Un vecchio solo e infreddolito così il video ha distrutto un mito

Loading

Il nemico numero uno dell’America era di fatto solo un vecchio, nascosto in una stanza per nulla confortevole. Un altro video lo mostra mentre sta leggendo un messaggio: barba tinta di nero, abito bianco, aria serena. Sta minacciando il mondo di nuovi massacri. È il suo mestiere, la sua passione, la sua follia.
Queste immagini hanno uno scopo: quello di distruggere un mito, e di impedire che questo personaggio diventi il martire di una causa che ha provocato la morte di circa novemila persone, in maggioranza cittadini musulmani. Il mondo arabo e musulmano, che ha sofferto per i suoi attentati, non nutre alcun rimpianto per la morte dei quest’uomo che ne ha distrutto la reputazione. 
In Marocco, subito dopo l’attentato di Marrakech, ho sentito moltissima gente insultare Bin Laden e augurargli l’inferno: non c’è dunque alcun rischio che la diffusione dei video susciti pietà  per la sorte di quel grande criminale. La primavera araba avanza nella riconquista della dignità  del cittadino. Non c’è spazio per ricordare Bin Laden. E’ anzi il momento di espellerlo dalla memoria araba, rammentando che quest’uomo ha distrutto migliaia di famiglie in lutto per la morte dei loro cari, dall’Egitto all’Iraq, dall’Algeria alla Tunisia e al Marocco. 
Secondo alcuni, è un peccato che una parte dei media abbia omesso di ricordare come Bin Laden avesse collaborato con gli americani in Afganistan, e di far notare come dietro il suo astio e la sua follia omicida vi fosse una sorta di regolamento di conti di ordine personale. Spinto dal narcisismo e dalla megalomania, favoriti oltre tutto da una grande disponibilità  di denaro, quest’uomo ha voluto diventare celebre stringendo un patto con il Male, il male assoluto di uccidere gente innocente per una causa priva di senso. Ha sfidato l’islam dei Lumi, predicando invece un ritorno agli albori dell’islam, quello del VII° secolo: un anacronismo che aveva qualcosa di patologico.
Il mondo arabo non ha avuto fortuna in questi ultimi decenni: quando a infangarlo e a bistrattarlo non erano i dittatori quali Saddam, Gheddafi e vari altri, è stato umiliato da psicopatici come Bin Laden o Zawahiri, che hanno fatto dell’islam una religione di odio e di morte.
Oggi l’islam sta ritornando nei cuori e nelle moschee, non più come ideologia jihadista volta a mettere bombe nei caffè o nei bus. Gli islamisti che vedevano in Bin Laden un leader stanno rivedendo le proprie scelte. Che la sua barba fosse bianca o nera, Bin Laden era un assassino. Nessuno piange la sua scomparsa. C’è invece un sollievo generale – anche se gli americani hanno agito come in un film di guerra. 
Ma poco importa. Colui che ha fatto male all’America non esiste più. Ora gli arabi sperano di non essere più guardati con sospetto, ma trattati con dignità  e rispetto quando si presentano a un confine. Non sono portatori di alcun messaggio postumo di Bin Laden.
Traduzione 
di Elisabetta Horvat


Related Articles

Un laser da guerre spaziali contro missili e carri armati

Loading

Tra pochi mesi gli Usa saranno in possesso dell’SSHCL un’arma mobile che sprigiona la potenza di 100Kw di LUIGI BIGNAMI

Pestati e uccisi: così la Turchia accoglie i siriani in fuga

Loading

Siria. Human Rights Watch pubblica il video delle violenze turche sui rifugiati: ad aprile almeno 5 morti. Altre 48 ore di tregua ad Aleppo, mentre Usa e Russia annunciano un nuovo tavolo internazionale per il 17 maggio

Le voci sul palco di Roma: “La guerra non è la risposta”

Loading

Le voci dal palco della Fiom. Isabelle Hérault, della Cgt: Hollande ci illustri le modifiche alla Costituzione.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment