Statunitensi in piazza. «Costruiamo un movimento»: 50 manifestazioni in 50 stati

«Trump e Musk stanno letteralmente facendo a pezzi il nostro Paese»
NEW YORK. A due settimane dalla manifestazione Hands Off, che ha portato più di 5 milioni di persone a manifestare il proprio dissenso verso l’amministrazione Trump e lo strapotere di Elon Musk, le strade degli Stati uniti sono tornate a riempirsi per il Day of Action, una giornata di mobilitazione nazionale.
DI NUOVO le manifestazioni si sono svolte nelle grandi città come New York, San Francisco, Seattle, Cincinnati ma anche a Lakeland in Florida, Jacksonville in Mississippi, Muncie in Indiana, piccoli centri di stati a guida repubblicana dove solitamente le voci di dissenso sono poche o nulle. Le piazze hanno nuovamente chiesto di terminare immediatamente le espulsioni e la detenzione degli immigrati, le imposizioni dei dazi e quella che per molti è una pericolosa corsa verso la sospensione della democrazia.
«Il fatto è che nessuna manifestazione isolata può vedere le proprie rivendicazioni vittoriose o porre fine alle ingiustizie – dice Ben Zinevich, attivista newyorchese della coalizione Answer, che era alla manifestazione del 5 aprile come a quella di ieri – Si tratta davvero di costruire un movimento duraturo che possa affermarsi come forza politica».
Se il 5 aprile la manifestazione era stata organizzata da un insieme di sigle molto note, come Aclu (American Civil Liberties Union) e Women’s March, guidate da Indivisibile, la manifestazione di ieri è stata organizzata e promossa dal movimento 50501.
50501 (pronunciato: cinquanta, cinquanta, uno), è la nuova arrivata nella resistenza Usa a Trump. È difficile parlarne come di una normale organizzazione di attivisti perché, come ha scritto il Rolling Stone, «è più simile a un meme che si è trasformato in un movimento». Sebbene sia l’ultima arrivata, i suoi primi passi assomigliano a quelli di un colosso. Il debutto di 50501 è stato un raduno nazionale anti-Trump il 5 febbraio organizzato su Reddit a fine gennaio, come un appello a tenere 50 proteste, in 50 stati, in un giorno. L’idea arrivava da un redditor con lo pseudonimo Evolved_Fungi, che ha scritto che 50501 era da intendersi come un elemento «hashtaggabile» che «mobilita tutti indipendentemente dal loro stato» di appartenenza.
GLI ATTIVISTI che si sono mobilitati a febbraio sono tornati in piazza due settimane dopo con la manifestazione No Kings, ancora più vigorosa, in occasione del President’s Day, e a inizio di aprile erano già una forza trainante dietro le proteste nazionali Hands Off, giù le mani, in coalizione con i gruppi di attivisti più affermati, tanto che il co-fondatore di Indivisible, Ezra Levin, ha parlato di 50501 come un «gruppo di persone che è ormai legittimo, organico e con una incredibile energia».
L’IDEATORE DI 50501 rimane un mistero. Evolved_Fungi non si fa intervistare e rimane anonimo, su Reddit si è descritto come un ingegnere, laureato in marketing e con una passione per la viralità, «solo un ragazzo normale» «un po’ autistico». Non ci sono portavoce, e 50501 è il movimento più orizzontale di sempre.
«Praticamente la resistenza a Trump è formata dalle piazze e da Bernie Sanders con Alexandria Ocasio-Cortez – dice Sally Pincher, 24 anni, attivista di 50501 di New York – i democratici sembrano sedati. 50501 è stata la risposta a chi si chiedeva cosa fare». Quello che parte dalle piazze Usa, infatti, è anche una richiesta di proattività rivolta ai democratici, da cui la base non si sente protetta e rappresentata. «Ho sempre votato democratico ma ora mi chiedo ‘chi sono questi?’ – dice Liam Anderson, 64 enne di Brooklyn – Trump e il suo amico Musk stanno letteralmente facendo a pezzi il Paese e loro sembrano essere ancora negli anni ‘90, quando i due partiti erano simili, e non nel 2025, dove da una parte ci sono i filo nazifascisti e dall’altra no».
* Fonte/autore: Marina Catucci, il manifesto
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