Turchia. Arrestato il sindaco di Istanbul rivale di Erdogan

Retata contro il primo partito di opposizione turco, il Chp: oltre 100 detenuti. Il governo vieta le proteste ma la gente scende in piazza. «Sarà il mio popolo a rispondere», scrive Imamoglu dal carcere. Solidarietà dal Dem
Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, la città più grande della Turchia, è stato posto in detenzione provvisoria. All’alba del 19 marzo, la polizia ha fatto irruzione nelle abitazioni di 106 persone. Tra quelle portate in commissariato, oltre al sindaco di Istanbul, anche i sindaci dei municipi di Sisli e Beylikdüzü, diversi funzionari comunali, imprenditori e giornalisti.
Nel momento del suo arresto, con più di cento poliziotti davanti alla porta di casa mentre si preparava a uscire, Imamoglu ha girato un breve video: «Qualcuno vuole usurpare la volontà popolare. Mi affido al mio popolo. Continuerò a lottare contro quella persona e contro coloro che collaborano con lui».
LE ACCUSE alle persone prese in detenzione provvisoria sono «fondazione di un’organizzazione criminale» e «sostegno alle organizzazioni terroristiche Pkk/Kck e ai loro rami Hdk/Dtk». Tra le presunte prove presentate dalla magistratura ci sono proprio le elezioni comunali del 2024, concluse con la vittoria schiacciante delle opposizioni.
Secondo l’accusa, alcuni candidati presentatisi con altri partiti d’opposizione nelle liste del sindaco, oggi accusati di avere legami con organizzazioni terroristiche, sarebbero stati inseriti nei consigli comunali per facilitare l’espansione dello spazio di manovra e dell’influenza di queste organizzazioni. Subito dopo le operazioni la prefettura di Istanbul ha vietato proteste in città per cinque giorni, alcune fermate della metropolitana sono state chiuse e l’accesso ai social media è stato limitato a livello nazionale.
Ekrem Imamoglu era stato rieletto sindaco di Istanbul nel marzo 2024 per il principale partito d’opposizione (i kemalisti del Chp), sconfiggendo con un ampio margine il candidato della coalizione di governo. La sua vittoria, insieme a quella di altri candidati dell’opposizione, ha segnato una significativa sconfitta politica per il governo centrale.
DOPO LA VITTORIA, Imamoglu è finito nel mirino della magistratura. Nel 2019 fu processato per aver definito «idiota» la Commissione elettorale suprema (Ysk) che aveva annullato le elezioni, poi comunque vinte dal Chp al secondo turno. Sempre nel 2019 fu indagato per le critiche al prefetto di Rize, che gli aveva negato l’accesso alla sala Vip dell’aeroporto locale. Nel 2022 è stato indagato per «offesa a dipendente pubblico»: aveva definito l’ex sindaco di Tuzla (dell’Akp, partito del presidente Erdogan) «un sindaco che non fa i suoi compiti».
E nel 2023 per presunte irregolarità in un bando pubblico quando era sindaco di Beylikdüzü. Il Consiglio di Stato ha chiuso il caso, ma un ricorso del ministero degli interni ha riaperto il processo. Quest’anno Imamoglu è stato processato per aver definito «crollo del sistema giuridico» la nomina di Akın Gürlek, procuratore noto per inchieste contro oppositori, come vice del ministro della giustizia. Pochi giorni fa, la sua laurea in economia è stata annullata dall’Università di Istanbul, mettendo a rischio la possibilità di candidarsi alla presidenza, che richiede un titolo universitario.
Il secondo partito d’opposizione della Turchia, Dem Parti, in un comunicato stampa solidale ha usato queste parole: «Si tratta di un colpo di stato civile realizzato in collaborazione tra il governo e la magistratura». Contemporaneamente, dentro la sede storica dell’Università di Istanbul, davanti alla sede centrale del partito Chp ad Ankara, nel campus dell’Università di Hacettepe a Ankara e attorno al palazzo di città, Saraçhane Istanbul, migliaia di persone si sono radunate per protestare. I lavoratori del comune di Istanbul, Sisli e Beylikdüzü hanno deciso di scioperare in diverse sezioni in solidarietà con i sindaci.
TRA LE REAZIONI dall’estero c’è quella del Consiglio d’Europa: «Condanniamo fermamente l’arresto di Ekrem Imamoglu, democraticamente eletto, che presenta tutti i segni della pressione su una figura politica considerata uno dei principali candidati alle prossime elezioni presidenziali». Gli arresti sono avvenuti pochi giorni prima delle primarie del Chp per eleggere il candidato alle presidenziali del 2028. Nei sondaggi, da anni, Imamoglu risulta l’unico concorrente che potrebbe sconfiggere l’attuale presidente, Erdogan.
Un primo messaggio dal sindaco di Istanbul è arrivato verso l’ora di pranzo tramite il suo avvocato. Su un pezzo di carta, ha scritto: «Sarà il mio popolo a dare la risposta adeguata».
* Fonte/autore: Murat Cinar, il manifesto
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