Atene, pressing Ue sull’opposizione salvataggio appeso a pochi voti

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BRUXELLES – Hanno provato di tutto, senza grandi risultati, i leader europei del PPE, per convincere il capo dell’opposizione greca, Antonis Samaras, a votare martedì in parlamento il pacchetto di misure di risanamento messo a punto dal governo socialista di Georges Papandreou. Misure che proprio ieri hanno ricevuto il via libera da Ue e Fmi. Al pre-vertice dei capi di governo del Partito popolare europeo, Merkel, Sarkozy, Juncker, hanno sottopostosto Samaras ad un autentico bombardamento. «Abbiamo usato tutti gli argomenti possibili», ha raccontato il premier belga Leterme. «Ho fatto appello al suo senso di responsabilità  – ha riferito Angela Merkel – in situazioni di questo genere un Paese deve essere unito». Ma il leader della destra greca, il partito che porta la principale responsabilità  del dissesto delle finanze di Atene per aver falsificato i conti quando era al governo, è rimasto irremovibile. «Non capisco perché quello che è possibile in Irlanda e Portogallo non sia possibile in Grecia» ha commentato esasperato il commissario agli affari economici Olli Rhen, anche lui del PPE, riferendosi al supporto bipartisan che i deputati di Dublino e Lisbona hanno dato ai rispettivi pacchetti di misure di austerità .
Così la soluzione della crisi dei debiti sovrani resta appesa ad una manciata di voti nella seduta di martedì: senza piano di risanamento non arriverà  neppure la quinta tranche del prestito già  concesso e sarà  la bancarotta immediata. E la piccola Grecia continua a tenere il mondo con il fiato sospeso. Ieri è intervenuta perfino la Federal Reserve americana: il suo presidente, Ben Bernanke, ha sottolineato «l’incredibile importanza» che l’Europa trovi una soluzione. E la questione di sicuro ha monopolizzato il vertice dei capi di governo europei che si sono riuniti ieri sera a Bruxelles, anche se formalmente non figura all’ordine del giorno. Sul problema di Atene c’è stato un incontro separato tra Merkel, Sarkozy, Van Rompuy, Juncker e il presidente della Bce Trichet. E probabilmente oggi sarà  pubblicato un generico documento di sostegno.
Ma in realtà  non c’è molto che i leader europei possano fare. La quinta rata del prestito sarà  sbloccata il 3 luglio, a condizione che il Parlamento greco approvi il piano. E un nuovo prestito per un altro centinaio di miliardi è già  in preparazione. Intanto i ministeri del Tesoro di Germania, Francia, Spagna e Belgio hanno contattato le banche private per convincerle ad accettare l’impegno volontario a risottoscrivere i bond greci che andranno in scadenza. In Germania si starebbe pensando a sgravi fiscali come incentivo per spingerle ad accettare. Ma tutto resta appeso alle decisioni del Parlamento di Atene. Come ha avvertito Bernanke, un default greco scatenerebbe una tempesta ben più vasta. E i mercati, ieri, sono tornati all’assalto degli altri anelli deboli della catena europea, a partire dagli spread. Male anche le Borse, mentre l’euro è scivolato a 1,41 sul dollaro.


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