COLLANA QUADERNI DIRITTI GLOBALI
I Quaderni dei Diritti Globali sono la nuova iniziativa con la quale abbiamo aperto il 2022, ventesimo anno di pubblicazioni del nostro annuale Rapporto sui diritti globali. Si tratta di una collana di libri agili e monotematici sui grandi e intrecciati temi di cui tratta la nostra ricerca e analisi, che risultano di attualità e rilevanza e che anticipano i contenuti del Rapporto di fine anno.
I QUADERNI DEI DIRITTI GLOBALI SONO OTTENIBILI EFFETTUANDO UNA DONAZIONE DI ALMENO 15 EURO QUI
Dopo l’Ucraina
Crimini di guerra e giustizia internazionale
A cura di Sergio Segio
Testi di Orsola Casagrande, Giovanna Cracco, Simona Fraudatario, Chantal Meloni, Alessandro Rettori, Vincenzo Scalia, Sergio Segio, Gianni Tognoni
Questo terzo Quaderno è rivolto ai crimini di guerra e alla giustizia internazionale. Un tema reso drammaticamente attuale dalla guerra in Ucraina, ma che ci consente anche di richiamare e documentare le tante altre situazioni, passate e contemporanee, dove tali crimini sono stati commessi, quasi sempre non trovando adeguata risposta e sanzione sul piano della giustizia internazionale e neppure la necessaria attenzione e sensibilizzazione. Sono molte le domande che emergono, a cominciare da quella se sia davvero possibile e si sia mai data una guerra senza crimini. E se, dunque, non si tratti di cominciare a pensare alla guerra come a un crimine in sé, da prevenire e scongiurare a ogni costo e in tutti i modi, a cominciare da un drastico ridimensionamento della spesa militare e dalla riconversione delle industrie belliche.
Le scelte dei governi occidentali in questi mesi stanno andando in direzione esattamente opposta. Certamente non è nel mezzo di una crisi, di un’aggressione e di una carneficina quali quelle in corso che tale mutamento di paradigma credibilmente possa trovare praticabilità. Ma proprio la crisi ucraina, e le tante altre dimenticate in Siria, Yemen, Libia o Myanmar, in Palestina, nel Sahel e in tante altre zone dell’Africa, da sempre martoriata, i processi di pace inceppati come in Colombia, la miriade di eventi bellici o scontri armati di varia intensità, durata e letalità accaduti nel mondo nell’ultimo anno (oltre 103.000 con quasi 150.000 vittime) ci dicono che occorre il coraggio di cambiare strada, di immaginare e preparare modi diversi per risolvere le controversie internazionali, lavorando sul piano culturale e politico. Prima che sia troppo tardi. Questo libro è un piccolo contributo in tale direzione, faticosa e di non breve periodo. Intanto e da subito, il diritto internazionale e le Corti chiamate ad applicarlo, devono trovare una nuova efficacia e credibilità. A partire dall’aggressione della Russia all’Ucraina, ma senza dimenticare i tanti altri crimini che attendono giustizia. Consapevoli di quanto la giustizia internazionale sia ancora imperfetta e talvolta strabica: «Un progetto in divenire, dunque, ma ancora ben lontano dall’acquisire quella imparzialità, quella universalità di cui ha bisogno per la sua stessa sopravvivenza».
Droghe e diritti umani
Le politiche e le violazioni impunite
A cura di Susanna Ronconi e Sergio Segio
Testi di José Miguel Arrugaeta, Damon Barrett, Orsola Casagrande, Daphne Chronopoulou, Alessandro De Pascale, Julie Hannah, Susanna Ronconi, Peter Sarosi, Sergio Segio, Mat Southwell
Traduzioni Liz O’Neill e Susanna Ronconi
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QUI un articolo di Susanna Ronconi
QUI la registrazione della presentazione a Canapa mundi 2023
QUI la registrazione della presentazione alla Camera del Lavoro di Milano, 22 novembre 2022
Presentazione, 25 giugno 2022 – Milano
QUI un articolo sul sito del Gruppo Abele
QUI la registrazione integrale della presentazione, con gli interventi dei curatori del volume, Susanna Ronconi e Sergio Segio, e di Leonardo Fiorentini, Jacopo Fo e Giada Girelli
QUI una recensione di Giada Girelli sul quotidiano “il manifesto”
Questo secondo Quaderno è rivolto alla questione delle droghe. Una questione globale, dato che oltre 270 milioni di persone nel mondo fanno uso di sostanze illegali, secondo i dati delle Nazioni Unite. Una questione che chiama in causa non solo le politiche, a livello nazionale e internazionale, ma in modo evidente, diffuso e massiccio anche i diritti umani. Dei 12 milioni di persone che ogni giorno nel mondo si trovano in carcere, un quinto, 2 milioni e mezzo, sono detenute per reati di droga, la maggioranza per illeciti minori, tra cui circa 500.000 per solo uso personale.
Le politiche globali sulle droghe si rivelano così un potente dispositivo di produzione di violazione dei diritti umani in tutto il mondo: di una buona parte delle condanne a morte e delle esecuzioni extragiudiziali, dell’incarcerazione di massa, della negazione al diritto alla salute e al welfare, della discriminazione di genere, dei diritti dei popoli produttori.
Questo libro svela e documenta l’impressionante mappa delle violazioni dei diritti che si consuma con il pretesto delle droghe, in primo piano quelli alla vita, alla giustizia e alla salute, individua battaglie e progressi, denuncia le impunità, dà voce ai protagonisti di una lotta che ci riguarda tutti, in ogni angolo del mondo.
Il volume può essere richiesto scrivendo a info@dirittiglobali.it o a Forum Droghe
Insicuri da morire
Le vittime sul lavoro nel mondo
QUI la registrazione integrale video della presentazione del libro Insicuri da morire, tenuta alla Camera del Lavoro di Milano
Qui la rassegna stampa dell’evento: insicuri-da-morire-rassegna-stampa-21-aprile-low
Qui un articolo di Sergio Segio su Sinistra Sindacale
Qui un editoriale di Sergio Segio sul sito Gruppo Abele
Questo primo Quaderno è rivolto ai morti sul lavoro, un dramma mondiale occultato e dimenticato che non va mai considerato un “accidente”, semmai un incidente che ha precise cause e responsabilità. Ma, nonostante ciò, rimane sempre impunito e irrisolto. Eppure, per fermare la quotidiana strage vi sono soluzioni e doverosi rimedi, centrati sulla prevenzione, sul rendere il lavoro sempre sicuro e dignitoso, sull’investire risorse, sull’adeguare leggi e modificare le culture d’impresa.
Il diritto alla vita e alla salute sul lavoro va posto, considerato e riconosciuto come diritto umano fondamentale.
La prevenzione e il lavoro dignitoso sono le premesse affinché la sicurezza entri finalmente e in modo adeguato nelle agende politiche e dei governi, che, spesso, invece collaborano alla spoliticizzazione del significato della mortalità del lavoro e la trasformano in un problema amministrativo, statistico o tecnico.
La pandemia del Covid-19 ha dilatato i rischi, gli infortuni e le malattie professionali, oltre alle morti. Ciò è avvenuto in tutti i settori, ma, in modo forse più evidente e percepito, in quello sanitario. Se dopo di essa, come si è ripetuto e promesso, “nulla dovrà rimanere come prima”, uno dei fronti dai quali si può e si deve partire è proprio quello della sicurezza dei lavoratori, la cui vita e salute non possono essere considerate una merce o un costo, ma un diritto fondamentale da tutelare e sul quale investire.