Ora si punta sul fondo salva-Stati per comprare titoli dei Paesi sotto tiro

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ROMA â€” Il padrone di casa è il più spaventato. Pierre Moscovici ricevendo i suoi ospiti in un palazzo governativo fuori Parigi mette subito le carte sul tavolo. «Il Consiglio europeo non potrà  chiudersi con un flop», scandisce il ministro delle Finanze francesi. «Oltre al piano per la crescita e alle riforme di governance serve un’arma contro gli spread da mettere in campo subito ». Vittorio Grilli e lo spagnolo Luis de Guindos annuiscono. Come Moscovici – racconta chi ha partecipato alla riunione – sono «terrorizzati » dai mercati. Temono che se il summit di Bruxelles di domani e venerdì non si chiuderà  con un successo, lunedì alla riapertura dei listini le Borse crolleranno, questa volta portandosi dietro l’euro. Il loro sguardo si rivolge agli altri due ospiti, il tedesco Schà¤uble – il grande frenatore – e il commissario europeo Olli Rehn, che solo due giorni fa aveva definito inutile “paracetamolo” l’idea di italiana di uno scudo anti-spread. Ma nel vertice di Parigi l’umore dei partecipanti vira verso l’ottimismo. Anche sul salvataggio delle banche spagnole. L’incontro tra i ministri di Francia, Spagna, Italia e Germania era stato deciso venerdì scorso a Villa Madama da Monti, Merkel, Hollande e Rajoy. I quattro “sherpa”
dei leader si sono tenuti in contatto nel fine settimana e l’altro ieri, proprio per studiare le misure per i mercati. Poi, ieri sera, la riunione a Parigi. Arriva anche Rehn, il che lascia ben sperare: da commissario Ue può pronunciarsi sulla bontà  giuridica di un eventuale accordo. Moscovici, Grilli e de Guindos chiedono dunque il “serpentone” contro i tassi, chiedono di fissare un tetto per i paesi virtuosi oltre al quale il fondo salva-stati dell’Ue (Esm) interviene automaticamente comprando i titoli della nazione sotto attacco, senza imporle un programma di riforme in stile Grecia, facendo calare lo spread. Chiedono
poi che l’Esm possa intervenire direttamente nei salvataggi delle banche, evitando di passare per i governi (come accaduto con la Spagna) appesantendone i conti pubblici e indebolendoli sui mercati. E ancora, vogliono che proprio l’Esm perda lo status di creditore privilegiato: se permette ai governi
del Nord di sentirsi più garantiti nel prestare i loro soldi, fanno scappare gli investitori che temono di non essere rimborsati in caso di fallimento, mettendo a rischio la tenuta dei paesi soccorsi e contagiando gli altri (come accaduto all’Italia dopo l’ok al salvataggio degli istituti iberici).
La pressione dei tre ministri su Schà¤uble e Rehn è massima. Dalle capitali anche i leader si danno da fare con i colleghi. A Lussemburgo, intanto, si tiene la riunione dei ministri agli Affari europei chiamata a preparare il summit di Bruxelles, dove Enzo Moavero va in pressing sui colleghi rigoristi chiedendo mosse «di impatto immediato sui mercati». A Berlino il capo della Spd, Sigmar Gabriel, va in tv a dire che «senza misure contro lo spread l’euro esploderà ». Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, altro socialdemocratico tedesco, fa sapere che al summit sui tassi caricherà  a testa bassa la
Merkel. Anche Bruxelles fiuta che il vento sta cambiando e fa sapere che «la situazione è estremamente difficile».
A Parigi verso le nove di sera la riunione si amplia, in teleconferenza si aggiungono altri ministri europei. Un buon segno. Quindi da Berlino e dalla stessa capitale francese iniziano ad arrivare le conferme. I tedeschi aprono. Cautamente ma aprono. Accettano il dialogo, sono pronti a studiare le soluzioni giuridiche per un accordo a Bruxelles in grado, sommato al piano per la crescita e a quello di Van Rompuy, di chiudere i conti con la crisi. Filtra che la Germania potrebbe accettare di cambiare lo statuto dell’Esm per consentirgli di salvare direttamente le banche passando per appositi fondi nazionali, non più per i governi, che resterebbe comunque garanti del prestito. Si apre anche alla possibilità  di togliere al fondo salva-Stati lo status di creditore privilegiato. E in tarda serata arrivano anche conferme su caute apertura della Merkel e Schà¤uble sullo scudo anti-spread. La cautela rimane però massima, le aperture non sono definitive e i ministri delle finanze continueranno a trattare per tutta la giornata di oggi in vista del confronto decisivo tra Hollande e la Merkel, questa sera, e dei leader Ue di domani a Bruxelles.


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