Contratto Ue-Pfizer. Vaccini e segreti, la Corte Ue sanziona von der Leyen

Contratto Ue-Pfizer. Vaccini e segreti, la Corte Ue sanziona von der Leyen

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La presidente della Commissione avrebbe dovuto rivelare il contenuto degli sms scambiati con l’ad di Pfizer Bourla

Il tribunale dell’Unione europea ha annullato la decisione della Commissione Ue di negare l’accesso agli sms scambiati da Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato della Pfizer Albert Bourla in merito alla trattativa sui vaccini Covid della primavera del 2021. Nonostante la decisione, il contenuto di quel negoziato privato molto probabilmente non diventerà mai pubblico.

LA RICHIESTA di poter leggere i messaggi era stata presentata dal New York Times. La Commissione aveva replicato di non essere in possesso dei documenti. Rispondendo a un ricorso dei giornalisti, il tribunale ha dichiarato illegittima la decisione della Commissione. «Il regolamento relativo all’accesso ai documenti mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso dalle istituzioni» si legge nella sentenza dei giudici di Lussemburgo. «In linea di principio, tutti i documenti delle istituzioni dovrebbero quindi essere accessibili al pubblico».

Nonostante la sentenza i messaggi non saranno divulgati. Innanzitutto, la decisione del tribunale potrà essere impugnata (e ribaltata) entro i prossimi settanta giorni. Inoltre, nessuno ritiene che quei messaggi possano essere recuperati, se non a costi di improbabili indagini telematiche. Infine, la Commissione ha già fatto sapere che «adotterà una nuova decisione con una spiegazione più dettagliata» ma che nella sostanza ribadirà il diniego.

A rivelare il canale diretto tra von der Leyen e Bourla era stata la stessa presidente della Commissione in un’intervista al New York Times dell’aprile del 2021. In quei giorni l’Unione stava perfezionando un contratto per la fornitura di vaccini anti-Covid con la Pfizer e la partner tedesca BioNTech. La firma arrivò puntuale il 20 maggio: l’Unione europea acquistava da Pfizer-BioNTech 900 milioni di dosi da redistribuire ai vari Paesi membri entro il 2023, con un’opzione per ulteriori 900 milioni. Abbastanza per vaccinare due volte con due dosi tutti i cittadini dell’Ue, neonati compresi, un monopolio di fatto. Il prezzo delle dosi è tutt’ora confidenziale, ma varie inchieste hanno dimostrato che l’intero accordo valeva circa 35 miliardi di euro. Numeri colossali che permisero alla Pfizer di diventare la più grande casa farmaceutica del mondo, raddoppiando in un anno il fatturato e toccando i 100 miliardi di euro nel 2022. In soli due anni il vaccino ha fruttato oltre settanta miliardi di euro alle casse dell’azienda.

VON DER LEYEN, dal canto suo, ha sempre giustificato l’iniziativa personale con la necessità di reperire vaccini whatever it takes. All’epoca del maxi-contratto, dopo le ondate epidemiche del 2020 e altrettanti lockdown, l’opinione pubblica europea puntava sui vaccini per scongiurare nuove chiusure. L’Ue aveva già acquistato 600 milioni di dosi dalla Pfizer e diverse altre decine di milioni da Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson, sempre con modalità poco trasparenti: segreti i prezzi, segreti i negoziatori e segreti anche gli accordi su chi avrebbe dovuto risarcire i pazienti per gli effetti collaterali delle vaccinazioni.

Già nei primi mesi di vaccinazioni, però, i vaccini a mRna si erano dimostrati più efficaci e sicuri, mentre quelli di AstraZeneca e Johnson&Johnson erano finiti presto fuori mercato per i ritardi nelle consegne e per alcune reazioni avverse molto gravi. Le dosi a disposizione dunque erano scarse e le campagne vaccinali procedevano a rilento. Fu uno dei motivi che portarono Mario Draghi a sostituire Giuseppe Conte e il generale Figliuolo nel ruolo di commissario già ricoperto da Domenico Arcuri.

LA PRESSIONE però non giustifica l’opacità sulle comunicazioni con l’ad di Pfizer. Prima del Tribunale europeo, lo aveva stabilito già nel 2022 l’irlandese Emily O’Reilly, la donna che dal 2013 svolge la funzione di «mediatore europeo» e indaga sulle denunce contro le istituzioni di Bruxelles. «La Commissione avrebbe dovuto cercare i documenti richiesti, compresi quelli non registrati» aveva stabilito O’Reilly, su richiesta del sito tedesco Netzpolitik. «Il fatto che la Commissione non abbia provveduto in tal senso è un caso di cattiva amministrazione». Von der Leyen aveva fatto spallucce. Anche la richiesta di audire von der Leyen avanzata dalla commissione d’inchiesta sulla pandemia era stata respinta con l’accordo di tutti i capigruppo di Strasburgo.

I FATTI HANNO DATO ragione a chi riteneva sproporzionato per costi e dimensioni il contratto Ue-Pfizer. Nel giugno del 2023, passata l’emergenza, la Commissione europea ha chiesto a Pfizer di rinegoziare l’accordo a causa del crollo della domanda di vaccini. Le consegne sono state ridotte del 35% e spalmate fino al 2026. L’Unione ha accettato di pagare comunque il 50% del prezzo per centinaia di milioni di dosi che non saranno mai consegnate.

* Fonte/autore: Andrea Capocci, il manifesto



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