Disoccupazione sempre ad alta quota ma i mercati rialzano la testa

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Un livello «inaccettabile» che rappresenta «una tragedia per l’Europa», ha sottolineato il Commissario europeo per il lavoro, Laszlo Andor, secondo quanto ha riferito un portavoce della Commissione europea. Il Commissario auspica inoltre la messa in atto della “garanzia per i giovani” come strumento per ridurre la disoccupazione giovanile.
Febbraio ha portato ad un frazionale calo della disoccupazione in Italia: dall’11,7% di gennaio all’11,6% del mese successivo; ma ancora una volta le cifre assolute sono spaventose: quasi tre milioni di persone. E il raffronto per il nostro Paese diventa ancora più drammatico se si considera il dato di chi non ha lavoro sotto i 25 anni: la disoccupazione giovanile, infatti, è pari al 37,8%, quarto peggior risultato in Europa dopo Grecia, Spagna e Portogallo. A livello di eurozona, invece, tra i giovani quelli senza lavoro sono in media il 23,9% poco meno dunque di uno su quattro.
Per i mercati invece è stata una giornata positiva. Piazza Affari, e non è stata la migliore, ha guadagnato l’1,41%, con un’accelerazione nel finale insieme alle Borse del Vecchio Continente. Molto bene Parigi e Francoforte, che hanno guadagnato quasi il 2%, mentre Londra ha chiuso in rialzo dell’1,23%. I temuti contraccolpi della crisi politica italiana, dopo l’abbandono di Pierluigi Bersani alla vigilia di Pasqua, non si sono verificati e tutto sommato gli operatori hanno dimostrato di gradire il ruolo di timoniere che continua a svolgere Mario Monti e complessivamente hanno mostrato apprezzamento per la soluzione dei saggi incaricati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Riflessioni che ovviamente non hanno cancellato dall’orizzonte la minaccia di un possibile declassamento dell’Italia da parte di Moody’s, mentre restano le tensioni legate al salvataggio di Cipro e un quadro economico preoccupante per l’intera eurozona. Ieri è giunta l’ulteriore fotografia, con la contrazione dell’attività  nel settore manifatturiero segnata dall’indice Pmi europeo, in calo a marzo a 46,8 punti da 47,9 di febbraio.
Ma almeno per ora il clima è fisso sul bello stabile. Prova ne sia la riduzione del differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, che ieri si è ristretto di circa 20 punti, fermandosi a quota 330 punti base. In attesa, domani, della riunione della Bce, che dovrebbe lasciare invariati i tassi di interesse.


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