Guerra in Ucraina. L’ex comandante Valerii Zaluzhny squarcia il velo sul ruolo USA

Guerra in Ucraina. L’ex comandante Valerii Zaluzhny squarcia il velo sul ruolo USA

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 Da Londra, dov’è stato esiliato da Zelensky, il generale forse prepara la sua candidatura

Come nelle tragedie antiche capitava che uno dei protagonisti tornato dall’esilio intervenisse a svelare qualche mistero della trama, così ieri l’ex-comandante in capo delle forze armate ucraine, Valerii Zaluzhny, ha annunciato che era ora di «alzare il sipario». Quasi che, per motivi che possiamo solo ipotizzare, quell’uomo una volta tanto potente e ora in prima linea per la successione a Zelensky abbia deciso che è il momento di svelare la verità al pubblico dubbioso.

LA RIVELAZIONE è diretta, senza fronzoli: «Si è parlato molto di Wiesbaden la scorsa settimana. Questa sede è diventata davvero la nostra arma segreta sia per il supporto alla pianificazione delle operazioni sia nella creazione degli strumenti per la loro attuazione». Wiesbaden è il nome di una base segreta in Germania, la cui funzione era ignota fino alle rivelazioni del New York Times del 29 marzo scorso, dove gli Stati uniti hanno stabilito il comando coordinato militare e di intelligence per supportare Kiev nella guerra contro l’invasione russa.

Nella primavera del 2022, «ci siamo resi conto che avevamo bisogno di una sede operativa congiunta con gli alleati che valutasse le esigenze di armi e attrezzature in base alla pianificazione delle operazioni. Poi abbiamo avuto l’idea di creare una sede operativa logistica, che analizzasse le operazioni pianificate delle Forze Armate ucraine e, secondo gli standard Nato, ne formasse le competenze. Grazie al sostegno della Gran Bretagna, questa idea è stata realizzata. Questo quartier generale pianificava le operazioni, conduceva giochi di guerra, formava i soldati delle forze armate e li trasferiva a Washington e nelle capitali europee».

NULLA DI INEDITO, dato che la rivelazione del Nyt risale a 10 giorni fa, anzi, quasi un tentativo di rendere semplice una storia che non lo è per niente. Per Adam Entous, che ha lavorato per un anno al suo servizio, intervistando «oltre 300 persone tra funzionari governativi, politici, militari e agenti dei servizi segreti» in Ucraina, Usa ed Europa, a Wiesbaden si sono prese decisioni fondamentali sul superamento delle «linee rosse» stabilite a Washington che sono state puntualmente superate (le forniture di M777, di Himars, Atacms, carri armati, jet, l’autorizzazione a colpire in territorio russo…) perorate dagli stessi generali di collegamento statunitensi. Sempre a Wiesbaden l’intelligence faceva pervenire le rilevazioni satellitari esatte sugli obiettivi russi da colpire con l’artiglieria e da qui i militari Usa le fornivano all’Ucraina.

Nella base tedesca sono state pianificate entrambe le controffensive ucraine, quella semi-vittoriosa dell’autunno 2022 e quella disastrosa del 2023. Non da ultimo, le stanze segrete dei sotterranei hanno visto deteriorarsi il rapporto tra i vertici militari della Casa bianca e quelli di Zelensky, perennemente in contrasto tra di loro per le forniture migliori e la gloria sul campo neanche fosse un romanzo ottocentesco. Secondo le testimonianze raccolte dal giornalista statunitense, tra l’altro, Zaluzhny all’inizio era addirittura contrario alla collaborazione con gli Usa e non si fidava di loro.

MA L’ASPETTO da sottolineare oggi è che a Wiesbaden i funzionari d’oltreoceano esprimevano tutto il proprio malcontento verso i comportamenti settari dei capi militari ucraini, l’ex comandante in capo Zaluzhny e l’attuale capo Oleksandr Syrsky, disposti a mandare all’aria operazioni pianificate per mesi pur di mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda o di ingraziarsi il presidente Zelensky. Lo scontro, l’abbiamo visto, si è risolto con l’allontanamento di Zaluzhny e la sua nomina ad ambasciatore a Londra. Da quella prigione dorata il generalissimo ha parlato poco, rilasciando sempre dichiarazioni asciutte e circoscritte all’andamento della guerra o alla situazione sul campo. Non ha mai preso parte al dibattito politico del suo Paese né si è espresso sulle innumerevoli indiscrezioni che lo indicano come prossimo presidente ucraino.

IERI però Zaluzhny ha voluto segnare un punto, ben spiegato dalla foto che allega alla fine del suo post su Facebook. Il regista per l’Ucraina era lui, quando c’era lui le cose andavano bene. Il sottotesto è abbastanza semplice da intuire: ora che sono stato estromesso guardate in che situazione siamo. Che l’antagonista esiliato si stia preparando ad assassinare il re e a prendere il suo posto?

* Fonte/autore: Sabato Angieri, il manifesto

 

 

 

Fonte foto: armyinform.com.ua. Il file proviene dal sito web dell’agenzia di stampa del Ministero della Difesa dell’Ucraina ed è concesso in licenza Creative Commons Attribuzione 4.0



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