In Italia un Comune su sette supera il 65% di raccolta differenziata

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MILANO – C’è un’Italia che la spazzatura sa raccoglierla e bene. Un comune su sette infatti può vantarsi di aver organizzato una raccolta differenziata così capillare ed efficiente da coprire il 65% dei rifiuti prodotti dai sui cittadini. Domani a Roma Legambiente premierà  i “Comuni ricicloni” migliori. e per il terzo anno consecutivo in testa alla classifica c’è Ponte nelle Alpi, 8mila anime in provincia di Belluno. Secondo il dossier di Legambiente sono  ben 1.123 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2012 per aver superato il 65% di raccolta differenziata, mentre sono 833 quelli che si confermano “zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle graduatorie.

Il tetto del 65% è richiesta per legge solo dal 2012 (era del 60% lo scorso anno). Altri 365 comuni hanno comunque superato il 60% di raccolta differenziata richiesto dalla normativa per il 2011. Dai dati raccolti si riscontra, inoltre, rispetto all’anno precedente un calo della produzione dei rifiuti del 4,4%. «Segno evidente di crisi – commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – di “decrescita infelice”. Ma anche frutto delle iniziative volte al contenimento della produzione dei rifiuti intraprese da progettisti, produttori, comuni virtuosi, cittadini attenti al valore d’uso delle cose che si comprano e si gettano. Insomma dalla crisi usciremo diversi da come siamo entrati. Sono passati circa 30 anni da quando si sono varate in Italia le fondamenta giuridiche e industriali del settore rifiuti e già  tutto cambia. Allora si regolamentavano discariche e inceneritori. Oggi nella “green economy” del riciclaggio operano migliaia di aziende nuove o rinnovate, decine di migliaia di occupati, servizi, imprese sociali e attività  di ricerca: in tutto 5mila imprese e 150mila occupati, secondo in Europa solo alla Germania. Non si parla più solo di settore rifiuti, ma di una parte importante del settore manifatturiero e dei servizi in generale, per l’attivazione del quale il ruolo dei consorzi è stato fondamentale».

Il dossier Comuni Ricicloni 2012 restituisce un’Italia a due velocità . «La pattuglietta di pionieri dei primi anni della ricerca ora è diventata un pattuglione che tira la volata – osserva Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – ma un migliaio di comuni è fermo all’anno zero. L’aspetto significativo è che il gruppo intermedio, in fase di transizione verso l’efficienza, in tempi brevi riesce a raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è partito il porta a porta e che già  sono oltre il 60%, le recenti sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell’organico».
Tra le grandi città , la migliore è Salerno, con il 68% di raccolta differenziata. Torino – che non entra nella graduatoria dei comuni ricicloni – supera in media il 40% di raccolta grazie al solo risultato della raccolta porta a porta in alcuni quartieri, mentre nel resto della città  la percentuale è ferma sotto il 30% circa. Ferma al 34% anche Milano. Sempre al palo Roma che dopo l’esaurimento della discarica di Malagrotta è scandalosamente in “emergenza pattume”. (dp)

 

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