Cancellieri annuncia: useremo le caserme per l’emergenza carceri

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 ROMA — I processi di Berlusconi? «Gli esiti non dovrebbero influire sulla tenuta del governo». Un’eventuale reazione rabbiosa dei suoi elettori? «Li rispetto, ma a loro dico che per prima cosa si rispettano le sentenze, di qualsiasi tenore esse siano». Le carceri? «Stiamo lavorando a un piano per ristrutturare una decina di caserme per detenuti non pericolosi ». Gli immigrati morti? «Vorrei una giustizia durissima contro i trafficanti di esseri umani». Parla così, con Repubblica, il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri.
Comincia domani, con la decisione della Consulta su Mediaset, la settimana dei processi di Berlusconi. Preoccupata?
«Sicuramente andiamo incontro a un momento molto delicato. Ciononostante sono serena, perché penso che questo governo è nato dalla volontà di fare cose utili per il Paese in un momento di straordinaria difficoltà. Ritengo predomini la necessità di dare risposte ai cittadini, affrontando le tematiche più urgenti e più pressanti per loro che ci impongono di andare avanti comunque. Penso che anche gli altri colleghi siano d’accordo, per cui alla fine quello che accadrà non dovrebbe influire sulla vita del governo».
La storia del Cavaliere ci ha insegnato che le sue reazioni sono sempre fuori misura. Che accadrà se dovessero esserci nuove manifestazioni tipo Milano e Brescia?
«La cosa fondamentale è che il ministro della Giustizia faccia il ministro della Giustizia e svolga la sua attività nel pieno rispetto della Costituzione e delle leggi dello Stato. Io non temo di assumermi le mie responsabilità, ma devono essere quelle da Guardasigilli. Che vuole svolgere il suo compito super partes».
Dopo Brescia però il Csm le ha rimproverato di non prendere posizione.
«Sono in tanti a parlare spesso con obiettivi politici e non istituzionali. Io invece non perseguo mai fini politici, ma solo istituzionali».
Meglio star zitti?
«Dipende dalle situazioni e da quello che si verifica».
Dicono i berluscones che la reazione dei 10 milioni di italiani che li votano è imprevedibile. Vede una minaccia?
«Bisogna essere sempre molto sereni. Ho detto cento volte che le sentenze vanno rispettate, senza far distinzione tra quelle che piacciono o quelle che non piacciono, perché così si mette in discussione lo Stato. Poi, certo, c’è la questione politica, perché dieci milioni di cittadini rappresentano una parte importante del nostro Paese che merita attenzione. Però a loro, da ministro della Giustizia, posso solo raccomandare di rispettare le sentenze. L’ho detto per Cucchi, ma vale per chiunque».
Napolitano ha invitato a non delegittimare la Consulta. Non è un caso, le pare?
«Guai se il Paese perde il rispetto delle istituzioni e della legge, il rischio è che si rotoli nell’anarchia. Napolitano è sempre stato coerente. Ci ha dato lezioni importanti e indicato una strada».
Giovedì va al Csm giusto dopo la Consulta.
Prevede bufera?
«L’appuntamento è fissato da tempo. Ho atteso solo perché avevo bisogno di assestarmi negli uffici e fare un incontro pieno di contenuto».
Un’anticipazione?
«La falsariga l’ho già esposta a Camera e Senato, ma per alcuni temi, come il civile e le carceri, entrerò più nei dettagli ».
Il rinvio delle misure sul carcere indica ostacoli?
«È una questione di tempi. E poi stavo ancora lavorando sul magistrato di sorveglianza. Neppure Alfano era pronto con il suo pacchetto».
La manovra sulle carceri si esaurisce in 3-4mila posti in più?
«Decisamente no. Bisogna depenalizzare perché in Italia chi dà in autobus false generalità rischia fino a sei anni, la stessa pena di chi stampa moneta falsa. Servono sanzioni amministrative. Poi bisogna puntare sulle misure alternative, perché chi commette un reato non grave non deve per forza finire in carcere. Io, come cittadino, sarei più contenta se chi imbratta i muri li ripulisse, piuttosto che vederlo in prigione».
Per tutto questo ci vorrà tempo. E intanto?
«A fronte di 47mila posti ci sono 66mila detenuti. Non bastano letti in più, servono carceri alternative per chi non è pericoloso in cui il detenuto possa lavorare e svolgere attività sociale».
Ha qualche idea?
«Sto lavorando al progetto di creare un circuito di detenuti non pericolosi da sistemare in caserme distribuite in varie regioni. Ne abbiamo già individuate una decina da ristrutturare in tempi rapidi, senza grossi investimenti».
Tra i suoi emendamenti al ddl Severino sui domiciliari c’è quello che li estende a reati fino a 6 anni. È per Berlusconi?
«Il Paese non può fare scelte pensando solo a Berlusconi, deve scegliere cosa è bene per se stesso. I reati gravi sono esclusi, e poi la detenzione domiciliare è sempre una detenzione, nessun condannato va a spasso».
Nel suo programma c’è il clamoroso vuoto delle misure anti-corruzione. Penati prescritto. Perché non fate niente?
«Nessun vuoto. C’è una legge freschissima, ci sono iniziative parlamentari, e se mi chiameranno non mi tirerò certo indietro, ma non la vedo come una priorità, perché i temi di cui abbiamo appena parlato attendono da 30 anni. Ma la gente sa quanto paghiamo con la legge Pinto per aver violato la ragionevole durata del processo? Il ministero dell’economia non ha una lira. È un mio dovere affrontare prima questo tema».
I processi prescritti non sono un problema?
«Non sarebbe meglio impiegare energie per farli più in fretta? Il problema è la prescrizione o l’incapacità di fare i processi in breve tempo? La lotta alla corruzione comunque mi interessa moltissimo e nessuno può pensare il contrario».
Da ex ministro dell’Interno cosa ha provato nel sentire che 7 immigrati sono morti mentre cercavano di salvarsi aggrappandosi a una rete per tonni?
«Un profondo dolore, un sentimento di pietà e insieme di furiosa rabbia. Credo che nei confronti dei trafficanti di esseri umani si debba essere implacabili e rigorosi. Lì la giustizia dovrebbe manifestarsi in tutta la sua esemplarità e durezza ».


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