Gli Stati Uniti fanno strage in Yemen: bombe sul porto, 80 uccisi

Gli Stati Uniti fanno strage in Yemen: bombe sul porto, 80 uccisi

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Gli Houthi accusano gli Usa: «220 attacchi aerei in una settimana». Nel mirino di Trump c’è l’Iran: aggressione agli alleati per indebolire Teheran nel negoziato

Almeno 80 vittime e 171 feriti: è il bilancio dell’ultimo attacco americano che, dal 15 marzo, colpisce le postazioni degli Houthi nello Yemen. Secondo fonti locali, i caccia statunitensi hanno condotto 14 raid contro il porto petrolifero di Ras Isa, nella provincia di Hodeidah, in quello che è considerato uno degli attacchi più letali dall’inizio delle operazioni americane,«Rough Rider».

Ras Isa è un porto cruciale, uno dei tre sulla costa occidentale attraverso cui entra in Yemen la stragrande maggioranza delle importazioni e degli aiuti umanitari. Il terminale con una capacità di stoccaggio di tre milioni di barili è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti.

L’esercito statunitense ha dichiarato che gli attacchi miravano a interrompere la fonte di carburante per il gruppo Houthi. Il giorno prima, Sayyed Abdul-Malik Al-Houthi, leader del gruppo, aveva accusato gli Stati uniti di aver intensificato gli attacchi: «Gli Stati uniti hanno effettuato più di 220 attacchi aerei questa settimana e 900 il mese scorso, utilizzando aerei F-18».

SECCA LA COMUNICAZIONE delle forze armate yemenite: dichiarano che l’inasprimento militare statunitense contro lo Yemen non farà che rafforzare la determinazione del paese nel sostenere la resistenza e il popolo palestinese. «Le azioni aggressive non porteranno benefici agli avversari, ma solo fallimenti, come dimostrato dalle precedenti portaerei respinte. Lo Yemen continuerà le sue operazioni a sostegno della Palestina finché non finiranno l’aggressione a Gaza e l’assedio», si legge nel comunicato.

L’attacco americano avviene mentre tutti gli occhi sono puntati sui colloqui di oggi tra Stati uniti e Iran, largamente considerato il principale alleato del movimento Houthi. Sembra che la strategia militare americana più aggressiva faccia parte del piano di pressione sull’Iran affinché cessi il sostegno agli Houthi, oltre a indebolire Teheran e costringerla a una maggiore flessibilità nei negoziati. Il presidente Donald Trump ha pubblicamente e direttamente collegato l’Iran alle azioni degli Houthi.

Giovedì il ministro della difesa saudita, il principe Khalid bin Salman, fratello del principe ereditario, è giunto a Teheran per consegnare un messaggio del re Salman bin Abdulaziz alla Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei. Secondo alcune fonti non confermate, nella delegazione del principe erano presenti alti funzionari sauditi che avrebbero avviato colloqui con i loro omologhi iraniani su vari dossier, inclusa la questione del gruppo Houthi. La questione yemenita è cruciale per l’Arabia saudita per motivi di sicurezza, poiché gli Houthi minacciano i confini e le rotte marittime strategiche.

GLI HOUTHI, sopravvissuti a sette anni di attacchi da parte di una coalizione guidata da Riyadh, non sembrano mostrare alcun segno di cedimento neanche dopo gli ultimi 15 mesi della campagna militare americana. Nel frattempo, i comandanti militari statunitensi hanno espresso preoccupazione per il fatto che le operazioni in Yemen e nel Mar Rosso stiano consumando munizioni che sarebbero assolutamente necessarie in un eventuale confronto con la Cina. Le riserve di missili antiaerei dell’esercito sono già esaurite dopo mesi di combattimenti contro gli Houthi tra ottobre 2023 e questo gennaio.

Il riavvicinamento tra Arabia saudita e Iran ha portato a una riduzione del controllo iraniano sugli Houthi e ha fatto sì che il gruppo diventasse più autonomo, con maggiori capacità militari indipendenti.

Oggi gli Houthi sembrano essere diventati un attore regionale indipendente. Un rapporto del 2024 del Gruppo di esperti delle Nazioni unite sullo Yemen descrive gli sforzi degli Houthi per coltivare una rete diretta di alleati, cercando il sostegno di Iraq, Russia e persino di al-Shabaab in Somalia, aggirando il tradizionale ruolo di intermediario dell’Iran.
La posizione militare profondamente radicata degli Houthi, unita alla geografia complessa dello Yemen, riduce la probabilità che la nuova campagna di Trump ottenga un risultato militare decisivo.

* Fonte/autore: Francesca Luci, il manifesto



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