Marcegaglia chiama i sindacati la Uil disdetta l’accordo del ’93

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ROMA Una accelerazione vera dopo un confronto mediatico di settimane, se non di mesi: ieri Emma Marcegaglia ha inviato alle organizzazioni sindacali l’annunciata lettera di convocazione per la (ri)apertura del tavolo su contratti e rappresentanza; nel pomeriggio Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno avuto un faccia a faccia sulle due delicatissime questioni e anche per mettere a punto la manifestazione sul fisco che si terrà  sabato prossimo nella Capitale. Il momento politico impone la massima rapidità  anche perché la Uil, sempre ieri, ha formalizzato con una lettera alla presidenza del Consiglio, al ministro del Welfare e alle parti sociali l’annunciata disdetta del Protocollo del ’93 sulla politica dei redditi.

Il vertice tra Confindustria e sindacati si dovrebbe tenere entro questa settimana o, al massimo, nei primi giorni della prossima. Gli argomenti sul tavolo sono noti, tre i principali: riforma fiscale, rappresentanza e individuazione di un accordo che dovrebbe permettere la cosiddetta «esigibilità » dei contratti sottoscritti dalle parti. «Voglio proporre – ha affermato il presidente di Confindustria intervenendo a Milano all’assemblea di Assolombarda – che se un’impresa sigla un accordo con la maggioranza dei lavoratori, questo deve valere per tutti. Non esiste che il giorno dopo uno si alza e mette tutto in discussione». Con una precisazione: «Non sono per cancellare i contratti nazionali, ma dobbiamo rafforzare sempre più i contratti aziendali». Precisazione accompagnata da un «riconoscimento» al governo: «Ammetto che una delle sue prime azioni è stata quella di ridurre la pressione fiscale sulla contrattazione decentrata, favorendone la diffusione». Una sottolineatura che le è valsa l’elogio del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Marcegaglia ha fatto ciò che non era stato mai fatto prima, realizzare con altri interlocutori il cambiamento del modello contrattuale».
Ora però Confindustria e i sindacati si aspettano risposte concrete. «Tremonti ragiona seriamente – ha riconosciuto Marcegaglia – ma la riforma fiscale va fatta». Alleggerendo il peso su lavoratori dipendenti ed imprese, come del resto da tempo sollecitano anche i sindacati. Sabato Cisl e Uil lo faranno in piazza. Ieri pomeriggio Bonanni e Angeletti (ormai le due confederazioni operano da autentico sindacato unitario) si sono visti per concordare una linea comune anche su rappresentanza e contratti. Il leader Uil ha ufficializzato la disdetta del Protocollo ’93; quello della Cisl, pur condividendo le ragioni del collega, vorrebbe evitare strappi laceranti con la Cgil. Comunque, evitare di aprire una nuovo fronte di scontro con la confederazione guidata da Susanna Camusso. E non vorrebbe creare problemi a Confindustria. In soldoni, Bonanni e Angeletti spingono perché i contratti, firmati, dalla maggioranza degli iscritti diventino vincolanti per tutti i lavoratori; la Cgil chiede la certificazione certa degli iscritti e un successivo pronunciamento (con un robusto tetto di adesioni) dei lavoratori prima della firma. Comunque Cisl e Uil sono intenzionate ad arrivare ad una intesa sulla rappresentanza che preveda un avviso comune prima che si possa procedere ad una legge di sostegno.
La discussione sul tema della rappresentanza senza dubbio è diventata una autentica priorità  dopo che la Fiat ha minacciato (la lettera sarebbe già  pronta) di lasciare la Confindustria e dopo che il vice di viale dell’Astronomia, Alberto Bombassei, ha rilanciato con forza la proposta di contratti aziendali che per alcuni – per esempio, la Cgil – metterebbero in discussione il ruolo stesso di Confindustria. Domanda? Se ogni impresa adottasse contratti specifici avrebbe senso mantenere in piedi la ormai più che secolare associazione degli industriali?


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