Gaza. Israele continua a bombardare, colpite anche le ruspe per i soccorsi

È stata l’ondata di attacchi più pesante delle ultime settimane. Almeno 32 gli uccisi. Sospese le vaccinazioni per la poliomielite
«Gaza rappresenta, un po’, tutto quello che è stato il cuore del pontificato del Papa», spiegava ieri a Gerusalemme il Patriarca latino Pierbattista Pizzaballa ad alcuni giornalisti di media cattolici e internazionali. Considerato uno dei candidati a succedere al defunto pontefice, Pizzaballa ha ribadito che Francesco era molto legato a Gaza e che «lavorava per la giustizia…ma senza entrare a far parte del conflitto». La popolazione civile della Striscia, alla quale Bergoglio, anche nelle fasi più acute della malattia, non ha mai fatto mancare la sua vicinanza, ha vissuto ieri una giornata di bombardamenti israeliani di eccezionale violenza, la più pesante da quando, il 18 marzo, il governo Netanyahu ha ordinato alle Forze armate di rompere la tregua e avanzare di nuovo su Gaza.
Non sono state risparmiate neanche le aree ufficialmente «protette» per la popolazione. La più importante di esse, Mawasi, sulla costa, è stata colpita da un raid aereo che ha ucciso almeno 10 persone, tutte civili e all’interno di una tendopoli, ha riferito Al Jazeera. I soccorritori hanno dovuto lottare a lungo per spegnere le fiamme che hanno avvolto le tende. Tra i feriti ci sono ustionati gravi. La pioggia di missili e bombe è andata avanti per tutto il giorno. «Ho assistito a un attacco mortale al campo profughi di Nuseirat», ha raccontato il giornalista Hani Mahmoud. «Un gruppo di persone era in strada quando un drone ha sparato, uccidendo almeno tre persone. Tra le vittime ci sono due bambini, morti sul colpo a causa di una scheggia». Altri reporter locali hanno riferito di attacchi violenti soprattutto nell’area di Gaza City e nel sud, con numerosi morti e feriti tra i civili. Gli uccisi ieri dall’alba, secondo il ministero della Sanità, sono stati almeno 32 e 60 i feriti. Dal 7 ottobre 2023 sono 51.266 i palestinesi uccisi e 116.991 i feriti.
Chi scampa alla morte fa i conti con il cibo e l’acqua che scarseggiano sempre di più a causa del blocco agli aiuti che Israele attua dal 2 marzo. La maggior parte degli sfollati vive con un pasto al giorno, quando va bene. Tra non molto, la situazione sarà catastrofica per le persone che dipendono totalmente dalle mense comunitarie e dai pacchi alimentari. Le autorità sanitarie intanto hanno emesso un nuovo avvertimento riguardo al rischio di collasso di ospedali e ambulatori. La campagna di vaccinazione contro la poliomielite, sostenuta dalle Nazioni Unite e destinata a oltre 600.000 bambini, è stata sospesa. Gaza è esposta di nuovo al rischio di una recrudescenza della malattia, che era stata quasi completamente eradicata.
I bombardamenti stanno progressivamente sottraendo alla popolazione civile qualsiasi mezzo di sopravvivenza e anche la speranza della ricostruzione. Lunedì notte, l’aviazione israeliana ha distrutto 40 bulldozer e altri mezzi pesanti nel deposito del comune di Jabaliya, nel nord, vitali per rimuovere le macerie e recuperare i corpi intrappolati sotto le rovine. Nove ruspe appartenevano all’Egitto ed erano entrate a Gaza dopo la tregua scattata il 19 gennaio e interrotta unilateralmente da Israele. Per l’esercito israeliano, invece, gli automezzi pesanti distrutti erano «veicoli ingegneristici» utilizzati per «azioni terroristiche». Hamas li avrebbe usati, sempre secondo Tel Aviv, durante l’attacco del 7 ottobre 2023. I palestinesi negano con forza. «Era stato raggiunto un accordo con il comitato egiziano-qatariota in merito all’ubicazione dei bulldozer», ha spiegato un funzionario della Protezione civile, Mohammed el Mougher «le loro coordinate erano state condivise con Israele».
Gaza brucia e si disintegra sotto le bombe, mentre si continua a parlare di accordi di cessate il fuoco permanenti che non saranno mai realizzati. Israele, lo dice da 18 mesi il premier Netanyahu, non metterà fine totalmente alla sua offensiva contro la Striscia e la sua gente. Non andrà oltre brevi tregue, se mai ne arriveranno. Ieri una delegazione di Hamas era attesa al Cairo per colloqui. Sul tavolo ci sarebbe una nuova proposta che prevede una tregua di 5-7 anni dopo il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani a Gaza. Israele ha già respinto una recente offerta di Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi in cambio della fine della guerra. Netanyahu insiste sul disarmo del movimento islamico, considerato irrealistico da più parti, anche israeliane.
* Fonte/autore: Michele Giorgio, il manifesto
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