzero, pile, radio, caricabatterie e tutto quello che serve per resistere fino a 72 ore in caso di crisi, ma sempre con ilarità. Poi parlando ai giornalisti, ha scherzato sulla propria capacità di stoccaggio, ben mirata, per poter fare la pasta alla puttanesca (ha detto così, in italiano).
Critiche arrivano ancora dagli eurodeputati 5S: «Si divertono a giocare, mentre la guerra in Ucraina continua». Di tutt’altro parere il gruppo S&D: «La preparazione è costruita da società forti» e rivendicano la Strategia, presentata anche dalla commissaria socialista Minzatu, come richiesta centrale dei socialisti europei.
Il nuovo piano, diversamente dal riarmo e dal sostegno all’Ucraina, non ha un carattere legislativo. Si tratta piuttosto di una serie di consigli e strumenti che l’esecutivo europeo fornisce ai governi nazionali, i quali resteranno liberi di accoglierli o meno.
* Fonte/autore: Andrea Valdambrini, il manifesto
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