Bersani vince le resistenze interne “Anche il Pd sarà in prima linea”
ROMA – Basta vedere il manifesto che il Pd aveva preparato in vista dello sciopero Cgil di oggi: generico, di protesta contro la manovra, senza però “mettere il cappello” sulla manifestazione. Ma nelle ultime ore molte cose sono cambiate e Bersani ha schierato il partito con la Cgil, ha fatto un deciso passo avanti, nonostante il partito sia diviso. Non erano d’accordo gli ex Ppi (Marini, Fioroni), né Veltroni, né Enrico Letta, in nome del senso di responsabilità per il Paese a rotoli. Però il segretario democratico ha tratto il dado: «Certo, ci sarò allo sciopero, sì ci saremo con tutti quelli che sono contrari alla manovra, comprendiamo le ragioni dello sciopero».
Una nota del responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, è ancora più esplicita: «Irresponsabile lo sciopero, cioè i lavoratori? Irresponsabile è il ministro Sacconi, che ha compiuto un atto di sabotaggio per finalità politiche e ideologiche con quell’articolo 8». In casa democratica è questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso: al meeting di Cl a Rimini, Bersani aveva avuto rassicurazioni da Tremonti su uno stralcio dell’articolo 8 sui licenziamenti. Ma Sacconi ha remato in tutt’altra direzione e il segretario ora attacca: «Per un puntiglio ideologico, per una micragneria politica si vuole mettere un solco tra le forze sociali. Questo sì è da irresponsabili, e cercheremo di avere un incontro con le parti sociali per trovare una via d’uscita a questo pasticcio». Bersani ha sentito in questi giorni i vertici di Bankitalia, a cominciare da Draghi. La gravità della situazione gli è squadernata davanti. «Si vede come in tutto il mondo è stata giudicata questa manovra – sottolinea – e senso di responsabilità vuole che sia rafforzata e corretta; approvarla senza cambiamenti significa essere punto e daccapo». «Le divisioni sindacali non fanno mai bene», aveva chiosato Veltroni anti-iniziativa Cgil. Un gruppetto di trenta/quarantenni ha anche firmato un documento contro la protesta Cgil. Ora però Letta precisa: «L’irresponsabilità è più dalla parte del governo che con l’articolo 8 aizza e divide i lavoratori». Fioroni dice: «Lasciamo a Di Pietro e Vendola di fare i surfisti dell’onda della protesta». E insomma, dopo una delle consuete telefonate con il leader Cisl, Raffaele Bonanni, Fioroni la pensa all’incirca come lui: lo sciopero generale della Cgil è da irresponsabili.
Che è la linea dell’Udc. Pier Ferdinando Casini giudica lo sciopero Cgil «del tutto sbagliato con un Paese che rischia di andare a gambe all’aria». Marco Follini, moderato del Pd, bacchetta il partito: «Rispetto la protesta della Cgil, ma non condivido lo sciopero. La bandiera del Pd dietro le bandiere della Cgil non è un buon servizio né per il partito né per il sindacato». In prima fila, oggi alla manifestazione sindacale ci saranno Nichi Vendola, il leader di Sel («Siamo grati al sindacato»), Di Pietro, Rifondazione, i Verdi e tutta la sinistra. Bindi sarà in piazza; Michele Meta pure, come Vita e Nerozzi. Franceschini fa invece un appello all’unità sindacale e va ai funerali di Martinazzoli.
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