«La Nsa scheda gli sms» Obama presenta la riforma

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NEW YORK — Nel giorno del cinquantesimo compleanno della moglie Michelle, una ricorrenza offuscata dalle voci di qualche dissapore nella coppia presidenziale, Barack Obama affronta uno degli impegni più difficili e delicati del suo mandato alla Casa Bianca: la riforma dei meccanismi coi quali i servizi segreti raccolgono uno sterminato volume di informazioni sui cittadini americani e non, dando una stretta ai poteri quasi illimitati della Nsa (National Security Agency), l’agenzia federale per la sicurezza.
Il presidente ne parlerà oggi in un attesissimo discorso che Obama stesso ha scelto di pronunciare al ministero della Giustizia, una sede nella quale non era mai stato prima d’ora: un modo per sottolineare la volontà di tornare a un più puntuale rispetto della legge anche in un campo nel quale considerazioni di Realpolitik indurrebbero ad andare oltre il rispetto formale delle singole norme quando c’è in ballo la sicurezza.
Obama si prepara a questo impegno da molto tempo ma è improbabile che oggi riesca a disegnare un cambio di rotta netto e di rapida attuazione. Il presidente certamente eviterà di mettere al bando i programmi di sorveglianza della Nsa, compresi quelli su Internet e le comunicazioni tra capi di Stato e di governo esteri, ma chiederà che vengano introdotto severi limiti, lasciando al Congresso la definizione delle modalità di questo intervento. In questo modo il presidente attirerà su di sé l’accusa di cedere poteri dell’esecutivo al Parlamento come aveva già fatto qualche mese fa quando aveva messo la decisione di un eventuale intervento militare Usa in Siria nelle mani di Camera e Senato.
Stavolta, però, fanno notare fonti della Casa Bianca, il coinvolgimento del Congresso ha un motivo preciso: il programma di sorveglianza delle reti telefoniche e informatiche oggi gestito dalla Nsa scadrà il prossimo anno. E, dopo le rivelazioni a raffica degli ultimi otto mesi basate sui documenti trafugati da Edward Snowden, è assai improbabile che, almeno alla Camera, ci sia ancora la maggioranza di voti necessaria per autorizzare un nuovo programma.
Tanto più che il bombardamento dell’ex contrattista della Nsa fuggito all’estero continua: nell’ennesima puntata pubblicata ieri, il Guardian racconta che ogni giorno la Nsa archivia circa 200 milioni di messaggi di testo raccolti sulle reti informatiche e di telecomunicazione in giro per il mondo. Un programma chiamato «Dishfire» attraverso il quale l’agenzia ricava informazioni sui luoghi visitati, gli spostamenti attraverso le frontiere, i numeri delle carte di credito, le transazioni finanziarie (ne vengono registrate 800 mila al giorno) e i contatti di individui che, secondo il giornale britannico, non sono sospettati di aver commesso crimini.
Per la Nsa quella del Guardian è una ricostruzione «disinvolta e falsa». L’agenzia sostiene di operare solo nei confronti di obiettivi stranieri sui quali ci sono valide ragioni di intelligence per indagare. Ma è chiaro che le nuove rivelazioni faranno aumentare la pressione internazionale su Obama che, dopo quelle dei mesi scorsi, aveva promesso un netto cambio di rotta ad alcuni dei leader spiati, dalla brasiliana Dilma Rousseff ad Angela Merkel.
Obama è stretto tra due fuochi: per la sua storia politica (da senatore democratico chiese più volte all’amministrazione Bush di essere meno invadente nella sorveglianza), per la necessità di placare l’ira degli alleati all’estero e per l’esigenza di dare risposte ai giganti della Silicon Valley che temono gravi danni di riflesso per lo spionaggio Usa, il presidente vorrebbe adottare una linea più garantista e rispettosa della privacy dei cittadini, anche stranieri. Ma Obama è anche il capo militare di un Paese che deve garantire la sicurezza in un mondo pieno di organizzazioni terroristiche e che si confronta con altre potenze guidate da autocrati che spiano senza dover sottostare ad alcun vincolo. Sarà quindi molto prudente nel proporre limiti anche perché alcuni degli interventi ipotizzati dai suoi esperti (depositare i dati presso le compagnie telefoniche anziché presso la Nsa) si sono già rivelati impraticabili.
Massimo Gaggi


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