«Lo vendicheremo» Allarme dalle carceri

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 D’altra parte i timori di possibili vendette di «cani sciolti» e di «cellule» che sarebbero presenti nei Paesi europei, e quindi anche in Italia, ha fatto innalzare già  da due settimane il livello di vigilanza su personalità  e obiettivi italiani e stranieri, nonché in stazioni ferroviarie, aeroporti, davanti a sedi istituzionali e diplomatiche. Aumentata anche la sorveglianza nei luoghi di culto, e nei numerosi centri di preghiera islamici. Ma è anche negli ambienti carcerari che gli investigatori stanno svolgendo ulteriori accertamenti per scongiurare qualsiasi rischio. E proprio in questo ambito, già  al centro dell’attenzione in seguito alle evasioni di massa nel corso delle rivolte nordafricane dei mesi scorsi, con il conseguente pericolo di arrivo in Italia di soggetti pericolosi mischiati ai profughi, sarebbero emerse le intenzioni di un gruppo di detenuti extracomunitari ritenuto quantomeno ben informato. Non è ancora chiaro quali siano gli obiettivi presi in considerazione dai reclusi coinvolti, anche perché sulla vicenda c’è il massimo riserbo, ma fra quelli ritenuti possibili dagli investigatori ci sarebbe il ministro degli Esteri Franco Frattini con i responsabili dei ministeri dell’Interno e della Semplificazione Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Compresi nell’allarme anche magistrati da sempre in prima linea contro il terrorismo internazionale, e in particolare quello islamico in Italia e all’estero, come Armando Spataro, procuratore aggiunto e capo del pool antiterrorismo milanese, e Stefano Dambruoso, ex pm e ora al ministero di Giustizia. Protagonisti di inchieste importanti negli anni scorsi, come quella sull’imam egiziano Abu Omar e sulle basi d’appoggio all’eversione di matrice islamica, soprattutto a Milano e nella Lombardia. Perché i detenuti avrebbero parlato proprio di loro è ancora un mistero, ma è quello che adesso si cercherà  di scoprire.


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