Freedom Flotilla. Soldati israeliani assaltano la nave, sequestrano gli attivisti e il carico umanitario

Freedom Flotilla. Soldati israeliani assaltano la nave, sequestrano gli attivisti e il carico umanitario

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Il carico sequestrato, nonostante si trovassero in acque internazionali. La Difesa: gli aiuti saranno trasferiti a Gaza attraverso la Ghf

Luci intermittenti, suoni acuti intensi e penetranti, lancio di sostanze chimiche urticanti, droni e quadricotteri, navi da guerra e abbordaggio militare. Così Israele ha attaccato la nave umanitaria, pacifica e disarmata della Freedom Flotilla mentre si trovava a 185 chilometri da Gaza. Domenica sera gli occhi del mondo erano sulla Madleen, l’imbarcazione che ha tentato di rompere il blocco israeliano e che prende il nome da Madleen Kulab, la prima donna pescatrice di Gaza di cui Vittorio Arrigoni ha raccontato sulle pagine del manifesto.

LO AVEVANO SCRITTO i media di Tel Aviv: l’esercito non avrebbe consentito alla barca di avvicinarsi a Gaza. Si trovava ancora in acque internazionali quando, poco dopo la mezzanotte (ora italiana), l’equipaggio ha lanciato l’allarme sui propri canali social. La Madleen è stata improvvisamente circondata da cinque navi militari israeliane. Che dopo poco «sono scomparse», come ha raccontato in diretta su Instagram l’attivista brasiliano Thiago Ávila. Dopo meno di un’ora due droni si sono avvicinati all’imbarcazione, gli stessi quadricotteri che un mese fa hanno bombardato un’altra nave della coalizione, la Conscience, mentre si trovava a largo delle coste di Malta.

Questa volta, però, hanno lanciato una sostanza chimica di colore bianco che ha invaso la barca. Alcuni volontari, tra cui Yasemin Acar, di nazionalità tedesca, hanno denunciato bruciore agli occhi e difficoltà a respirare. La radio ha cominciato a emettere forti rumori di interferenze. «Guerra psicologica» l’hanno chiamata a bordo. Forse nel tentativo di costringerli a tornare indietro.

Ma il gruppo aveva dichiarato dall’inizio che non si sarebbe lasciato intimidire e che avrebbe tentato in tutti i modi e in maniera pacifica di raggiungere le coste di Gaza con il suo carico umanitario tra cui latte in polvere, cibo e medicine. Dagli altoparlanti delle navi israeliane, i militari hanno emesso un messaggio che ha poco a che fare con la realtà di fame, assedio e dolore della Striscia: «Se desiderate fornire aiuti umanitari a Gaza, potete farlo tramite il porto di Ashdod». Come se il blocco non fosse stato ordinato proprio dal governo di Tel Aviv. Questa sarà solo la prima scena dello show allestito dal ministero degli esteri israeliano, che diffonderà nella notte filmati e comunicati diffamatori e derisori.

IL TENTATIVO è quello di ridicolizzare l’azione del gruppo e insieme mostrare, a favor di telecamera (le bodycam militari), un volto generoso e caritatevole che è stato già da tempo completamente smascherato dalle immagini dell’orrore che arrivano da Gaza. E così, tralasciando le scene dell’assalto e dell’equipaggio seduto con le mani alzate mentre viene abbordato, il ministro della difesa Katz sceglie di rendere pubblico un video che mostra i militari distribuire acqua e panini. Anche se la maggior parte degli attivisti si rifiuta di ricevere il cibo, che viene lasciato a terra. E diffonde una foto di Greta Thunberg con le mani dritte lungo il corpo mentre una soldata le porge un sandwich confezionato. L’hanno scelta perché la giovane attivista ambientale svedese sorride a bocca chiusa. Che sia un sorriso beffardo o sprezzante, alla propaganda dell’esercito poco importa. «Israele non permetterà a nessuno di violare il blocco navale su Gaza – aveva dichiarato domenica Katz -, che ha lo scopo di impedire il trasferimento di armi a Hamas». Che la Madleen trasportasse latte artificiale e non fucili, diventa un particolare irrilevante per Tel Aviv, così come i morti di stenti e gli allarmi di carestia lanciati dalle organizzazioni internazionali.

NON SOLO. Il ministro che a marzo, dopo 50mila morti e la carestia alle porte, disse ai residenti di Gaza che il peggio doveva ancora arrivare, ha imposto ai membri della Freedom Flotilla una sorta di «cura Ludovico» alla Kubrick. L’esercito ha avuto ordine di costringere gli attivisti a guardare un video di 43 minuti che mostra «le atrocità commesse il 7 ottobre 2023». Si tratta di un filmato prodotto dall’ufficio del portavoce dell’esercito che conterrebbe filmati non censurati di corpi mutilati durante l’attacco di Hamas in Israele. Il Times of Israel riporta che il video, intitolato «Portare testimonianza», è stato proiettato in sedute private con lo scopo di raccogliere sostegno e fondi per il governo e l’esercito.

Dopo la foto di Greta Thunberg, non sono giunte più notizie dei 12 volontari sequestrati dall’esercito israeliano. Il centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, Adalah, è stato nominato in rappresentanza degli attivisti. Fino a ieri sera, ha dichiarato il direttore Suhad Bishara, ai membri dell’equipaggio è stato negato qualsiasi contatto con il mondo esterno. Poco prima del tramonto, la marina israeliana ha rimorchiato la Madleen nel porto di Ashdod (40 chilometri circa a sud di Tel Aviv). Una volta giunti in Israele, ha fatto sapere Adalah gli attivisti saranno detenuti in isolamento nella prigione di Ramleh e poi deportati nei propri paesi d’origine nel giro di 24-48 ore. Riceveranno un ordine di espulsione valido circa dieci anni. La nave e il suo carico sono stati sequestrati da Israele, nonostante si trovassero in acque internazionali. In un post su X, il ministero della difesa ha dichiarato che gli aiuti umanitari a bordo saranno trasferiti a Gaza attraverso la fondazione israelo-americana che gestisce da sola la distribuzione e che ieri ha nuovamente chiuso alcuni dei suoi centri.

DIFFICILE DA CREDERE, data l’enorme quantità di camion di aiuti che da mesi sono bloccati da Tel Aviv al valico di Rafah.

La missione della barca a vela Madleen è stata seguita con il fiato sospeso da mezzo mondo e gli organizzatori assicurano che non è finita qui. Michele Borgia, responsabile italiano della comunicazione per la Freedom Flotilla, ha dichiarato al manifesto: «Talvolta sembra di navigare nel mare dell’indifferenza. Ma quando abbiamo un obiettivo, la rotta si fa più chiara e il cuore diventa bussola».

* Fonte/autore: Eliana Riva, il manifesto

 

 

 

foto di Free Gaza movement



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