Una “tassa” alla Cisl per il contratto integrativo

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Vuoi che ti venga applicato il nuovo contratto integrativo aziendale? Bene, versa 200 euro alla Fim-Cisl. Succede alla storica fonderia Pometon di Maerne, frazione di Martellago, a una ventina di chilometri da Venezia. Ed è la prima volta che succede. Nessuno ricorda precedenti. Sembra una variabile del marchionnismo o una sua evoluzione. Una nuova e inedita frontiera delle relazioni industriali made in Italy. E per chi non paga, o non è iscritto alla Cisl, resterà  solo il contratto nazionale. Niente premi di produzione, niente indennità  turno, niente quattordicesima. Alcuni lavoratori hanno fatto i conti: dicono che finiranno per perdere quasi 600 euro al mese.
Le nuove regole per i 177 dipendenti scatteranno dal primo aprile. La fabbrica si è spaccata. Ci sono state assemblee infuocate. Il clima è diventato irrespirabile, e non per le polveri metalliche che si producono, destinate soprattutto a fornire le multinazionali della componentistica dell’industria dell’auto. «È una vergogna», dice Giuseppe Minto, segretario provinciale della Fiom-Cgil, che quell’accordo non ha firmato.
Perché questo è un accordo separato. L’hanno firmato solo i metalmeccanici della Cisl che in questa fabbrica molto sindacalizzata (circa 100 gli iscritti o alla Fim o alla Fiom), se pur di poco, sono da sempre la maggioranza. Tutto inizia il 26 marzo dello scorso anno. Dopo che la Pometon ha prima subìto la crisi dell’edilizia, e poi il crollo del mercato dell’auto. Si è ristrutturata, abbandonando vecchie produzioni e concentrandosi sulle polveri da cui si ricavano le componenti per l’automotive. Produzioni di qualità  con processi altamente tecnologici. Due anni di cassa integrazione, poi i contratti di solidarietà . È una di quelle aziende cosiddette energivore, produce a ciclo continuo (20-21 turni) e consumata tantissima energia. Un costo fisso, pagato quasi il 30 per cento in più rispetto ai concorrenti europei. Il management punta allora ad abbassare il costo del lavoro. Dà  la disdetta di tutti gli accordi integrativi, cancella quasi quarant’anni di contrattazione con tutte le sue inevitabili stratificazioni (la Polveri e Metalli spa da cui è nata la Pometon è stata fondata nel 1940). Il presidente Alessandro Pasetti propone di chiudere con il passato e voltare pagina: un nuovo contratto integrativo azzerando tutti i precedenti. La Fiom dice no. La Fim accetta il negoziato. L’accordo arriva il 14 marzo scorso. E cambia tantissimo per gli operai e gli impiegati della Pometon. L’indennità  di turno non è più pagata in maniera forfettaria bensì in relazione alla effettiva presenza del lavoratore in turno. Le squadre si riducono a cinque a quattro. Vengono abolite le nove giornate di permesso retribuito aggiuntivo. Il premio di risultato rimane per i lavoratori assunti prima del 31 marzo 2013 ma sarà  collegato all’andamento aziendale, per gli altri muterà  in “premio di fidelizzazione” che aumenterà  col passare degli anni. La quattordicesima resterà  per i “vecchi” assunti mentre per gli altri sarà  pari al 40 per cento dopo tre anni di anzianità  a raggiungerà  il 100 per cento solo dopo otto anni. Dunque due tipologie di lavoratori. Nuove stratificazioni.
Ma soprattutto introduce una innovazione clamorosa: il contratto vale per gli iscritti alla Fim-Cisl oppure per coloro che volontariamente aderiranno all’intesa e accetteranno di farsi trattenere dalla busta paga «un contributo sindacale straordinario – così è scritto nell’allegato all’accordo – pari ad un anno di iscrizione al sindacato (circa 200 euro, ndr), per l’attività  contrattuale, consistente nella corposa negoziazione sindacale, svoltasi a seguito della disdetta del 26 marzo 2012». Non era mai successo, anche se da tempo la Fim pensava a una soluzione di questo tipo, dopo la serie di contratti senza la Fiom che comunque vengono applicati a tutti i lavoratori indipendentemente dalla tessera sindacale. «Perché – dice Stefano Boschini, segretario provinciale della Fim – un iscritto alla Fiom deve ottenere gli eventuali benefici di un contratto che il suo sindacato non ha negoziato e poi mi critica o mi fa pure causa?». Il fatto che il «contributo straordinario» finirà  in un fondo di solidarietà  a disposizione delle Rsu aziendali non ha affatto smussato lo scontro. La Fiom ha deciso di andare in tribunale. Per la Cisl, invece, quello alla Pometon potrebbe essere un accordo pilota.


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